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NBA, Gregg Popovich lascia la panchina: dieci momenti chiave della sua carriera

NBA
©Getty

Introduzione

La leggenda degli Spurs, lontano dalla panchina dallo scorso novembre dopo un ictus, ha deciso che non tornerà più ad allenare (diventerà presidente delle basketball operations). Popovich ha avuto una carriera incredibile come coach degli Spurs e anche di Team USA, e il sito ufficiale della NBA ha voluto rendergli omaggio individuando dieci fatti notevoli o curiosi della sua storia da allenatore

Quello che devi sapere

LA STATISTICA

Il numero più importante della lunga carriera di Pop è 1.422. Questo è il totale delle sue vittorie come capo allenatore in NBA in regular season, il migliore all-time. Per avere un'idea nessun allenatore in attività, a parte Doc Rivers (1.162), ha raggiunto nemmeno le 1.000 vittorie. Pop inoltre è arrivato a quota 1.300 con quattro stagioni di anticipo (in 1.934 partite) rispetto a Don Nelson (2.290) o Lenny Wilkens (2.417), gli unici altri allenatori NBA ad aver superato quota 1.300

LA STATISTICA

LA PARTITA

L'11 marzo 2022 Dejounte Murray segnò 15 dei suoi 27 punti nel quarto quarto, contribuendo in modo decisivo alla vittoria di San Antonio 104-102 contro Utah. Si trattava della vittoria numero 1.336 nella carriera di Popovich, una in più di Don Nelson, rendendolo così l'allenatore con più vittorie di sempre nella NBA. Due curiosità: Nelson assunse Popovich nel 1992 come assistente a Golden State, dopo che era stato mandato via da San Antonio insieme al suo allenatore Larry Brown e al suo staff. Murray, che aveva 25 anni in quella memorabile storica partita, non era ancora nato quando iniziò il secondo periodo di Popovich con gli Spurs, il 31 maggio 1994, inizialmente come general manager

LA PARTITA

L'INTERVISTA

Popovich è sempre stato noto per la sua insofferenza per le interviste durante le partite, e per le sue risposte laconiche e scostanti. Non fu così nel 2015, con Craig Sager di TNT. Sager era tornato al lavoro dopo aver combattuto contro il cancro che gli avrebbe tolto la vita nel 2016. "Posso dirti onestamente che questa è la prima volta che sono contento di fare questa ridicola intervista che siamo obbligati a fare - disse Pop - Questo perché sei di nuovo qui con noi". Popovich mise un braccio intorno alle spalle di Sager e lo strinse a sé: "Bentornato, ora fammi un paio di domande inutili..."

L'INTERVISTA

IL TROFEO

Ci sono i cinque Larry O'Brien Trophy vinti da Popovich con San Antonio. I suoi tre premi di Allenatore dell'Anno NBA e l'anello e la giacca della Naismith Basketball Hall of Fame che ha ricevuto nell'agosto del 2023. Ma un trofeo certamente speciale è l'oro olimpico come capo allenatore di Team USA a Tokyo 2020 (gli allenatori non ricevono la medaglia, ma fa lo stesso). Prima Popovich era stato assistente di altre cinque nazionali di basket degli Stati Uniti, contribuendo alla vittoria di un oro e un bronzo. Ma l'edizione del 2020, dopo aver preso il posto di Mike Krzyzewski, è stata tutta sua.

IL TROFEO

LA CITAZIONE

La crescita nella lega dell'importanza del tiro da tre punti era in pieno svolgimento nel novembre 2018, quando Popovich condivise le sue riflessioni sul fenomeno in atto. "Oggigiorno si dà molta importanza al tiro da tre punti perché si è dimostrato analiticamente corretto. Ora guardi le statistiche dopo una partita e la prima cosa che guardi sono i tiri da tre punti. Se hai segnato da tre punti e l'altra squadra no, hai vinto. Non guardi nemmeno i rimbalzi, le palle perse o quanto sia stata coinvolta la difesa in transizione. Non ti interessa nemmeno. Ma io lo odio,  l'ho sempre odiato. Ecco perché scherzo sempre dicendo 'Se vogliamo cambiare il gioco, inseriamo il tiro da quattro. Perché se a tutti piace il tiro da tre, piacerà molto anche quello da quattro.."

 

LA CITAZIONE

IL MOMENTO CHIAVE

Il record degli Spurs era un terribile 3-15 quando Popovich, il 10 dicembre 1996, a soli due anni dal suo incarico come dirigente degli Spurs, licenziò l'allenatore Bob Hill. Il centro della squadra, e futuro Hall of Famer David Robinson, fu limitato per tutta la stagione dagli infortuni. Pop subentrò in panchina e 'guidò' la squadra a un record di 17-47, che mandò gli Spurs al Draft in ottima posizione. La prima scelta premiò proprio gli Spurs e arrivò Tim Duncan, il resto è storia...

IL MOMENTO CHIAVE

LA VITTORIA

Il 15 giugno 2014 a San Antonio, gli Spurs sconfissero Miami per 104-87, chiudendo la finale NBA in cinque partite. Quella vittoria pose fine a una caccia al riscatto iniziata il giugno precedente nel sud della Florida, quando gli Spurs si videro sfuggire il titolo del 2013 per mano degli Heat. Il quinto titolo NBA di San Antonio infiammò anche un dibattito che continua ancora oggi: la parabola degli Spurs dal 1999 al 2014 può essere considerata una "dinastia" al pari di altre nella storia della lega o dello sport in gererale? È vero che San Antonio non ha mai vinto titoli consecutivi - vincendo nel 1999, 2003, 2005, 2007 e 2014 - ma quel gruppo di giocatori (Robinson, Duncan, Ginobili, Parker...) ha lasciato trascorrere 16 anni tra il primo titolo vinto e l'ultimo, un periodo di eccellenza più lungo di quello prodotto persino da Bill Russell e dai Boston Celtics dal 1957 al 1969.

LA VITTORIA

LA SCONFITTA

Fu una serata indimenticabile per Popovich e i suoi giocatori, ma in negativo. Verso la fine di Gara 6 delle finali del 2013 contro Miami, gli Spurs erano in vantaggio per 95-92. L'NBA era pronta per la consegna del trofeo, con il personale di sicurezza già in possesso di una corda gialla per isolare il campo al fischio finale. La stella degli Heat, LeBron James, tirò e sbagliò una tripla a 7,9 secondi dalla fine. E poi il tempo sembrò rallentare... Chris Bosh prese il rimbalzo in attacco e di servì la palla a Ray Allen, che indietreggiò nell'angolo destro. Il tiro di Allen pareggiò a 5,2 secondi dalla fine. Gli Spurs, storditi, furono superati ai supplementari per 8-5, pareggiando la serie per 3-3. Due sere dopo, furono sconfitti 95-88 perdendo il titolo

LA SCONFITTA

IL DISCORSO

In un'occasione Popovich afferrò il microfono davanti a 18.000 tifosi a San Antonio. Kawhi Leonard, MVP delle finali del 2014 con gli Spurs, era tornato per una partita con i Clippers nel novembre 2023. Molti tifosi erano ancora feriti o arrabbiati per il fatto che avesse lasciato la squadra, prima per Toronto (dove vinse di nuovo), poi per Los Angeles. Così lo fischiarono mentre tirava tiri liberi a metà del primo tempo. Popovich si diresse verso il tavolo degli ufficiali di campo e afferrò il microfono dell'impianto audio. "Scusate un attimo - tuonò - smettetela di fischiare e lasciate giocare questi ragazzi. Non ha classe, non è ciò che siamo. Basta con i fischi". In seguito a Popovich fu chiesto di commentare il suo gesto.  "Non si punzecchia l'orso". Due giorni dopo tornò sull'episodio. "È  stato indicativo del mondo in cui viviamo oggi, era una cosa odiosa, irrispettosa e meschina. Mi dispiaceva per lui, e mi vergognavo per la nostra città, per la nostra organizzazione"

IL DISCORSO

I 'DISCEPOLI'

Molti allenatori di successo in diversi sport hanno avuto dei propri giocatori o assistenti diventati a loro volta allenatori di successo. Popovich ne ha forse più di chiunque altro nel mondo dello sport. La maggior parte degli allenatori attivi nella NBA è entrata in contatto con la leggenda degli Spurs, lavorando nel suo staff o ricevendo in altro modo consigli o suggerimenti, formali o informali. È letteralmente più semplice elencare i pochi (Nick Nurse, Chris Finch, Jordi Fernandez, David Adelman) che non hanno avuto alcun contatto ocon Popovich durante la loro ascesa. Il più vincente? Probabilmente Steve Kerr, che ha giocato quattro delle sue ultime stagioni e ha vinto due titoli con Popovich. Mike Budenholzer ha trascorso 17 anni seduto accanto a Popovich sulla panchina degli Spurs prima di diventare capo allenatore e vincere il titolo con Milwaukee

I 'DISCEPOLI'