Spike Lee spostati, c'è un nuovo tifoso VIP a New York: è Timothée Chalamet

C’era una volta Spike Lee. “Best seat in the house”: è stato anche il titolo di un libro ma quel seat è un posto preciso, la prima fila del Madison Square Garden ogniqualvolta in campo ci sono i suoi New York Knicks. Piccolo aneddoto personale, per far capire che quell’ogniqualvolta non è un’esagerazione. Alla mia prima al Garden - non sarà la Scala, ma è pur sempre il Madison. Square. Garden. The world’s most famous arena - l’aspettativa mi porta al 4 di Pennsylvania Plaza con due ore abbondanti di anticipo sulla palla a due. Quando entro al Garden all’interno dell’arena ci siamo solo io, i celebri usher , le cheerleader dei Knicks che stanno provando una coreografia a centrocampo… e Spike Lee. Già al suo posto. Il primo abbonamento di Spike Lee E Spike Lee – salvo un’obbligatoria apparizione a Cannes, per promuovere insieme a Denzel Washington il suo nuovo “Highest 2 lowest” – dopo tutti questi anni è ancora là, al suo posto. Dal lontano 1985 – fanno 40 anni esatti, quel 40 che torna anche nel nome della sua casa di produzione, “40 Acres and a mule” , ma non sempre sono stati i best seat in the house. No, il primo abbonamento – acquistato all’alba dell’era Patrick Ewing, prima scelta assoluta al Draft 1984 – era per quei posti che i newyorchesi amano chiamare “nosebleed seat”, dove sanguina il naso, talmente sono in alto . E quel sangue, nel caso di Spike Lee, è blu-arancio. “Mio padre era un tifoso dei Knicks”, conferma lui. Il primo abbonamento di Timothée Chalamet Ma forse non è di Spike Lee la storia più bella sul primo abbonamento ai Knicks. Quella di Timothée Chalamet, infatti, rischia di essere addirittura migliore. L’attore di “Chiamami col tuo nome”, “Wonka” e “Dune”, visto recentemente nei panni di Bob Dylan in “A complete unknown”, ha fatto il suo esordio davanti a una telecamera a 9 anni, nel 2004, per una pubblicità della Disney. Non certo con i cachet milionari di oggi, ma di certo ricompensato con un bel po’ di soldi, per la sua età. E cosa fa un ragazzino di 9 anni con tanti soldi per le mani? Li mette da parte. Per spenderli sei anni dopo, già teenager, nell’estate del 2010. Quella che vede i Knicks reduci da un’altra annata tragica, 29 vittorie e 53 sconfitte, la sesta stagione consecutiva senza un approdo ai playoff. Ma anche l’estate di “The Decision”, quella che tutto il mondo NBA aspetta. LeBron James lascerà Cleveland. Dove andrà? A New York sono convinti che c’è solo un posto sulla Terra che possa accogliere come si deve “The Chosen One” , e quel posto è la Grande Mela, ovviamente. Ne è convinto anche Chalamet, che rompe il porcellino e si abbona ai Knicks. Che però non saranno mai i Knicks di LeBron e così per tutta quella stagione 2010-11, appena finite le lezioni alla LaGuardia High School of Music & Art and Performing Arts , il futuro attore si precipita davanti al Garden per cercare di “rivendere” il suo abbonamento a qualche turista esaltato all’idea di poter vivere un’esperienza NBA a New York City. Da Lourdes Leon a Kylie Già, New York City. C’è tanto di questa incredibile città in Timothée Chalamet, nonostante quel nome così spudoratamente francese, di retaggio matrilineare. Qualcuno ha scritto che questo nuovo sex symbol del grande schermo ha il corpo disegnato per stare su un palco al fianco di uno come Julian Casablancas, da sesto membro degli Strokes . E niente è newyorchese come un playground, tabellone, ferro e sudore – e difatti Chalamet non disdegna qualche apparizione sul cemento cittadino. Sul campetto tra Houston e la Sesta un aspirante attore – cameriere ai tavoli del Fanelli Café a Soho in attesa di sfondare – lo ha sfidato in un due-contro-due in cui l’altro avversario era tale Sandler, Adam . Perché la passione per l’arancia e per i blu-arancio Timmy ce l’ha davvero, e non da oggi. In rete è diventata virale una sua vecchia foto del 2009, aveva solo 14 anni, con Chalamet in attesa tra la folla fuori da uno spettacolo di Broadway per incrociare all'uscita Amar’e Stoudemire, a cui aveva fatto firmare una canotta dei Knicks. Un anno dopo un concorso lanciato sui social da Landry Fields e Andy Rautins - per una manciata di gare compagni di spogliatoio nella squadra che accoglieva ‘Melo Anthony al posto di Danilo Gallinari – metteva in palio due biglietti per una partita al Garden. Indovinate chi li ha vinti? . Oggi i biglietti non deve più vincerli, perché può permettersi quelli “Double A” in prima fila che ai playoff costavano dai 62.000 ai 75.000 dollari, al fianco di Ben Stiller. Oggi al Garden non fa più coppia con Lourdes Leon ma si fa accompagnare da Kylie Jenner, per la gioia dei fotografi e del mondo intero, che guarda ammirato la nuova coppia. Casa o trasferta, i playoff di Chalamet La passione però rimane la stessa, come quando la sera del Met Gala posta su Instagram una storia in cui “confessa” di aver saltato ricevimento e cena dell’evento mondano più atteso dell’anno per restarsene a seguire i suoi Knicks contro i Celtics . E poi ci sono le trasferte, a dimostrarlo. Solo in questi playoff è stato prima a Detroit , poi a Boston e quindi ha tifato come un matto, senza mai togliersi gli occhiali da sole, anche a Indianapolis . Che basti a riportare New York in vetta alla NBA è tutto da dimostrare, ma una cosa è certa: i Knicks hanno trovato un nuovo super fan. E una storia da copertina.

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Mauro Bevacqua