New York si affida a Jalen Brunson, nel bene e nel male

I New York Knicks vanno dove li porta Jalen Brunson. L’All-Star. Il leader. Il giocatore più 'clutch' della lega. Sembra un’affermazione difficilmente controvertibile, alla luce delle prestazioni della point guard blu-arancio in questi playoff, che lo vedono viaggiare oltre i 30 punti di media con anche 7 assist a partita. Nelle 17 partite di postseason fin qui disputate, infatti, Brunson è stato il miglior realizzatore dei Knicks in 11 occasioni e il miglior passatore in 13. Ha firmato una gara da 40 punti e 7 assist per chiudere la serie contro Detroit al primo turno e una da 39 punti e 12 assist contro Boston . Anche contro Indiana, ha iniziato la serie con un’esplosione offensiva da 43 punti , chiudendo oltre i 30 punti in tre delle successive quattro partite. Insomma: che l’ex Mavs sia il giocatore di punta, e quello più importante, di questi Knicks sembra non essere in discussione. Eppure… Eppure contro Indiana ci sono dei numeri che fanno riflettere. Non mettono in dubbio il contributo di Brunson alla causa ma sicuramente illustrano come il gioco del n°11 dei Knicks sia molto condizionante – nel bene, ma anche nel male – per la squadra e per la pallacanestro espressa dagli uomini di Thibodeau. Ad esempio: nella serie contro i Pacers, New York ha un saldo positivo di 14 punti nei 68 minuti in cui Brunson è in panchina e uno negativo di 8 nei 178 in cui è invece in campo. Il net rating di squadra non fa che confermare questo dato: -4.9 con Brunson sul parquet, addirittura +12.2 quando è fuori. Vuol dire che i Knicks sono più forti senza Brunson? Ovviamente no, tanto è vero che quando è mancato per circa un mese in stagione regolare sono arrivate 6 sconfitte su 15 gare, per una percentuale di successi inferiore a quella tenuta con lui in campo . Però la pallacanestro di Brunson – fatta di tanti palleggi e di tanti secondi trascorsi con la palla in mano, spesso funzionali alla costruzione di un suo tiro – potrebbe non essere nei migliori interessi della squadra . Cosa dicono i numeri Nessun giocatore in tutta la NBA nell’arco dell’intera stagione regolare ha tenuto più a lungo la palla in mano e ha usufruito più volte del palleggio dell’All-Star dei Knicks. Il ritmo di pallacanestro messo in campo da New York è stato basso e a riprova di questo la squadra di Brunson è stata la quinta di tutta la lega per conclusioni prese negli ultimi 4 secondi del cronometro dei 24 e addirittura seconda nell’intervallo 4-7 secondi . Nelle prime 61 gare di campionato, con Brunson in campo, i Knicks hanno effettuato a partita una media di 275 passaggi mentre nelle 15 gare in cui la loro point guard si è dovuta fermare ai box i numeri si sono impennati tanto nella prima che nella seconda voce . Tolto Brunson dall’attacco di New York, quindi, ed ecco che il pallone circola sicuramente di più . La serie contro Indiana In una serie che li vede affrontare una delle squadre che fa del ritmo la sua caratteristica principale il “pace” della partita è fondamentale. Con Brunson in campo i possessi su 48 minuti sono 97, con lui fuori salgono a 100.6 – e l’equazione è semplice: più possessi su un numero dato di minuti significa possessi più rapidi e spesso e volentieri i possessi rapidi sono quelli che portano a punti più facili, in contropiede o transizione. Nelle cinque gare fin qui disputate contro Indiana, Brunson invece ha tenuto palla in mano per una media di 8.6 minuti a partita , sfiorando i 6 secondi per tocco e i 6 palleggi per possesso. Sono dati necessariamente negativi? No, suggeriscono le stesse cifre, visto che le medie corrispondenti di Gilgeous-Alexander nella serie vinta anche abbastanza facilmente dai suoi Thunder contro Minnesota sono anche superiori , ma che l’attacco dei Knicks finisca per essere a volte stagnante e sicuramente ripetitivo quando si adatta troppo alle caratteristiche della sua star è altrettanto innegabile. La metà campo difensiva E poi c’è il tema della difesa. Gli Indiana Pacers hanno ripetutamente attaccato nei pick and roll tanto Brunson quanto Karl-Anthony Towns e i dati sul net rating dei Knicks nella serie raccontano come la presenza di Brunson – che sia in campo o in panchina – non incide sull’efficienza offensiva mentre manda a picco quella difensiva. Con lui in campo, infatti, New York concede oltre 120 punti per 100 possessi mentre quando si siede solo 103.5 . Il trend illustrato da questi dati è confermato anche dalle cifre delle 65 gare disputate da Brunson in regular season, ma ai playoff la possibilità da parte degli staff tecnici di preparare con molta più attenzione le varie gare di una serie non fa altro che estremizzare tali concetti. Coach Thibodeau e i Knicks non possono fare a meno del loro leader se vogliono fare la storia e compiere una rimonta riuscita solo 13 volte in 297 casi. Dalle sue mani arrivano 33 punti a sera ma dai suoi assist New York produce solo 14 punti a partita . E poi c’è la difesa. Ci vorranno due prestazioni di un super Brunson per arrivare in finale NBA: e non è detto che bastino.

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