Dieci cose che (forse) non sapete su Gilgeous-Alexander, la nuova superstar NBA

Vestirsi in maniera elegante Era mamma Charmaine soprattutto a insistere su questi comandamenti. E da una sua frase si capisce molto anche dello Shai Gilgeous-Alexander attuale: “Non sopporto le persone arroganti : io ho educato ragazzi fiduciosi La pallacanestro LA MOGLIE GIOCATRICE DI CALCIO Shai ha sposato Hailey Summers nel febbraio 2024 e, solo due mesi dopo, i due hanno accolto Ares, il loro primogenito. Ma la loro storia comune inizia molto prima: sono nati nello stesso posto , i loro licei erano a un quarto d'ora di distanza l'uno dall'altro e proprio durante l'ultimo anno di high school si sono conosciuti. Se Gilgeous-Alexander ha trascorso al college un solo anno prima di dichiararsi per la NBA, Hailey ha invece fatto parte della squadra di calcio femminile dell'Università di Albany dal 2017 al 2021. Difensore, capitana della squadra per due stagioni, al debutto è stata inserita nel quintetto dei migliori rookie dell'America East Conference e poi nell'All-Conference First Team da senior. Con le Lady Great Danes hanno vinto il titolo dell'America East nel 2018, mentre la stagione successiva si è tolta la soddisfazione di segnare il suo primo goal , il 15 settembre 2019 nella vittoria contro Cornell. LA SUA "POSSE" Come accade a tanti giocatori NBA, sono gli amici di prima data quelli che finiscono per restare nel cerchio più ristretto ed esclusivo di chi c'era fin dal primo giorno. Non fa eccezione Shai Gilgeous-Alexander, che può contare su un personalissimo quintetto base: ci sono Maurice Montoya e Mark Castillanes , che Shai conosce da quando avevano tutti 12 anni. Al tempo del liceo, invece, risalgono le amicizie con Vincent Chu, Sunday Kong e Devanté Campbell: sono loro, spesso, i compagni dei durissimi allenamenti all'alba a cui l'MVP NBA li sottopone senza pietà in offseason, cinque giorni alla settimana. "Trasformo le sconfitte in lezioni e le mie debolezze in armi" LA PASSIONE PER LA MODA È il giugno 2022, e i giocatori dei Thunder non hanno certo tra i loro “impegni” quello di dover disputare i playoff NBA . Anzi. La loro stagione si è chiusa a metà aprile, con un record che è quasi un’onta: 24 vittorie, a fronte di 58 sconfitte . Eppure Shai Gilgeous-Alexander sta trascorrendo un’estate memorabile. È in prima fila agli show parigini di Givenchy e Kenzo – la sua prima Fashion Week di sempre - e sulle passerelle di Thom Browne sfila addirittura come modello. “Un sogno che si avvera”, dice. Per l’occasione si auto-assegna anche un nuovo soprannome: “Runaway Shai”, lo Shai delle passerelle. Il nickname non resta, ma la passione per la moda quella sì, perché non è certa nata ieri . Al termine di quel 2022, la rivista GQ lo incorona “most stylish man of the year” mentre l’anno precedente era stato niente meno che Virgil Abloh in persona a sceglierlo come volto della campagna NBA x LV mentre l’anno prima ancora, nel 2021, aveva fatto il suo esordio al Met Gala, l’evento newyorchese organizzato da Vogue che riunisce tutto il who’s who del mondo della moda e dello spettacolo. Da allora del Met Gala è diventato un habitué, tanto da tornarci anche nel 2023 . Nel frattempo gli sono state assegnati le redini creative del brand Converse, per la sezione Basketball, ed è anche ambasciatore globale per Canada Goose. Dai tempi del window shopping sul Mink Mile di strada ne ha fatta davvero parecchia… TRA GLI ULTIMI A KENTUCKY Le sole 22 vittorie del 2020-21 e le 24 del 2021-22 raccontano di un percorso che, per arrivare fino alle 68 di quest’anno e al titolo NBA, è partito da lontano. La rincorsa è iniziata già ai tempi del college, a Kentucky, un’unica stagione – il classico “one-and-done” dei talenti più pregiati. Perché di sicuro c’è hype attorno al suo nome, in uscita dai licei canadesi in cui si mette in mostra ma per vestire la maglia dei Wildcats la concorrenza più furiosa è quella interna. E infatti della classe di matricole reclutate per la stagione 2017-18 Shai Gilgeous-Alexander non è il primo della lista. E neppure il secondo. E neppure il terzo. Prima di lui, nei ranking degli esperti, ci sono – scegliete voi l’ordine - Hamidou Diallo, Kevin Knox, Jarred Vanderbilt, PJ Washington, Nick Richards e Quade Green. Lui è il settimo della lista, e difatti fino al 9 gennaio 2018 non parte neppure in quintetto . Solo che lo anima un’etica del lavoro fuori dal comune: la leggenda vuole che il coaching staff di Kentucky, preoccupato di un sovraccarico di lavoro, fosse arrivato a negargli l’accesso alla palestra della scuola. Lui smentisce, ma solo in parte: “Non me l’hanno mai negato: mi hanno solo detto di andarci piano”. Impossibile. “Ho aspettato pazientemente il mio turno, ora potrebbe essere arrivato” IENE & SCARAFAGGI La scalata ora è completa, dai sobborghi di Toronto al trono della NBA, passando per Kentucky . Ma Shai Gilgeous-Alexander resta fatto a modo suo, e se ne accorgono anche i suoi compagni ai Thunder. “Scarafaggi e iene”, li ha apostrofati quest’anno. Ma non pensate che sia in senso dispregiativo. “Nel nostro spogliatoio chiamiamo così chi fa il lavoro sporco, quelli che non sono messi al centro dei nostri schemi offensivi, che non viaggiano a 30 punti di media. Ma il loro contributo, per la nostra stagione vincente, è grande e importante almeno quanto il mio”, dice l’MVP NBA. Può sembrare retorica. Ma non se lo dice lui.

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