Introduzione
Dopo che i Bucks l’hanno di fatto tagliato, spalmando quanto dovutogli dal suo contratto nei prossimi cinque anni, Damian Lillard è diventato a tutti gli effetti free agent. E, mentre recupera dall’infortunio al tendine d’Achille, per la prima volta nella sua ormai lunga carriera sarà libero di scegliere la sua prossima squadra. ‘CBS’ ha quindi provato a immaginare cinque destinazioni possibili per l’ex Portland e Milwaukee
Quello che devi sapere
LA SCELTA DI DAME, SENZA FRETTA
Ora che è diventato free agent dopo il taglio da parte di Milwaukee, Damian Lillard può dedicarsi con tutta la calma necessaria a scegliere la sua prossima squadra. Fermo prevedibilmente fino alla prossima primavera a causa della rottura del tendine d’Achille rimediata nella serie di playoff contro Indiana, l’ormai ex Bucks non ha alcuna fretta di firmare con una delle sue pretendenti

IL FATTORE ECONOMICO
Il corposo buyout ricevuto da Milwaukee, che di fatto ha deciso di ‘spalmare’ lungo i prossimi cinque anni quanto ancora dovutogli da contratto, consente a Lillard una flessibilità economica preziosissima. Da qui al 2030, infatti, Dame riceverà 22 milioni di dollari all’anno da Milwaukee e potrebbe quindi decidere di firmare con la sua nuova squadra a cifre decisamente più modeste rispetto a quello che sarebbe il suo teorico valore di mercato

LE PRIORITÀ DI LILLARD
Puntare a quell’anello di campione NBA sempre sfuggitogli fin qui? Giocare per la squadra in cui avrebbe voluto finire già due anni fa? Tornare dove è stato amato come pochissimi altri nella storia del gioco? Davanti a Lillard di aprono possibilità e scenari molto diversi tra loro. Starà a lui, alla soglia dei 35 anni e per la prima volta nella sua carriera, decidere a quale fattore dare maggiore importanza rispetto a tutto il resto

PRIMA POSSIBILE DESTINAZIONE: PORTLAND
Un ritorno a casa, a due anni di distanza dalla dolorosa rottura dell’estate del 2023. Ora, però, è tutto cambiato perché i Blazers sono riusciti a cambiare pelle e possono contare su un nucleo giovane davvero promettente. E Lillard, al fianco di un altro veterano appena sbarcato a Portland come Jrue Holiday, potrebbe decidere di agire da mentore per i tanti talenti in rampa di lancio in maglia Blazers, a partire da Scoot Henderson

SECONDA POSSIBILE DESTINAZIONE: MIAMI
Era la destinazione desiderata nell’estate del 2023, durante la quale Lillard aveva mandato più volte segnali rispetto alla sua volontà di trasferirsi a South Beach prima di finire invece a Milwaukee. E la pista Heat potrebbe ora tornare d’attualità, anche se considerato il roster oggi come oggi a disposizione di coach Erik Spoelstra risulta difficile immaginare Miami come contender a Est. A Dame, però, potrebbe anche bastare la possibilità di vestire quella maglia tanto ammirata in passato

TERZA POSSIBILE DESTINAZIONE: DENVER
Se invece Lillard dovesse decidere che il suo obiettivo rimane provare a vincere il titolo, poche piazze sarebbero più adatte di Denver. I Nuggets hanno portato a gara-7 i futuri campioni Thunder lo scorso maggio, sono usciti molto rinforzati dalla sessione di mercato estiva e hanno in Nikola Jokic il miglior giocatore al mondo. A Dame, quindi, verrebbe chiesto di essere la classica ciliegina sulla torta, ruolo forse ideale visto anche il recente infortunio e le intuibili ricadute sulle tempistiche del suo pieno recupero

QUARTA POSSIBILE DESTINAZIONE: CLEVELAND
Se Denver sembra poter offrire ottime chance si successo, Cleveland può vantare in più la poca consistenza della Eastern rispetto alla Western Conference. Gli infortuni a Tyrese Haliburton e Jayson Tatum hanno di fatto tolto dai giochi Indiana e Boston, ultime due finaliste in uscita dall’Est, e l’approdo alle Finals sembra tutt’altro che in salita per i Cavs, che in quella che si preannuncia come la stagione del riscatto dopo la delusione dell’eliminazione con i Pacers gradirebbero poter contare anche su un Lillard in più

QUINTA POSSIBILE DESTINAZIONE: MINNESOTA
I Timberwolves vengono dati da tutti in seconda fila nell’affollatissima Western Conference, più che altro per i limiti evidenti nel reparto playmaker, dove Minnesota può contare solo sul veterano Mike Conley, dall’autonomia ormai ridotta, e sul talento ancora tutto da decifrare di Rob Dillingham. Inserire Lillard, magari a stagione in corso, potrebbe quindi far fare un salto di qualità a tutta la squadra, che in lui troverebbe anche una validissima alternativa offensiva per rendere meno monolitico un attacco in passato spesso troppo centrato sul solo Anthony Edwards
