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NBA, la gemma nascosta (e sottovalutata) di ogni squadra

NBA

Introduzione

Non sono nomi che finiscono spesso nei titoli o negli highlights. Sono giocatori spesso oscuri, in fase di crescita, ma con tanto potenziale da esplorare oppure con la capacità di rendersi molto utili anche sotto traccia. Squadra per squadra, ecco i trenta nomi da tenere d'occhio (scelti da Bleacher Report) per non ritrovarsi sorpresi quando le loro prestazioni risulteranno magari decisive per un'importante vittoria. 

Quello che devi sapere

MOUHAMED GUEYE (HAWKS)

Il suo gioco offensivo è ancora da inventare, ma stoppa più di due palloni a partita se parametrato sui 36 minuti e ora che Capela è andato a Houston dietro a Okongwu potrebbe trovare più spazio e opportunità.

MOUHAMED GUEYE (HAWKS)

SAM HAUSER (CELTICS)

Nei quattro anni di carriera NBA, tutti ai Celtics, ha tirato con il 42% da tre (specialità della casa) e con oltre il 61% da due punti. Ora, con una versione di Boston che ha perso qualche "nome", per lui potrebbero esserci più minuti, dai quali potrebbe approfittare sul modello di quanto fatto da Pritchard la scorsa stagione.

SAM HAUSER (CELTICS)
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NOAH CLOWNEY (NETS)

Deve ancora far vedere tutto il suo potenziale, ma questa potrebbe essere la stagione buona. Di lunghi alti 2.10 capaci di giocare sul perimetro - tanto in attacco (con il tiro da tre, su quasi 6 tentativi a sera, anche se ancora con il 33%) che in difesa (con la mobilità di piedi) - in NBA c'è sempre tanto bisogno. 

NOAH CLOWNEY (NETS)

MOUSSA DIABATÉ (HORNETS)

Ha fiuto, tanto fiuto per i rimbalzi d'attacco, questo ventitreenne su cui Charlotte vuole puntare. Per catturare pallone sotto i tabelloni avversari Diabaté (lo dicono i numeri) è già oggi in top 10 NBA per percentuale di rimbalzi offensivi. Sa proteggere il proprio canestro e al ferro ha segnato il 65% dei suoi tiri. 

MOUSSA DIABATÉ (HORNETS)
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AYO DOSUNMU (BULLS)

Difensivamente è il giocatore a cui coach Donovan si affida per mettere pressione sul portatore di palla avversario. Offensivamente è al meglio quando può penetrare (sia per concludere che per generare un assist) nel cuore delle difese avversarie, grazie alla sua velocità: solo Haliburton e Pritchard hanno fatto meglio di lui in questo aspetto del gioco.

AYO DOSUNMU (BULLS)

SAM MERRILL (CAVS)

In difesa ci mette tanto impegno, in attacco si affida così tanto al suo tiro da tre (micidiale: oltre il 40% in carriera) che le sue statistiche fanno quasi sorridere: si prende più di cinque triple a sera, mentre non arriva a un tiro da due a partita.

SAM MERRILL (CAVS)
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NAJI MARSHALL (MAVS)

Ha fisico e mobilità, anche se gli manca ancora un po' di costanza da fuori per essere il classico "3&D" NBA. Al momento è più a suo agio attaccando il ferro, dove ha tirato con oltre il 56% in penetrazione. Nelle rotazioni dei Mavs può far molto comodo a coach Kidd.

NAJI MARSHALL (MAVS)

JULIAN STRAWTHER (NUGGETS)

In gara-5 della serie contro OKC ha avuto il suo momento di gloria (con 15 punti e 3/4 da tre punti, tutti segnati nel secondo tempo), dimostrando quello che può essere capace di fare. La costanza però deve migliorare, così come la sua difesa, attualmente molto rivedibile. E con una panchina dei Nuggets uscita rinforzata dal mercato non è detto che ci siano mille occasioni per farlo.

JULIAN STRAWTHER (NUGGETS)
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CHAZ LANIER (PISTONS)

La prima matricola di questa lista, scelta al n°37 all'ultimo Draft. Ha nel tiro (e anche nel volume di tiro, quando ce n'è la possibilità) la sua caratteristica migliore, aspetto che gli ha fatto meritare qualche paragone addirittura con lo stile di gioco di Klay Thompson. Ma con i Pistons tornati competitivi, quanti minuti potrà vedere Lanier?

CHAZ LANIER (PISTONS)

QUINTEN POST (WARRIORS)

Vicino al 41% da tre nelle 179 triple tentate, Post ha dimostrato a coach Kerr di poter essere quel "cinque" tattico capace di aprire il campo con il suo tiro da fuori. Deve migliorare difensivamente, e potrebbe risentire dell'arrivo (vociferato) di Al Horford sulla Baia, che sicuramente gli toglierebbe minuti e opportunità. 

QUINTEN POST (WARRIORS)
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JAE'SEAN TATE (ROCKETS)

L'anno scorso ha giocato soltanto poco più di 11 minuti a partita e le sue opportunità non dovrebbero aumentare con un roster ancora più competitivo. Ma la tenacia nella metà campo dietro dell'ala dei Rockets può tornare molto utile a coach Udoka, uno che apprezza un mastino difensivo

JAE'SEAN TATE (ROCKETS)

JAY HUFF (PACERS)

La lista dei giocatori capaci l'anno scorso di stoppare 50 tiri e segnare 50 triple con il 40% è molto breve: Kevin Durant, Keon Ellis, Kristaps Porzingis, Nikola Vucevic e... Jay Huff. Che fa sentire la sua voce anche difensivamente (gli avversari tirano solo il 57% al ferro contro di lui). Non sarà Myles Turner, ma attenti all'ex Grizzlies. 

JAY HUFF (PACERS)
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JORDAN MILLER (CLIPPERS)

I Clippers lo hanno tagliato un mese fa (per far spazio al contratto di Bradley Beal) ma sono riusciti a rifirmarlo con un contratto two-way perché le sue capacità di realizzatore non dispiacciono affatto. Ha il fisico per penetrare con forza nelle difese avversarie e guadagnarsi viaggi in lunetta

JORDAN MILLER (CLIPPERS)

JAKE LARAVIA (LAKERS)

Magari non eccelle in nulla, ma fa sufficientemente bene tante cose e ha quella qualità intangibile di sapersi rendere utile alla propria squadra. Per questo l'accordo di due anni per 12 milioni di dollari potrebbe rivelarsi una mossa molto astuta da parte di Rob Pelinka.

JAKE LARAVIA (LAKERS)
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CAM SPENCER (GRIZZLIES)

In Summer League ha entusiasmato col suo tiro da fuori (46.5% da tre su oltre 7 triple a partita), ma oltre a doti atletiche notevoli dalla sua ci sono anche buona visione di gioco e abilità nel passaggio. Certo, la competizione nel roster dei Grizzlies è notevole (Scottie Pippen Jr., Ja Morant, Jaylen Wells, Ty Jerome, Kentavious Caldwell-Pope, Vince Williams Jr. solo tra le guardie) e questo potrebbe essere un problema.

CAM SPENCER (GRIZZLIES)

PELLE LARSSON (HEAT)

Tyler Herro e Norman Powell sono giocatori "plug-and-play", capaci di funzionare senza molto attorno. Larsson è invece una forza nel guadagnarsi viaggi in lunetta e nel giocare in transizione, grazie alla capacità di gestire al meglio i contatti. Potrebbe integrarsi bene nell'attacco degli Heat. 

PELLE LARSSON (HEAT)
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A.J. GREEN (BUCKS)

Quello detto per Merrill (Cavs) vale all'ennesima potenza anche per Green: l'85% dei suoi tiri arrivano da oltre l'arco dei tre punti, da dove (in carriera) ha tirato con oltre il 42%. Solo Grayson Allen, Sam Hauser e Luke Kennard possono vantare le sue percentuali con il suo volume negli ultimi tre anni di NBA.

A.J. GREEN (BUCKS)

TERRENCE SHANNON JR. (T'WOLVES)

Potrebbe davvero diventare uno dei nomi più sorprendenti della prossima stagione, visto che con la partenza di Alexander-Walker coach Finch si affiderà sempre di più a lui. Due volte in doppia cifra (e una gara chiusa a 9 punti) nelle quattro partite di playoff contro OKC, ha già dimostrato di potersi mettere in luce anche ad alto livello, grazie a una notevole potenza fisica, alla capacità di attaccare i closeout e mettere pressione al ferro. 

TERRENCE SHANNON JR. (T'WOLVES)
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KARLO MATKOVIC (PELICANS)

Ha tenuto gli avversari sotto al 57% al tiro al ferro lo scorso anno e in attacco può aprire il campo con il tiro da tre, come dimostrato in G League (più che nella sua unica annata NBA). E di fianco a Zion Williamson un lungo che possa creare spazi offensivi è più utile che mai.

KARLO MATKOVIC (PELICANS)

GUERSCHON YABUSELE

Ha trovato i suoi punti in maggioranza attaccando i closeout avversari e prosperando in quella zona di mezzo tra il ferro e il perimetro. Se saprà confermare i progressi al tiro da tre punti (38% dall'arco, su oltre 5 tentativi se parametrati su 36 minuti) coach Brown potrebbe trovargli spazio continuativamente nelle rotazioni dei Knicks.

GUERSCHON YABUSELE
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AJAY MITCHELL

La sua forza è soprattutto in difesa, dove gioca con una saggezza non comune per la sua età. Ma in Summer League ha dimostrato miglioramenti anche nella gestione di palla, sempre più a suo agio a creare gioco. Nelle triple frontali ha tirato oltre il 37% da rookie, e come (secondo) cambio dell'MVP è un sicuro lusso. 

AJAY MITCHELL

TRISTAN DA SILVA (MAGIC)

Non aiuta quando giochi lo stesso ruolo delle due star della squadra, Paolo Banchero e Franz Wagner, tanto è vero che il brasiliano ha impressionato soprattutto all'inizio di stagione, quando ha trovato minuti per le assenze dei due giocatori principali di coach Mosley. Rimane un giocatore di 2.03 molto mobile, a cui sarà chiesto di migliorare nel tiro da tre

TRISTAN DA SILVA (MAGIC)
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TRENDON WATFORD (SIXERS)

In difesa è più a suo agio sugli esterni ma ha il fisico per cambiare anche sui lunghi, mentre in attacco ama attrarre contatti (e falli) e nel disastroso attacco dei Blazers dello scorso anno è riuscito a tirare con oltre il 50% in penetrazione. Ai Sixers può trovare spazio e opportunità.

TRENDON WATFORD (SIXERS)

JORDAN GOODWIN (SUNS)

I Suns lo conoscono bene, avendolo già avuto per una parte della stagione 2023-24. Ne apprezzano soprattutto le doti difensive, che sono quelle di un autentico mastino, sia sulla palla che lontano dalla stessa, lottando per passare su ogni blocco. L'attacco lascia più a desiderare ma nella parentesi ai Lakers le percentuali da tre fanno ben sperare. 

JORDAN GOODWIN (SUNS)
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YANG HANSEN (BLAZERS)

Un'altra matricola entra nella lista, e non può non essere lo "Jokic cinese" di cui si è tanto parlato in fase di Summer League: a incantare sono state soprattutto le sue doti di passatore, ma ha dimostrato di essere abbastanza a suo agio da prendersi anche il tiro da tre punti. E per un giocatore di 2.15 non è banale. Difensivamente è da scoprire. 

YANG HANSEN (BLAZERS)

NIQUE CLIFFORD (KINGS)

Scelto alla n°24 all'ultimo Draft, anche per lui vale quanto fatto vedere in Summer League, dove ha dimostrato di volere (e poter) essere un difensore roccioso ma soprattutto un attaccante capace di segnare in tanti modi diversi (e non sempre semplici). 

NIQUE CLIFFORD (KINGS)
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JULIAN CHAMPAGNIE (SPURS)

Sempre più a suo agio nel (prezioso) ruolo di "3&D", il giocatore degli Spurs è tra i più diligenti anche offensivamente se si guarda alle zone di campo da dove ottiene la sua produzione. Ovvero: da dietro l'arco o al ferro. Proprio come vuole la moderna NBA.

JULIAN CHAMPAGNIE (SPURS)

JONATHAN MOGBO (RAPTORS)

In difesa è già oggi un giocatore che può tenere bene un campo NBA, grazie alla sua capacità di cambiare su ogni avversario e a un'apertura di braccia che raggiunge i 218 centimetri, e spaventa molti avversari. In attacco è tutto da inventare, il tiro da tre non c'è ma da bloccante, ancora grazie alla sua mobilità, può ricavare qualcosa. 

JONATHAN MOGBO (RAPTORS)
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KYLE FILIPOWSKI (JAZZ)

Ora che è stato nominato l'MVP della Summer League di Las Vegas diventa quasi irrispettoso inserire il secondo anno dei Jazz in questa lista, ma Filipowski ha davvero tutto per recitare da protagonista la prossima stagione. Ottimo tiratore (alla Chet Holmgren, per altezza e accuratezza), oltre il 50% dal campo e oltre il 61% da due da rookie, si è posizionato tra i migliori per efficienza in penetrazione al ferro. Un "quattro" puro, che dovrà trovare il suo posto in camp accanto a Markkanen.

KYLE FILIPOWSKI (JAZZ)

JUSTIN CHAMPAGNIE (WIZARDS)

Insieme a Coulibaly è già oggi il difensore più affidabile degli Wizards e in attacco ha dimostrato di essere un'autentica sentenza nel tiro da tre, soprattutto quando può lasciarlo andare direttamente dal passaggio (42% in stagione). Il contratto pesa per meno di 2.4 milioni di dollari: un affarone. 

JUSTIN CHAMPAGNIE (WIZARDS)
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