Belinelli: "Vi racconto quella mia schiacciata il giorno di Natale"

Il giorno di Natale è uno dei momenti più belli per la pallacanestro e tutti gli appassionati NBA, se ti dico Christmas NBA, cosa ti viene in mente? Qual è il tuo primo ricordo? “Il primo ricordo non è da giocatore, ma da ragazzino. Ero un grande appassionato della pallacanestro e soprattutto del mondo NBA, per me aspettare il Natale non significava solamente aspettare i regali, ma anche aspettare la partita che poi avrebbero trasmesso. Il primo ricordo che ho è questa specie di ‘ansia’ che avevo per cercare di affrettare il tempo e poter vedere una partita NBA, soprattutto il giorno di Natale. I ricordi successivi invece sono le partite da giocatore, ne ho giocate tre ma senza mai riuscire a vincere” Tre partite di Natale, tre partenze in quintetto e anche 29 minuti di media: possiamo dire che Marco Belinelli era il giocatore del giorno di Natale. La prima volta è stata a Chicago nel 2012, hai un ricordo particolare di quella partita contro gli Houston Rockets? “Ricordo che perdemmo e a fine partita ero molto triste. Le partite di Natale sono molto seguite e tutti i giocatori ci tengono a giocare bene e a vincere. Ma purtroppo non è successo” E poi due volte con i San Antonio Spurs, nel 2013 e poi nel 2014: qui un ricordo speciale ce l’hai… “Sì, nel 2014 giocavamo contro OKC e in occasione di un cambio difensivo mi sono trovato davanti Serge Ibaka, un giocatore clamoroso, fortissimo in difensa e bravissimo a stoppatore. Ho fatto un crossover, che non era la mia giocata preferita, sono andato dentro e ho schiacciato con lui di fianco che cercava di stopparmi ma senza riuscirci. È un bel ricordo di quella partita di Natale” Tra le cinque partite di quest’anno c’è anche la super sfida tra i campioni in carica, gli Oklahoma City Thunder, e i ‘tuoi’ Spurs. Ti fa strano non vedere più Popovich in panchina? Cosa pensi di questo nuovo ciclo degli Spurs? E di Wembanyama? “Non vedere più in panchina un uomo como Popovich, potente e carismatico sotto tutti i punti di vista, mi fa un certo effetto. Al di là delle qualità tecniche, la sua figura manca anche a livello mediatico, le sue interviste e le sue battute ormai erano famose, e la sua mancanza si sente davvero molto. Credo che la sentano tutti i giocatori e tutto il mondo della pallacanestro. Ma dall’altro lato devo dire che questi nuovi Spurs stanno facendo molto bene. Non sono stupito, perché dietro ci sono sempre Popovich e RC Buford e la strada intrapresa è quella giusta. Già da qualche anno hanno aperto un nuovo ciclo puntando su tanti ragazzi giovani e ora hanno Wembanyama, un giocatore unico e stellare. Non avevo mai visto un giocatore del suo calibro. Ma comunque tutta la squadra sta andando bene e mi sembra che la società stia seguendo la strada intrapresa da OKC. Dopo anni di lavoro, adesso sta venendo fuori il potenziale di molti giocatori e hanno iniziato la stagione in maniera incredibile. E anche senza Popovich in panchina, questi Spurs rispettano la filosofia e il carattere di San Antonio” Battere Oklahoma però non sarà facile, c’è anche chi pensa che possano migliorare il record dei Warriors del 2015-16 : tu che ricordi hai quella squadra? “Sembravano un videogioco, erano praticamente imbattibili. Quando ci giocavi contro nell’aria si respirava una qualcosa di particolare… sembrava fossero protetti da qualcosa e non potessero perdere. Erano una squadra incredibile e fare quel record è un qualcosa di unico. Ricordo che l’anno dopo la vittoria con gli Spurs vincemmo 20-21 partite di fila: è davvero difficile farlo e ti rendi conto che in quel momento ti va bene veramente tutto. Per fare una serie di vittorie così lunga, tutti i giocatori devono stare bene, il sistema di gioco deve essere perfetto, non deve esserci nessun infortunio: insomma, serve anche il destino, anche perché in NBA ogni partita è difficile e in campo ci sono sempre tante stelle da marcare” Questo potrebbe essere l'ultimo Natale in NBA di LeBron James: tu ti sei ritirato da poco, secondo te lui come vivrà il ritiro? “Secondo me in questa stagione LeBron sta facendo una grandissima cosa. Pur non essendo più giovanissimo, rimane un giocatore fortissimo, lo vediamo ancore volare e schiacciare, ma anche lui si è accorto che in questo momento i Lakers girano intorno a Doncic. LeBron ha capito questa cosa e sta cercando di fare le cose più importanti per far crescere i giovani attorno a lui per raggiungere il suo obiettivo: vincere un altro titolo NBA. Sta facendo una cosa esemplare da questo punto di vista. Quest’anno abbiamo visto molte azioni in cui non ha preso il tiro della vittoria e, anzi, ha cercato di creare un passaggio per un altro giocatore per dargli fiducia: queste sono cose importanti. Il momento del ritiro io l'ho affrontato nella maniera più tranquilla possibile, perché inevitabilmente è è un momento un po' complicato. Quando si avvicina il momento di doverlo rendere pubblico, ti chiedi ‘ma sei sicuro?’, ‘stai facendo la cosa giusta?’, però quando è arrivato il momento ero convinto. E poi, come ho sempre detto, la vittoria dello Scudetto contro Brescia è stata la ciliegina sulla torta. Ho cercato di ascoltare il mio fisico, la mia famiglia, i miei cari e la società. Ho parlato con alcune persone della società e ho capito che si voleva provare a costruire una squadra più giovane e anche questo mi ha reso la scelta più semplice. Io poi avevo sempre detto che volevo smettere di giocare a pallacanestro essendo ancora io, vale a dire ancora un giocatore importante” Da Gilgeous-Alexander a Wembanyama: in questa NBA ci sono tanti giocatori che si stanno prendendo la scena, a te chi piace di più? E chi vedi come possibile ‘volto della lega’? “Secondo me in questo momento Wemby e Doncic sono la faccia della NBA, senza nulla togliere Gilgeous-Alexander, che è il leader di OKC e l’anno scorso è stato meritatamente Mvp delle Finals. La sua crescita mi ha colpito, ricordo che giocai contro di lui quando giocava ai Clippers e anche nella nazionale canadese e non avrei mai detto che sarebbe potuto diventare così forte. Ha grandissimo un controllo del suo corpo quando gioca: una qualità che hanno veramente pochi altri” Per un giocatore italiano ed europeo come te, è un orgoglio vedere dominare in NBA Jokic? “Assolutamente sì, è sempre bello vedere un giocatore europeo che fa la differenza in NBA. E lui ha fatto anche di più, riuscendo a vincere il titolo di Mvp della stagione. È un giocatore dotato di un talento veramente unico e questa cosa rende orgogliosi tutti quanti. Secondo me è molto importante anche per i più piccoli. Un ragazzino europeo innamorato del basket può guardare Jokic e dire ‘è un mio vicino, ci posso provare anche io’ e questa è la cosa più importante”

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Belinelli: "Vi racconto quella mia schiacciata il giorno di Natale"

Mauro Bevacqua