Léon Marchand, il “mercante di sogni” che ricorda tremendamente Michael Phelps

Che ci fosse qualcosa di speciale intorno a Marchand si era già capito la sera del 27 luglio, quando entrando ne La Défense Arena di Parigi per la finale dei 400 metri misti il pubblico di casa era andato letteralmente in visibilio, come in vasca stesse scendendo la Gioconda di Leonardo in carne e ossa. La performance del classe 2002 di Tolosa era stata poi di fatto un capolavoro: dopo aver scherzato durante le batteria, durante la finale ha fermato il cronometro a 4’02”95, rifilando quasi 6 secondi ai primi inseguitori e strappando il record olimpico a Micheal Phelps, che lo deteneva dal 2008. In quei cinque minuti tra l’ingresso a bordo vasca e la nuotata si è capito, nettamente, che quella di Parigi sarebbe stata anche l’Olimpiade di Léon Marchand. Non che ci fossero dei dubbi, in realtà. Marchand di fatto è già da un paio di stagioni il nuotatore più veloce e versatile del panorama mondiale, già vincitore di 5 medaglie d’oro e 1 d’argento durante le ultime due rassegne Mondiali, a Budapest nel 2022 e a Fukuoka nel 2023. La sua storia alle Olimpiadi era però ancora tutta da scrivere, visto che a Tokyo 2020, all’inizio della sua carriera, non riuscì ad andare oltre il sesto posto dei 400 misti. L'erasmus con Bob Bowman, ex allenatore di Phelps Proprio da Tokyo qualcosa è cambiato, in primis il suo approccio allo sport. Marchand si è reso conto che non era più sufficiente essere il migliore solo in terra francese, voleva andare a prendersi tutto il mondo del nuoto. E l’occasione gliel’ha data niente di meno che la ASU, l’Arizona State University, la cui squadra di nuoto è comandata militarescamente da tale Robert Bowman, detto Bob, che a tempo perso è stato l’allenatore di quello che è solo il miglior nuotatore della storia: Michael Phelps. Sotto la gestione – o per meglio dire, il regime – di Bowman, Léon Marchand è diventato ingiocabile per la concorrenza, che lo vede sfrecciare troppo veloce e in troppe discipline nella corsia centrale, dominante come a suo tempo fu “The Baltimore Bullet”. Tanto da non perdere una gara in una grande manifestazione ormai da due anni, quando l’ungherese Milàk gli strappò i 200 metri farfalla a Budapest nel 2022. La grande rimonta nei 200 metri delfino Corsi e ricorsi storici che passano proprio dallo stesso Milàk, che il 31 luglio, durante la finale proprio dei 200 farfalla ha incassato la rivincita di Marchand, nel modo più sonoro possibile: l’ungherese è partito lanciatissimo nella sua gara, staccando la concorrenza fino ai 150 metri e lasciando indietro la concorrenza di oltre 1 secondo. A quel punto, prima dell’ultima vasca, Marchand, fino a quel momento in lotta per salire sul podio, ha inserito le marce alte, spinto dal pubblico de La Défense Arena, ormai la sua seconda casa, che cadenzava con un boato ognuna delle sue bracciate. A 25 metri dall’arrivo la sensazione era che Milàk avesse un macigno legato intorno alle caviglie, mentre Marchand sembrava appena entrato in acqua per il riscaldamento, tanto era evidente la differenza di fluidità nei movimenti e la velocità di crociera dei due nuotatori: 3 metri mangiati in meno di una vasca, distrutto l’antagonista Milàk in 1’51”21, nuovo record olimpico della specialità e seconda medaglia d’oro della sua Olimpiade. Due ori e due record olimpici nella stessa serata L’oro nel delfino è stato il punto esclamativo sulla storia delle Olimpiadi, e non solo per la medaglia e il record. Tempo di fare un salto sul podio, qualche foto di rito, ascoltare la Marsigliese e di nuovo in vasca di riscaldamento. Già, perché alle 22:00 Marchand è di nuovo in camera di chiamata, pronto per la finale dei 200 rana, a meno di due ore dalla prima gara. Stavolta senza lotta, a discapito della fatica, non c’è stata speranza per gli avversari: quasi 1 secondo all’ex campione olimpico e ex detentore del record Zac Stubblety-Cook, terza medaglia personale al collo e terzo record della rassegna in 2’05”85. Con conseguente epifania del pubblico francese , che ha visto l’idolo di casa vincere 2 ori nella stessa serata, come mai nessuno prima nella storia delle Olimpiadi. L'erede di Micheal Phelps? Nessuno, nemmeno quel Micheal Phelps di cui sembra la cosa più vicina che ci sia stata negli ultimi 10 anni. Per tante ragioni. Per essere allenati da Bowman, ovviamente, che un qual certo intuito per i fenomeni ce lo deve avere. Per il modo di dominare gara e avversari, sotto il profilo tecnico e sotto il profilo mentale. Per essere entrambi degli eccezionali “mististi”, atleti estremamente versatili in almeno due stili . Per la facilità a ritoccare i record, e per farlo con una semplicità e una naturalezza che non lasciano speranze agli avversari. Rispetto a Michael, Léon ha una struttura muscolare più normale, meno possente, meno costruita con sessioni estreme di allenamenti in palestra, fattore che lo rende meno competitivo sulle brevi distanze, dove ci vuole anche una dose generosa di forza bruta. Per ora, almeno. Perché il “normale” Marchand ha già strappato a Phelps tutti i suoi record personali , a eccezione dei 200 misti, che disputerà in queste ore, a caccia del quarto oro. Certo, il conteggio al momento dice 28 medaglie olimpiche contro 3, così come è senza discussione la precocità dell’americano rispetto a quella del figlio d’arte Léon . Ma le aspettative, così come le potenzialità non mancano. La "Marchand-Mania" Senza che il pubblico se ne rendesse conto siamo entrati ufficialmente nella “Marchand-Mania”: nelle ultime settimane il profilo Instagram del fenomeno francese è stato preso d’assalto e veleggia rapidamente verso il milione di follower, mentre i suoi post hanno moltiplicato di dieci volte il numero dei like rispetto a quando era “solo” un detentore del titolo mondiale. Proprio in queste ore sui social sta spopolando un reel del 2023, quando durante i Mondiali di Fukuoka lo stesso Micheal Phelps si alzò in piedi ad applaudire durante la cronaca dei 400 metri misti mentre Marchand si apprestava a dare le ultime bracciate, quelle della medaglia d’oro e del nuovo record del mondo. Il “mercante dei sogni”, come lo ha definito il presidente della Repubblica Emmanuel Macron – in francese, “marchand” significa appunto mercante – sta dando certamente un grande rilievo alle Olimpiadi che si disputano all’ombra della Torre Eiffel, ma non è solo il paladino del popolo transalpino, bensì sembra anche l’erede di Michael Phelps per portare il nuoto in una nuova dimensione, che va ben oltre le 10 corsie della piscina olimpica.