La solitudine del quarto (posto)

Olimpiadi
Fabio Tavelli

Fabio Tavelli

©Getty

È molto nobile e generativa di buoni sentimenti questa narrazione che tutto sommato va bene anche quando non si vince. Non solo non si può sempre vincere, ma quel che ha tratteggiato molti racconti di questi Giochi Olimpici racconta anche del fatto che quando l’avversario è superiore la non vittoria (definizione che preferisco a ‘sconfitta’ nelle discipline che non presuppongono un uno-contro-uno) diventa non solo qualcosa di fisiologico, ma quasi di inevitabile. Come inevitabile ne è stata la sua accettazione

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