Alice nella ginnastica delle meraviglie

In principio ci fu Vanessa Ferrari. Mai una ragazza italiana era arrivata a vincere il titolo mondiale nel concorso generale nella ginnastica artistica. Era il 2006. E nel 2007 arrivarono due ori agli Europei, concorso generale e corpo libero, la sua specialità. Sono le date segnate sul calendario geologico della ginnastica per stabilire quando inizia un’era. Un’era che è in corso con una moltiplicazione di ginnaste di vertice e di medaglie. Con Vanessa Ferrari e intorno a Vanessa sono arrivati buoni risultati, qualche successo, sono arrivate soprattutto bambine in palestra con il sogno di imitarla. Per l’attività di vertice c’è stata quella selezione naturale che ha cominciato a portare le migliori della nazione all’Accademia di Brescia. Dove c’è Enrico Casella, storico allenatore di Vanessa Ferrari prima ed ora Direttore Tecnico della nazionale. È a Brescia che in questi anni è stato realizzato il miracolo all’italiana di formare un gruppo di atlete competitive in grado di andare agli Europei per competere sempre per le medaglie, ora in grado andare ai mondiali e alle Olimpiadi per competere per le medaglie. Le bambine iscritte nelle palestre italiane sono un buon numero, se si tratta di formare atlete di livello nazionale e internazionale, le cose cambiano. Non siamo gli Usa, e ci mancherebbe ovviamente. In America non c’è solo Simone Biles. Nei club o società che fanno ginnastica artistica agonistica ci sono circa 90 mila iscritti, ma la grande differenza è il sistema dei college, che arriva a schierare nelle tre Division dei campionati NCAA ben 82 scuole universitarie. Un bacino infinito. Chissà quante ragazzine sono andate in palestra negli States e hanno iniziato a fare una ruota o un volteggio grazie a Simone Biles da Rio 2016 in poi. Chissà quante lo faranno in Italia grazie all’oro di Alice D’Amato alla trave e al bronzo di Manila Esposito a Parigi 2024. Quante avranno fatto una enjambée o un salto con avvitamento sul divano, si spera, seguendo la gara a squadre dove le Fate azzurre hanno conquistato la medaglia d’argento. Quell’era iniziata nel 2006 è arrivata al punto in cui è avvenuto il cambiamento. Il fenomeno che stiamo osservando non è più lo stesso. L’uscita salto teso con due avvitamenti e mezzo di Alice D’Amato alla trave ha completato un capolavoro che entra nella storia olimpica azzurra. Atterraggio stoppato, cioè perfetto. Al termine Alice era felice e inconsapevole, lontana da pensieri da medaglia. Poi è diventata meravigliosamente felice e consapevole poco dopo quando ha scoperto che era prima, era medaglia d’oro. E sul podio ha trovato un’altra bandiera italiana, ha trovato Manila Esposito, terza in una classifica che ha premiato la pulizia tecnica e la tenacia delle azzurre. La trave tradisce, ti butta giù dai suoi 10 centimetri che ti costringono a lottare contro la gravità. A Parigi ha buttato giù dal podio anche fenomeni come la Biles. Ma all’Italia ha consegnato una gara da sogno, una gara record. Primo oro nella ginnastica artistica femminile ai Giochi, prima gara con doppia medaglia. Alice D’Amato è una ragazza genovese di 21 anni che ha percorso tutte le strade che da una palestra portano all’Olimpiade con la gemella Asia, assente a Parigi per infortunio. Ha vinto anche per lei. Alice è una ragazza che un giorno chiameremo leggenda. Con un oro e l’argento della gara a squadre ha vinto più di Igor Cassina e Yuri Chechi, e per trovare chi ha fatto meglio bisogna andare indietro nel calendario geologico della ginnastica fino al mitico Franco Menichelli, nel 1964. Un’altra era, dove la ginnastica di vertice era soprattutto maschile. L’artistica femminile chiude Parigi 2024 con due sole medaglie europee in totale. Sono entrambe italiane. Sono quelle di Alice D’Amato e Manila Esposito. Anzi, con l’argento della gara a squadre fanno tre medaglie europee, tutte italiane. Siamo il meglio del continente, in questa nostra era. Il successo appartiene a chi l’ha colto e a chi ha creato il gruppo. A Tokyo 2020 la squadra aveva chiuso al quarto posto. Sembrava la grande occasione mancata e sembrava che l’argento di Vanessa Ferrari al corpo libero chiudesse un ciclo. È stato solo l’inizio. Il gruppo che ha poi vinto gli Europei 2022 e 2024 è intercambiabile. Gli infortuni sono frequenti, le atlete di vertice sono più numerose che in passato, si possono spostare gli elementi senza che squadra abbassi il suo potenziale. Le medaglie sono poi una conseguenza. Alice D’Amato da piccola, nella sua Genova, che ha lasciato a 11 anni per trasferirsi con la gemella Asia a Brescia in Accademia, sembrava portata per la trave. Poi si è innamorata soprattutto delle parallele asimmetriche, ma ha imparato ad essere solida su tutti gli attrezzi per essere competitiva nel concorso generale. Ha imparato a sbagliare poco, difetto che negli anni le ha portato via decimi di punto preziosi in qualche gara importante. Non era ancora il suo tempo. La solidità a Parigi c’è stata, su elementi di alto livello. Fai il tuo e le medaglie arriveranno, fallo ogni volta. Perché in ginnastica si dice che la gara è gara. Si vince solo in quel momento. Non prima. Non dopo. Manila Esposito ha vinto una medaglia olimpica a 17 anni e la trave per lei è sempre stata una compagnia gradita. Sui quei 10 cm ha vinto l’argento agli Europei 2023 e poi l’oro a Rimini nel 2024, dove ha di fatto dominato vincendo anche gara a squadre con le compagne, concorso generale e corpo libero. È già un futuro che sta avvenendo in anticipo. Non è più bambina da poco, ci sono già bambine che sognano di imitarla.

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