Top Ganna: veloce, semplice, spettacolare

Argento nella cronometro lungo le vie, insidiosamente bagnate per un gigante come lui dalla pioggia di Parigi, sabato 27 luglio dietro Evenepoel, e bronzo col quartetto nel Velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines, mercoledì 7 agosto. Un riassunto magari noioso ma pure doveroso. Sesto uomo a riuscirci nella storia. Ganna può aggiungere l’oro di Tokyo, sempre condiviso nell’inseguimento a squadre, per una collezione completa di medaglie, di cui va particolarmente orgoglioso. A Los Angeles Filippo Ganna nel 2028, avrà solo 32 anni e vuole esserci, aspettando di conoscere i percorsi, non solo crono ma pure la prova su strada, e i compagni per i giri in pista, sognando che qualcuno si accorga di quanto manchi l’inseguimento individuale e lo riproponga. Dal 2008 è scomparso per far posto a keirin e team sprint femminile, alla bmx penalizzando il futuro detentore del record dell’ora e 5 volte campione del mondo della specialità. Una follia, velocità e inseguimento individuale non dovrebbero mai mancare in un programma serio. Pippo non è solo pista e crono, crono e pista. Come sappiamo è veloce e può vincere almeno 3, forse 4, delle 5 gare monumento su strada. Si pensava che la Roubaix fosse quella più adatta a lui, eppure la Sanremo sembra essere la preferita, persino alla prova dei fatti, e per uno tosto come lui anche sugli strappi il Fiandre va benissimo. Potrebbe persino provare con la Liegi, solo il Lombardia è fuori portata. Ha un contratto con la Ineos Grenadiers per le prossime due stagioni, una squadra che ha fortemente voluto, cercato ai tempi del Team Sky, dovendo quasi convincere Sir Dave Brailsford, grande capo della squadra, a ingaggiarlo. Incredibile ma vero. Oggi Pippo è uno dei corridori più “desiderati”, pur non appartenendo, per stipendio, alla primissima fascia, quella di Pogacar, Eevenepoel, Vingegaard e Van der Poel. Alla Ineos è un leader, più di capitano, uno di quelli che conta, uno de tre o quattro che pesano in squadra quando si devono prendere decisioni. Un corridore, a 28 anni, comunque ancora in fase di maturazione. Costretto da una scuola italiana poco “elastica”, per essere gentili, a lasciarlo più in sella che sui libri per via delle assenze, incapace di trovare un punto di equilibrio per un ragazzo che fa sport di alto livello. In casa, Verbania, Lago Maggiore, sponda piemontese, ha avuto l’esempio del padre Marco, anche alle Olimpiadi, proprio a Los Angeles, futuro obiettivo di Pippo, nel 1984 col kayak k4 velocità. Esempio legato allo spirito di sacrificio, agli allenamenti: ”andare a letto presto la sera, rinunciare a una birra con gli amici ti motiva anche se devi sollevare un bilanciere più pesante o fare una salita in più quando pensi di aver dato tutto”. In una parola: disciplina, insegnata da un papà alle prese ai suoi tempi con gli sportivi dell’est, i professionisti di stato. Vicino a lui c’è un manager-procuratore-agente o, forse, più semplicemente amico, che si chiama Giovanni Lombardi, basta il nome, anche per chi non frequenta il ciclismo, oro a Barcellona ’92, pista, individuale a punti, e poi per tanti anni regista e apripista dei grandi sprinter. Per Fausto Pinarello, il famoso costruttore di bici di Treviso, è uno di famiglia, il telaio del record dell’ora è la base di quelli usati dal quartetto di “bronzo”, con tanto di galleria del vento virtuale e aerodinamica migliorata. E poi c’è la motivazione, qualcosa che non si può misurare, che hai o non hai… Quasi nascosta per un ragazzo tranquillo, per nulla mondano, che preferisce stare lontano dal “rumore”, dalle attenzioni, che può rimanere giorni e giorni a Macugnaga, in ritiro in montagna, da solo, con un tablet su cui ha scaricato qualche film, senza rete e social. Nella società iperconnessa è un altro autentico record !

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