I 5 piccoli errori che nessuno conosce nel grande cult olimpico "Momenti di gloria"

Insieme a "Lassù qualcuno mi ama", con Paul Newman a raccontare la storia di Rocky Graziano, campione del mondo dei pesi medi nel 1947, "Momenti di Gloria" è il miglior film sportivo nella storia del cinema. Ambientato esattamente 100 anni fa, racconta le imprese di due atleti britannici, l’inglese Harold Abrahams e lo scozzese Eric Liddell, alle Olimpiadi di Parigi 1924. Pellicola splendida e affascinante che in effetti è da vedere e da rivedere, ma con un’avvertenza: ci sono numerosi passaggi in cui non si è voluto rovinare una bella storia con la verità. Eccone alcune: il primato della Great Court Run al Trinity College, la corsa sul perimetro del cortile dell’università di Cambridge da completare prima del dodicesimo rintocco dell’orologio del campanile, non è stato realizzato da Harold Abrahams ma da William Cecil, sesto marchese di Exeter, Lord Burghley, il futuro campione olimpico dei 400 ostacoli alle Olimpiadi di Amsterdam. E l’impresa non fu realizzata nel 1923 dopo sette secoli di inutili tentativi, come nella sceneggiatura, ma nel 1927. Il fatto è importante, perché quando uscì il film Lord Burghley era ancora vivo, e in mancanza della verità sui fatti non diede il permesso ad utilizzare il suo nome. Fu così inventata la figura fittizia di Lord Lindsey, che viene ritratto in un tipico allenamento effettuato dal vero Burghley, nella sua meravigliosa e infinita tenuta di campagna. Dieci ostacoli sistemati in fila, su ognuno dei quali era sistemata una coppa piena di champagne: la correttezza dell’esercizio stava nel superare le barriere senza versare una sola goccia. Nella realtà il marchese, piuttosto tirchio, non avrebbe mai accettato di sprecare dello champagne, e più prudentemente sugli ostacoli sistemava delle scatole di cerini. Altra imprecisione nella scena in cui Harold Abrahams è incerto per le prospettive dei 100 dopo il fallimento dei 200. Nella realtà la prova sulla distanza doppia si svolse dopo quella che Abrahams aveva già vinto. Ma la maggior costruzione scenica è quella del rifiuto del religiosissimo Liddell a gareggiare la domenica, giorno delle batterie dei 100 metri. Secondo il copione lo scozzese apprende la notizia a bordo del traghetto che porta la squadra britannica da Dover a Calais. Tralasciamo che per esigenze sceniche il viaggio viene fatto durare tutta la notte, quando tra la costa inglese e quella francese ci sono circa 50 chilometri. La realtà è che Liddell era già a conoscenza del programma olimpico, e per questo si era iscritto ai 200, dove fu bronzo, e ai 400 in cui avrebbe vinto. Non c’è mai stata, così, la scena in cui l’atleta viene convocato dal Principe Edoardo e dal comitato olimpico inglese per prendere una decisione, e non si capisce perché dovessero decidere gli inglesi nei Giochi organizzati a Parigi. Dunque il fantomatico Lord Lindsey, alias Lord Burghley, non cedette il suo posto a Liddell per la gara dei 400. Possiamo però perdonare le imprecisioni inserite per esigenze di copione: se amate lo sport e vi commuovete facilmente "Momenti di Gloria" va visto decine di volte.

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