Team USA, a Parigi arriva un altro trionfo: LeBron leggendario, Curry decisivo. LE PAGELLE

Olimpiadi

Introduzione

Erano i favoriti alla vigilia, e a Parigi gli Stati Uniti hanno rispettato il pronostico, seppure con qualche difficoltà contro la Serbia in semifinale e contro la Francia in finale. Per i ragazzi di Steve Kerr è il quinto oro consecutivo, ottenuto grazie alle prestazioni di LeBron James, Steph Curry, Kevin Durant e di tutte le altre stelle di Team USA. I Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono in diretta su Eurosport, con 10 canali a disposizione degli abbonati Sky

 

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Quello che devi sapere

UN TRIONFO ANNUNCIATO, MA NON SCONTATO

Già dal momento dell’ufficializzazione delle convocazioni la scorsa primavera, non c’erano dubbi che a Parigi gli Stati Uniti sarebbero stati i grandi favoriti per l’oro. E il percorso di Team USA, in effetti, è stato pressoché perfetto fino alla semifinale con la Serbia, superata solo grazie a una strepitosa rimonta nel 4° quarto. Anche la finale con la Francia non è stata affatto semplice, per vincerla sono infatti servite le versioni migliori di LeBron James e Steph Curry, leader di un gruppo che ha dimostrato ancora una volta di non avere rivali nel mondo del basket

UN TRIONFO ANNUNCIATO, MA NON SCONTATO

STEPH CURRY | VOTO 8

Forse, viste le prestazioni clamorose contro Serbia e Francia, può sembrare un voto troppo basso, ma è la media tra una prima parte di torneo quasi anonima, da 6 in pagella, in cui la stella di Golden State non ha mai inciso, e due partite da leggenda, che meriterebbero un 10 pieno. Era la sua prima olimpiade della carriera, non se la dimenticherò, e non la dimenticheranno nemmeno tutti quelli che l’hanno visto giocare

STEPH CURRY | VOTO 8

ANTHONY EDWARS | VOTO 6.5

Non era facile per lui, il più giovane in un gruppo pieno di veterani, e nelle due sfide decisive con Serbia e Francia il suo apporto è calato parecchio. Ant, però, ha saputo tenere a bada la sua proverbiale esuberanza e ha rappresentato comunque un elemento molto positivo. L’esame è superato: il volto del futuro di Team USA è il suo

ANTHONY EDWARS | VOTO 6.5

LEBRON JAMES | VOTO 8.5

Non ha avuto forse i picchi di spettacolarità di Curry, ma James è stato il motore, l’anima e il leader della squadra fin dal primo giorno di ritiro a Las Vegas. Alla soglia dei quarant’anni King James ha giocato un torneo di livello eccelso, guadagnandosi con pieno merito il premio di MVP

LEBRON JAMES | VOTO 8.5

KEVIN DURANT | VOTO 7.5

Non doveva nemmeno esserci a Parigi, perché i tanti problemi fisici gli avevano di fatto impedito di partecipare con i compagni alla fase di preparazione. Quando si è delle leggende viventi, però, gli ostacoli sono tutti superabili. Partendo da sesto uomo fino alla finale, Durant è stato sempre decisivo, e dal punto di vista personale ha inanellato record su record: da quello di miglior marcatore di sempre nella storia di Team USA a quello di medaglie d’oro olimpiche, quattro, come nessun altro

KEVIN DURANT | VOTO 7.5

DERRICK WHITE | VOTO 6.5

L’ultimo arrivato, in sostituzione dell’infortunato Kawhi Leonard, scelto per la sua versatilità e per la predisposizione a fare le piccole cose che non finiscono negli highlights ma che fanno vincere le partite. Man mano che le sfide si facevano più difficili, il suo minutaggio è diminuito bruscamente, ma nell’oro di Team USA c’è anche la sua firma

DERRICK WHITE | VOTO 6.5

TYRESE HALIBURTON | VOTO 6

Sapeva che avrebbe avuto poco spazio, ma gli 8 minuti totali giocati nel torneo sono forse troppo pochi. Come per Edwards, però, il futuro di Team USA passa anche dalle sue mani, e l’esperienza a Parigi potrebbe rivelarsi importante per il suo percorso di crescita

TYRESE HALIBURTON | VOTO 6

JAYSON TATUM | VOTO 5

Forse l’unica, vera delusione di Team USA. A sua parziale discolpa c’è da dire che il limitato utilizzo non l’ha aiutato a trovare il ritmo partita e il suo posto nei meccanismi di squadra, ma da un fresco campione NBA e aspirante MVP era lecito aspettarsi qualcosa in più

JAYSON TATUM | VOTO 5

JOEL EMBIID | VOTO 7

Era arrivato a Parigi sapendo di dover recitare la parte del cattivo, il pubblico francese non gli ha perdonato niente e lui è sembrato godersi ogni fischio, ogni insulto. Poco efficace nelle partite del girone di qualificazione, Embiid è stato a dir poco decisivo nella rimonta contro la Serbia e un pezzo della medaglia d’oro gli appartiene di sicuro

JOEL EMBIID | VOTO 7

JRUE HOLIDAY | VOTO 7

Doveva essere l’equilibratore tattico della squadra e lo è stato, prendendosi di volta in volta qualsiasi avversario gli capitasse sui cambi difensivi, a prescindere dalla taglia, da Jose Alvarado a Victor Wembanyama. È il suo secondo oro e se chiedete ai compagni di squadra non è un caso che con lui in campo si vinca spesso o quasi sempre

JRUE HOLIDAY | VOTO 7

BAM ADEBAYO | VOTO 6

Steve Kerr contava sulla sua versatilità difensiva per non rischiare di andare sotto contro i lunghi avversari più pericolosi e Adebayo, fino alla semifinale, ha fatto il suo. Poi, contro Serbia e Francia è stato una delle vittime del restringimento delle rotazioni della squadra, finendo per incidere poco nei momenti passati in campo

BAM ADEBAYO | VOTO 6

ANTHONY DAVIS | VOTO 6.5

Come per Adebayo, il suo compito principale era quello di proteggere il ferro amico e di evitare che Team USA subisse a rimbalzo la fisicità del gioco di area FIBA. Per Davis è stata un’olimpiade senza acuti particolari, ma i 9 rimbalzi strappati in finale contro Rudy Gobert e i lunghi francesi sono stati cruciali per assicurarsi l’oro

ANTHONY DAVIS | VOTO 6.5

DEVIN BOOKER | VOTO 7

Coach Kerr l’ha definito “il nostro MVP nascosto” e Booker, in effetti, ha disputato un torneo poco meno che perfetto. Adattatosi perfettamente al ruolo per lui inusuale di comprimario, la guardia dei Suns è stata efficacissima in difesa e ha tirato con il 56.5% da tre, risultando spesso decisivo nei momenti di difficoltà attraversati dalla squadra

DEVIN BOOKER | VOTO 7

STEVE KERR | VOTO 7.5

La conquista dell’oro è passata anche da scelte difficili, come quella di escludere quasi totalmente dalle rotazioni un giocatore del calibro di Tatum, e nella capacità di gestire con sopraffino talento diplomatico la convivenza tra stelle dall’ego smisurato. Nei passaggi più complicati, poi, come contro la Serbia o durante il tentativo di rimonta della Francia, Kerr ha sempre mostrato quella calma che per chi era in campo ha rappresentato un appiglio di stabilità quantomai necessario

STEVE KERR | VOTO 7.5