Ing. Battocletti e la pianificazione di un capolavoro

Parigi è la capitale della Francia, dove vivono oltre due milioni di abitanti a differenza di Cavareno, un piccolo paese di 1300 anime della Val di Non, casa di Nadia Battocletti. Nadia è cresciuta in una famiglia sportiva con papà Giuliano, da sempre suo allenatore ex mezzofondista e maratoneta, e mamma Jawhara, ottocentista marocchina. “Il rapporto con papà allenatore è molto forte, di totale complicità. Ci capiamo con lo sguardo”. Nadia da bambina ha iniziato a praticare danza poi è passata al nuoto, all’arrampicata, al golf e soprattutto al tennis, dai 6 agli 11 anni. Poi però ha scelto la corsa affermandosi in breve tempo come una podista a tutto tondo, tra cross e strada, sia in montagna e che in pista. I risultati arrivano gradualmente e dimostra sempre più la sua sensibilità, la passione, la voglia di mettersi in gioco. Nel 2018 entra nel gruppo sportivo Fiamme Azzurre. Campionessa Europea individuale di corsa campestre per quattro edizioni consecutive e ha fatto parte degli azzurri che hanno rappresentato l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo 2021 “La mia prima Olimpiade è stata emozionante, non immaginavo nemmeno di chiudere nella top ten. Ho vissuto una grandissima esperienza che rimarrà sempre nel mio cuore”. Nadia prima di essere una grande atleta è una persona umile, con grandi valori e che non ama mettersi in mostra. Trascorre le sue giornate fra allenamenti, famiglia, amici e il fidanzato Gianmarco. Il 2024 è l’anno magico per Nadia, che entra nella storia dell’atletica italiana: l’unica azzurra in grado di conquistare due ori agli Europei di Roma 2024 . Iscritta al quinto anno di ingegneria all’Università di Trento, è riuscita a gestire con ottimi risultati il binomio sport e studio. “Ho lavorato moltissimo sulla mia organizzazione per poter ottenere risultati in entrambi i campi, e pertanto la mia pianificazione è quasi scientifica su tutto, non lascio nulla la caso, pianifico e conosco i tempi per ogni cosa che faccio”. Organizzazione sempre più precisa e dettagliata che l’ha portata alle Olimpiadi di Parigi 2024. Nadia avrebbe firmato per entrare nelle prime cinque nei 5000 metri, ma poi le cose sono andate diversamente, perché forse era già tutto scritto. Il 5 agosto scende in pista nei 5000 metri e per qualche ora si mette al collo virtualmente la medaglia di bronzo, poi una notte di ricorsi e contro-ricorsi l'hanno fatta scivolare definitivamente al quarto posto, facendo svanire il sogno. Non ha mai perso il sorriso, ha sfruttato la sua seconda grande opportunità olimpica e il 9 agosto è diventata una leggenda con la medaglia d’argento nei 10000 che vale oro. “Devo ancora rendermi conto di quello che sono riuscita a fare. Forse è grazie a quel quarto posto nei 5000 che oggi posso gioire della mia medaglia d’argento nei 10mila. Al mattino papà mi aveva detto che se non mi fossi sentita bene, per via del dolore al tendine, avrei potuto anche non partire, ma io ero lì pronta ad ogni costo per giocarmi tutte le mie carte. Il mio focus erano i 5000, non avevo aspettative sui 10000, è stata la mia quarta gara su questa distanza. Sono entrata in pista con leggerezza e spensieratezza, cercando di non ascoltare il dolore e negli ultimi metri ho sentito intorno a me che lo stadio implodeva". Un sogno diventato realtà per una ragazza di grande talento sportivo, ma soprattutto ricca di grandi valori umani sempre più rari.