Cosa ci lasciano queste Paralimpiadi

Le notti parigine come simbolo di uno spazio per l’espressione artistica e l’emergere di valori come libertà, uguaglianza e apertura. E che rappresentano il crocevia delle differenze e delle diversità che ci sono nei singoli. Sempre con uno spirito di festa. È a queste, alle 'Parisians Nights', che Thomas Jolly, direttore artistico delle Cerimonie di Parigi 2024, ha voluto dedicare l’ultima. Quella che chiude i Giochi. Olimpici e Paralimpici. Perché è anche questa l’eredità che ci lascerà Parigi 2024: il continuum tra Olimpiade e Paralimpiade attraverso le loro differenze. Si chiude così quest’estate di Giochi. Attraverso le ‘note unite e gioiose’ della musica elettronica che guarda al futuro. Il successo italiano È stata una Paralimpiade unica per tanti aspetti. Il primo, quello sportivo. L’Italia in particolare lascia Parigi con un’edizione da record. Sono 71 le medaglie conquistate dalla delegazione azzurra, due in più rispetto a Tokyo 2020. Ben 24 gli ori conquistati, 10 in più rispetto al Giappone e un miglioramento nel medagliere generale di tre posizioni, dal nono al sesto posto. Ma non solo. Siamo partiti con la delegazione più numerosa di sempre: 70 atleti e 71 atlete, per un totale di 141. E torniamo a casa con un “bagaglio pieno di emozioni che hanno una longevità nel ricordo dell’essere umano superiore agli accadimenti e ai fatti”, come aveva preannunciato il presidente del Comitato Paralimpico Italiano Luca Pancalli. Sono stati tanti i momenti simbolo. Ci ricorderemo per sempre della straordinaria staffetta mista 4x100 stile libero, dove Simone Barlaam recupera tutti gli avversari siglando il nuovo record del mondo. O i bronzi di Bebe Vio Grandis che mostra a tutti come ci si rialza, vincendo sia individuale che a squadra. La neo-manna Giulia Terzi che a sei mesi dal parto conquista tre bronzi nel nuoto. O le interviste di Rigivan Ganeshamoorthy e Assunta Legnante dopo gli ori, tra ironia e provocazione. Oltre a tutto questo, Parigi 2024 ci lascerà anche qualcos’altro: il vento della rivoluzione gentile, quella paralimpica. I Giochi ‘della città’ Londra 2012 è stata un po’ lo spartiacque per il movimento paralimpico. Si guarda all’edizione britannica dei Giochi come a quella a cui far riferimento. Parigi, però, ha alzato l’asticella. E lo ha fatto portando la rivoluzione nella città. Dalla Cerimonia d’apertura sugli Champs Elisee, la Paralimpiade – e l’Olimpiade prima – sono state vissute nei luoghi più importanti della capitale francese. Venue come lo Stade de France, Versailles o il Grand Palais hanno fatto in modo che il coinvolgimento degli spettatori e dei parigini fosse ancora più amplificato. Tra stadi e palazzetti sold-out. “È stato magnifico. Le tribune strapiene, la gente fomentatissima per lo sport paralimpico. Questo dimostra che la comunicazione e il lavoro fatto hanno portato a tanto per il movimento. Mi auguro che in tutti i Paesi ci sia questa folla di gente pronta a fare il tifo per noi, perchè è bellissimo, è sport. E siamo tutti innamorati dello sport”, commenta Bebe. Lei che è un po’ l’anello di congiunzione tra movimento olimpico e paralimpico, unica infatti a essere presente a entrambe le Cerimonie e testimonial dei Giochi. I cinque cerchi e le tre gocce E poi quel simbolo. I tre agitos paralimpici. Le tre gocce che incarnano più di tutti lo spirito paralimpico, e che sono diventate fondamentali in questa edizione francese dei Giochi. Perché per la prima volta nella storia il logo paralimpico è stato affiancato contemporaneamente ai cerchi olimpici. Riempiendo tutta Parigi. "Sono orgoglioso di vedere gli Agitos in cima all'Arco di Trionfo: siamo il primo Paese ospitante dei Giochi a metterli in mostra simultaneamente rispetto ai cerchi Olimpici. D'ora in poi, tutti potranno ammirarli nel cuore della Capitale”, aveva detto Tony Estanguet, Presidente di Parigi 2024. Anche in questo caso, rivoluzionario. E allora forse è proprio qui l’eredità più grande che ci porteremo dietro. Che la rivoluzione si fa insieme, coinvolgendo tutti e tutte. I ‘ribelli’, come vengono chiamati gli atleti e le atlete paralimpiche, sono scesi in piazza.