Benedetta Pilato, il significato di quel selfie Olimpico

Benedetta Pilato saltellava sotto i maestosi affreschi della Sala dei Corazzieri con la leggerezza dei suoi 19 anni e la genuina sfrontatezza che le appartiene. Qualche balzo e un gigantesco sorriso per andare incontro al Presidente della Repubblica Segio Mattarella e ottenere quel selfie che gli aveva già improvvidamente chiesto durante la istituzionale cerimonia della Riconsegna della Bandiera. Del resto, la nuotatrice tarantina non si ferma di fronte al protocollo, o al già sentito. Spiazza, sempre. Al Quirinale così come a bordo piscina. In parte divide, ma certamente dice quello che pensa. Lo si è capito a pochi minuti dal quarto posto olimpico nei 100 rana. Quel podio mancato per appena un centesimo che non le ha negato la possibilità di esprimere la propria felicità. Già, perché si può essere appagati per un quarto posto. Benny ce lo aveva spiegato a Parigi, lasciando anche sorpresi chi non conoscesse la sua storia; increduli quelli che ignorassero l’esplosività del suo carattere; o perfino contrariati quelli che sottovalutassero la sua grande ambizione. Ecco, perché la mancata ambizione di un atleta in gara ai Giochi Olimpici è una delle più ragionevoli obiezioni tra i detrattori del Pilato pensiero. “Il mio messaggio non deve essere quello di accontentarsi, ma di essere fieri del proprio lavoro e del proprio percorso” spiegherà al termine della lunghissima giornata di martedì, in occasione della festa dei ‘Meravigliosi’ organizzata dalla Federnuoto allo Stadio Olimpico di Roma, per celebrare tutti i risultati e gli atleti in gara a Parigi, non solo quelli invitati al Quirinale. Ma quale fosse il messaggio di Benny, il Presidente Mattarella lo aveva già capito ascoltandola nella capitale francese, un’Olimpiade storica con il record di quarti posti per tutta la spedizione azzurra, non solo per lei. “Venticinque medaglie di legno, più di qualsiasi altra nazione; nessuno come tra noi anche tra i quinti: sono stati ben 47 e anche questo spiega come il nostro medagliere da record non sia arrivato per caso” il punto statistico espresso dal presidente del Coni Giovanni Malagò. Numeri importanti, che certamente hanno pesato nella svolta storica del Quirinale, che ha esteso anche ai quarti il consueto invito ai medagliati olimpici e paralimpici. “La presenza dei quarti classificati rappresenta tutti gli atleti che hanno onorato l’olimpiade anche senza aver conquistato la medaglia. Ce l’ha già rammendato Benedetta Pilato”. Boom. Le parole di Benny riprese nel discorso ufficiale del presidente della Repubblica al Quirinale, quasi a motivare la novità. Boom. Come ‘Baby Boom’, uno dei primi soprannomi di Benedetta dopo l’argento mondiale ottenuto ad appena 14 anni in Corea del Sud al debutto in nazionale. Lì, con il volto da bambina, sembrava voler dire di esserci salita quasi per caso su un podio planetario tra le grandi. “In realtà sa benissimo quello che vuole, e la medaglia la voleva” avevano prontamente sottolineato in diretta tv le compagne di squadra, poi divenute grandi amiche come Martina Carraro. Parole dette non tanto per aggiungere malizia, ma per togliere il velo alla determinazione di una ragazzina che in gara non aveva paura di confrontarsi e battere le raniste più forti al mondo ben più esperte di lei. Una determinazione che la porterà a ottenere a soli 16 anni un record del mondo assoluto in vasca in lunga nei 50 rana , e dopo la sua prima negativa esperienza a cinque cerchi in Giappone , nel 2022, a soli 17 anni, nei mai troppo amati 100 metri, conquista sia il titolo agli indimenticabili Europei di Roma, sia l’oro Mondiale a Budapest. Con un tempo superiore a quello che ha nuotato per il quarto posto di Parigi. Già questo potrebbe far capire perché alla fine quel piazzamento francese non abbia deluso Benedetta almeno dal punto di vista cronometrico. In realtà è ancora più complesso comprendere la soddisfazione per il suo percorso. Un’estate fa Pilato non era in grado di nuotare un centro metri ad alti livelli. Fu un’involuzione repentina e problematica nell’anno della maggiore età, e della maturità superata a pieni voti. Ma l’anno preolimpico. “Soffro di ovaio micropolicistico, che mi ha causato problemi con le mestruazioni e tanto cambiamento con il corpo” dirà la ranista azzurra senza girarci troppo intorno. Ma iniziando a girare per medici, ginecologi e non solo. Cambia anche città in questa stagione che la porterà all’Aquatics Centre di Saint Denis. Lascia per la prima volta la sua amata Puglia per andare a vivere in Piemonte, a Torino, da sola, lontano dalla famiglia. Si saluta consensualmente con Vito D’Onghia, l’allenatore che l’aveva sempre seguita e trattata come una figlia e capace di farla esplodere a livello mondiale, per approdare alla corte di Antonio Satta. E tentare di guarire, rinascere e puntare in alto. Ottiene praticamente subito il pass per Parigi, poi, a ridosso dei Giochi, al Trofeo Settecolli, batte per la prima volta il primato italiano di Arianna Castiglioni dei 100 rana che aveva sempre sfiorato e inseguito per anni. I segnali sono più che confortanti ma sempre avvolti da tanti interrogativi: in una stagione in cui stava sperimentando anche una preparazione differente, chissà in quali condizioni sarebbe arrivata nella cruciale settimana olimpica. Per tutto questo c’era felicità dopo quel quarto posto avvolto da sorrisi in mezzo al pianto. Perché Benedetta Pilato aveva capito che le scelte fatte erano state giuste, che le difficoltà più gravi incontrate nel suo percorso erano superate. Che era stata competitiva per una medaglia, impossibile da sognare solo undici mesi prima. Vissuti tra dubbi, dolori fisici lancinanti e un corpo molto differente. Insomma, malgrado quel centesimo, aveva capito di esser rinata. Di poter tornare ad allenarsi con nuove ambizioni. Di poter riprendersi in futuro quello che quel centesimo le aveva tolto. Di poter alzare l’asticella con l’ambizione e la determinazione che l’hanno sempre contraddistinta. E per tutto questo era felice. Anche se era complicato raccontarlo in pochi secondi tra i tumulti delle emozioni più vere dello sport. Anche se eccome quella medaglia avrebbe preferito mettersela al collo. Anche se molti poi non l’avrebbero capita. A differenza del Presidente Mattarella. “Il nostro primo tifoso, la nostra prima medaglia d’oro. Che è stato anche alla mensa come noi, o sugli spalti tifando per noi e dimostrando di essere uno di voi. Facendosi i selfi con voi” dirà Giovanni Malagò con un sorriso durante la cerimonia della riconsegna della Bandiera. Figurarsi quindi se Benny non avrebbe sfruttato il momento della sua premiazione per chiedergli uno scatto speciale. Lo ha fatto davvero, fermandosi a parlare ben più di quello che il protocollo avrebbe concesso nel momento della consegna della medaglia, quella che Sergio Mattarella ha voluto consegnare anche a tutti i quarti classificati. Ma lì davvero non era possibile, per questo è stato spiegato a Benny di dover attendere la fine della cerimonia. Solo in quel momento è corsa verso la prima carica dello Stato come si potrebbe fare nei confronti di un amico che ti è stato vicino nel momento del bisogno e di cui ne sentivi una mancanza viscerale. Il Presidente della Repubblica ha capito ancora, e nonostante la sua consueta pacatezza si è lasciato andare a un sorriso decisamente più accennato del solito, travolto dalla spontaneità di Benedetta Pilato, quarta classificata nei 100 rana ai Giochi Olimpici di Parigi. Eppure lì, nella solenne Sala dei Corazzieri, per volere presidenziale. “Mi ha fatto i complimenti, mi ha detto che sono stata bravissima, e di aver incarnato appieno lo spirito olimpico” rivelerà Benedetta Pilato in serata al Galà dei ‘Meravigliosi’. Anche lì tanti i quarti posti presenti. E tanti con il dubbio che la decisione del Presidente della Repubblica di premiare i primi fuori dal podio sia stato in qualche modo stimolata dalle parole di Benny. “Io spero solo di esser stata un esempio, di aver fatto riflettere tante persone, magari anche il Presidente. Però secondo me è stato un onore per tutti noi quarti classificati esser stati al Quirinale, e se questo è stato possibile anche grazie a me, mi rende ancor più orgogliosa e contenta” ammette con candore da diciannovenne. Pronta a spiegare e a ribadire il perché da quarti si possa comunque sorridere: “Ogni reazione poi dipende e va valutata in relazione al proprio percorso. Io sono consapevole del mio: so quanto mi è costato arrivare soltanto quarta all’Olimpiade. Nel momento in cui succede e capisci che gli altri sono stati più bravi di te, ero comunque fiera del mio percorso. E non ero felice perché mi ero accontentata”. Del resto sul red carpet dei nuotatori azzurri qualche istante prima era già passata Simona Quadarella. Una che un bronzo olimpico l’ha conquistato a Tokyo, ma da Parigi è tornata con due quarti posti. Nel descriverli, in qualche modo pure lei chiarisce il pensiero di Benedetta. Perché si può arrivare quarti ed essere insoddisfatti, delusi e affranti. Simona lo era al termine dei 1500: dopo una prestazione che metteva in dubbio il lavoro compiuto e il percorso intrapreso perché non rispecchiava il valore dell’atleta in quel momento. Ma poi, sempre un quarto posto a un passo dal bronzo, per la stessa Simona aveva un sapore differente. Per questo Quadarella era comunque soddisfatta e sorridente dopo gli 800 stile libero nuotati con il nuovo record italiano. Un primato che ha ridato linfa alle motivazioni, rasserenato sul proprio percorso e dato lo slancio necessario per ripartire verso Los Angeles. Dove non vorrà certamente arrivare quarta. Ne hanno parlato a bordo vasca, se n’è parlato anche alla festa dello Stadio Olimpico. “Siamo stati la federazione più vincente, ma anche quella con più quarti posti. Ne abbiamo presi ben 7 a Parigi” dice il presidente della Federnuoto Paolo Barelli. In prima fila al Quirinale anche quando Benny chiedeva il selfie a Sergio Mattarella. “Pilato è una ragazza solare, ha detto quello che pensa, e farà grandi risultati proprio perché ha vissuto un quarto posto non come una tragedia ma come il giusto stimolo per andare avanti… magari dovrei essere io quello più arrabbiato per quel centesimo che non ha fatto vivere a lei e all’Italia un’altra medaglia”. Certamente Benedetta Pilato la inseguirà ancora. E se farà il possibile, ma non arriverà comunque, saprà sorridere. Andando oltre, e magari ridendoci su in un selfie con l’amico tifoso che ti è stato vicino. Proprio come lo è stato con lei Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica che non nega un selfie a nessuno. Soprattutto quando può avere un significato speciale.