Il piano (cartesiano) di Furlani: vincere nel lungo e poi... nell'alto?

A 19 anni ci manca solo che uno debba fare delle scelte definitive. E poi lungo, alto, che differenza fa? Sempre salti sono. Ne fa davvero poca se sei "Spiderman" Furlani e hai tutta una carriera davanti a te. Intanto il bronzo nel lungo è già in bacheca, l’obiettivo è trasformarlo in oro a breve, ma poi chissà che non gli venga voglia di tornare al suo primo amore. “Ora voglio andare sempre più in alto. Anzi, in lungo”, il suo commento dopo la medaglia di Parigi. Fidatevi, non è stato un lapsus. Il ragazzo, con quei mezzi, può permettersi di sognare su qualsiasi asse del piano cartesiano. A parte il gioco di parole, Furlani è stato chiaro: vuole diventare il numero uno nel salto in lungo, e ci riuscirà. Gliel’ha detto anche quell’alieno di Tentoglou, con fare paterno: “Abbi pazienza, presto il nuovo re sarai tu”. Ma poi la pazza idea torna a sfiorarlo e, con il tricolore sulle spalle e le lacrime che hanno appena smesso di sgorgare ti spiazza con quella frasetta, buttata lì ma nemmeno troppo. “Chissà, magari tra 10 anni mi ritroverò a competere all’Olimpiade nel salto in alto, tutto è possibile nella vita e nella carriera di uno sportivo…”. Adesso, chiariamo. Il pensiero di Furlani al momento è rivolto unicamente al lungo e ci mancherebbe che possa interrompere un percorso glorioso appena iniziato . L’ha sottolineato più volte. Punto due: il ragazzo non è impazzito. Non è come se Duplantis dopo il record del mondo nel salto con l’asta avesse svelato di sognare un futuro nel getto del peso. E qui veniamo al punto tre: perché Furlani ha solo risposto a una domanda che partiva da una considerazione: “Solo due anni fa vincevi titoli sia nel lungo che nell’alto: questo bronzo forse conferma che hai scelto la strada giusta…”, gli hanno chiesto. E lui ha risposto a quella maniera, perché in quel momento aveva voglia di sognare in grandissimo. La sensazione è proprio quella: che a 19 anni non gli piaccia parlare di strade, di percorsi determinati, nonostante il suo sia più che tracciato. Furlani vuole vedere lo spazio libero davanti a sé, e decidere lui come riempirlo e in che direzione andare a occuparlo. Per ora in lungo, in futuro chissà. È il bello di essere così giovani. A proposito di salti, ne facciamo noi uno, indietro. Per raccontarvi il giovane - come se adesso non lo sia. Insomma: il giovanissimo - Furlani altista. Mamma velocista e papà altista di livello nazionale da 2.27 m, Mattia respira atletica fin dalla nascita. Da bambino la sua sabbiera è quella della buca del lungo al campo in cui si allena la sorella. Lui la aspetta e sogna di diventare un campione di salto in alto. Si innamora anche del basket, d’altra parte anche lì si tratta di saltare più in alto che in lungo, ma è da altista che inizia a mettersi le medaglie al collo. Ha 14 anni quando ai campionati italiani, a Forlì, vince con 1.99 m alla sua prima gara in assoluto. L’anno dopo si ripete, aggiungendoci il nuovo record italiano Under 16 dopo essere volato a 2.10 m. È nata una stella, piovono complimenti. Glieli fa anche Gimbo Tamberi in persona, e un ragazzino che ama il salto in alto cosa può desiderare di più? Poi, galeotta fu una preparazione. “Da tradizione cominciavo sempre l’anno con una disciplina diversa dal salto in alto, scegliendone una che mi divertisse e che allo stesso tempo mi ‘scaldasse’ per le gare successive”, ha raccontato. “Nel 2022, quasi per gioco, scelgo il salto in lungo”. Prepara una gara allenandosi appena una settimana, si presenta addirittura con le scarpe sbagliate, quelle chiodate da salto triplo, perché quelle da salto in lungo non le aveva nemmeno. Entra in pedana, rilassato mentalmente, perché in fondo non è mica roba sua quella, e non ha niente da dimostrare. Rincorsa, piazza il piede: 7 metri e 47, a cinque centimetri dal record italiano, quello di Andrew Howe che durava da 20 anni. Col salto successivo fa 7.40 m. Senza una vera e propria tecnica di salto: così, come gli veniva. Una tale sensazione di onnipotenza può averla provata solo Peter Parker nei minuti successivi il morso del ragno, quando inizia a sperimentare i suoi nuovi poteri. Tornati a casa, la mamma gli mette una mano sulla spalla e gli fa: “Perché non ci riprovi?”. È così che, ai campionati Italiani Under 18 del 2022, si presenta in entrambe le discipline: alto per passione, lungo per far felice mamma. Nell’alto si prende l’oro con 2.16m, nel lungo fa anche meglio, vincendo e migliorando di 20 cm il record di Andrew Howe, con un salto da 7 metri e 87. Oro sull’asse delle x e delle y. Il giovanissimo Furlani piange con le mani nei capelli. Soprattutto perché capisce che adesso si tratta di decidere. E se il cuore dice salto in alto, il cervello consiglia di buttarsi sul lungo. Non prima di ripetersi agli Europei Under 18 di Gerusalemme, nello stesso anno. Ancora oro in lungo e oro in alto. A quel punto lascia che a decidere sia la testa. Capisce che nel lungo i margini di miglioramento sono enormi, soprattutto se iniziasse a lavorare seriamente sulla tecnica. Imbocca quella strada, arrivano nuove medaglie e nuovi record. Fino a Parigi. Ma il primo amore non si dimentica, e se non sogni a 19 anni quando lo fai? Che sia in lungo, in largo o in alto, lui resta sempre nel suo elemento: l'aria.

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