Italia-Uruguay, Mondiali di rugby: ora arriva il bello, il sogno dei quarti continua
MONDIALI RUGBYCon la vittoria in rimonta contro l'Uruguay, l'Italia ha centrato il primo obiettivo, quello di essere al Mondiale 2027 senza passare dalle qualificazioni. Prima nel proprio girone, ha fatto il suo dovere: ora giocherà con il sogno dei quarti le due partite con All Blacks e Francia senza ansie e con la testa libera, con la voglia di provocare uno sconquasso ovale. Il Mondiale è in diretta su Sky Sport Uno e in streaming su NOW
Primo obiettivo. L’Italia è al Mondiale 2027 senza passare dalle qualificazioni, è in testa al girone davanti a Francia e All Blacks, mica roba da tutti i giorni, anche se c’è di mezzo il calendario “favorevole” (2 vittorie con bonus contro Namibia e Uruguay), e giocherà le prossime 2 partite (Nuova Zelanda e Francia) col sogno dei quarti, senza ansie da prestazione, nel senso della testa libera e della voglia matta di provocare uno sconquasso ovale, qualcosa più forte di una sorpresa. Insomma quello che si sarebbe dovuto fare è stato fatto. Dimostrando la propria superiorità, la caratura diversa e non solo per questioni di ranking o di fascia (tier) di appartenenza. Più facile con la Namibia, più dura con l’Uruguay.
La paura del primo tempo
Il primo tempo chiuso sotto di 10 punti (7-17) ha spaventato e preoccupato, soprattutto pensando a come era stata pompata la narrazione sudamericana, fatta di convinzione, cuore e orgoglio, consapevolezza di una crescita indubbia ma non ancora, per fortuna, all’altezza dell’Italia. Più di 2 cartellini gialli quasi contemporanei l’errore è stato quello di cadere nel gioco un po’ sporco, duro dei sudamericani, senza riuscire ad imporsi col proprio rugby qualitativo. Il breakdown è stato tutto uruguyano, soprattutto di Ardao, con 6 palloni recuperati da “scavatore” nel punto di incontro. Troppi.
La differenza di cilindrata nella ripresa
Nel secondo tempo l’Italia ha messo a segno 3 mete nel giro di una decina di minuti (dal 46’ al 56’) e ha cambiato il match. E’ uscita la differenza di cilindrata. Evidente pure il calo fisico dei sudamericani. Bene Paolo Garbisi da primo centro, a Montpellier del resto se lo fanno giocare spesso così un motivo ci sarà, con un lavoro più muscolare, di contatto, Allan una sicurezza, Lorenzo Cannone efficace, Lamaro super nei secondi quaranta minuti, Nicotera granitico, “Zuzu” Zuliani impact da provare come titolare, prima o poi. Prime linee buone, con Nemer da rivedere per disciplina non sempre esemplare.
Il futuro: ora All Blacks e Francia
Come affrontare gli All Blacks tra 9 giorni? Con quale formazione? Belle domande ma c’è una sola risposta e non solo per il dovuto rispetto alla squadra più famosa e alla sua leggenda: con la migliore possibile sempre e comunque. I tempi di recupero sono lunghi, 7 giorni, e ci si può fare male anche in allenamento. Quindi pensare al fatto che la Francia, per motivi “latini” di vicinanza, soprattutto nell’atteggiamento, possa essere più alla portata, ricordando la partita dell’ultimo Sei Nazioni a Roma, con un pallone della possibile vittoria per gli azzurri, non ci deve distrarre. Nessuna tentazione di cambiare. Una partita alla volta e basta. Il sogno continua.