L'Italrugby è bella. Ma solo a metà

Non facciamoci ingannare dall’ultimo test match di Port Elizabeth , con l’Italia travolta 45-0 dal Sudafrica, sette mete subìte, nonostante un’ora in superiorità numerica. Ripartiamo da fine giugno. Una vittoria e due sconfitte, come previsto. Una troppo facile e due impossibili. Resta solo da capire cosa ci sia 'dentro', come vadano interpretate, cosa prendersi e cosa correggere. Contro la Namibia, lontana nel ranking , nel gioco, e pure nelle immagini della produzione televisiva, da rugby di un tempo, amatoriale, il vero merito dell’Italia è stato di segnare più di 70 punti e 11 mete, per una squadra che di solito non largheggia molto, non riesce a fare 'quantità' nel tabellino. Aggiungiamo che la partita più facile ha messo poi tutti nelle condizioni di tornare al rugby giocato, dopo qualche settimana di stop, con un approccio morbido. Nota negativa gli infortuni, al pilone destro Marco Riccioni, al neo capitano Nicotera e soprattutto a Leonardo Marin, talento multiruolo tra i trequarti, per i rugbisti utility-back, con la sfortuna che sembra perseguitarlo. Giacomo Da Re ha avuto finalmente spazio, dopo 2 anni si è rimesso la maglia numero 10, un tempo di Diego Dominguez, per avere un’alternativa a Paolo Garbisi e Tommaso Allan. Buona partita, addirittura da man of the match nonostante le 3 mete di un ottimo Jacopo Trulla. Bene anche Vintcent e Zuliani in terza linea. A metà A Pretoria l’Italia gioca la miglior partita. Anzi la miglior mezza partita, contro i campioni del mondo del Sudafrica. In che senso? Il secondo tempo degli azzurri è ottimo, con maul, drive e rimesse laterali che mettono in crisi i maestri del “settore”. Addirittura nei secondi 40 minuti della partita l’Italia fa meglio degli Springboks, 'vince', se si può dire, il parziale, 21-14, con l’impressione di poter giocare alla pari, il massimo possibile. Il risultato finale 42-24 , è buono. Certo sempre di sconfitta si tratta, non si festeggia, ma qualcosa di buono da prendersi c’è. Niccolò Cannone trovatosi a fare il capitano, il quarto della stagione dopo Lamaro, Brex e l’infortunato Nicotera, interpreta alla grande il ruolo, non soltanto per partecipazione latina, soprattutto per lo spirito da combattente, da leader che lo porta anche a segnare una meta. Si placca e si lotta, Zuliani, 21 placcaggi a segno su 21 tentati, al breakdown c’è sempre. I debuttanti Canali, Odiase e Dimcheff, italo argentino pescato nelle retrovie dei campionati francesi, si fanno vedere arrivando dalla panchina. Zambonin in rimessa laterale è una sicurezza. Bene la mischia e un po’ tutti. Travolti Sette giorni dopo cambia tutto. Il Sudafrica cambia addirittura 16 giocatori su 23, facendo capire che ha a disposizione almeno due o tre squadre, e che, come per gli Al Blacks dominanti di una decina di anni fa, il Sudafrica B sarebbe la seconda squadra del ranking mondiale. Si parla di profondità, in poche parole di tanti rugbisti di alto livello, tra l’altro esportati un po’ dovunque e senza restrizioni per le convocazioni: chi è bravo, chi se lo merita, viene chiamato, a prescindere dal fatto che non sia sotto il controllo della federazione sudafricana o giochi nelle squadre del paese. Rassie Erasmus, allenatore Springboks, mette tutti sotto pressione, non solo gli avversari. Nessuna certezza, nessuno è sicuro del posto, innovazioni a getto continuo. Chi entra in campo è 'assatanato' e gli Azzurri lo sanno bene. Nemmeno un colpo di testa, nel senso letterale del termine, di Jasper Wiese a Danilo Fischetti con rosso diretto ed espulsione permanente cambia le cose. Con l’uomo in più l’Italia non riesce a costruire nulla: pochi o nessun pallone, Da Re ingabbiato e gioco al piede inesistente, c’è solo da difendere, da placcare, c’è solo da resistere. 45-0 fa male. E torna quello '0' contro il Sudafrica, già visto il 21 giugno 2008 a Città del Capo, e, soprattutto, il terribile 101-0 a Durban nel 1999. A conti fatti Ricordiamoci che l’Italia si è presentata in questo Tour senza i senatori, i titolari più affaticati dai minuti di gioco… Allan, Paolo Garbisi, Brex, Ruzza, senza il capitano di inizio stagione Lamaro, senza gli infortunati Capuozzo e Ioane, i più pericolosi in attacco, senza il tallonatore Lucchesi e il mediano di mischia Page-Relo. La nota positiva è la crescita della leadership di Niccolò Cannone, Zuliani, Menoncello, di Nicotera che ha, tuttavia, perso i 2 test contro il Sudafrica. Il migliore della spedizione è stato senza dubbio Manuel Zuliani, minaccia costante nei punti di incontro, gran placcatore. Vintcent a ruota. Poi una chance nei minuti che si sono ritagliati se la sono presa Canali e Odiase, con esuberanza da controllare. Non c’è da festeggiare ma nemmeno da fare drammi. Prendere il meglio, aspettando novembre per i test con Australia, di nuovo Sudafrica, e Samoa. Buone vacanze ai nostri. Sudafrica, All Blacks, Argentina e Australia sono solo all’inizio, il 16 agosto comincerà il Rugby Championship.

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L'Italrugby è bella. Ma solo a metà

Francesco Pierantozzi