Il turno di Natale ha regalato i playoff a Chiefs, Rams, Saints e Panthers. Restano ancora 3 posti per la post season da assegnare nell'ultima settimana. Una delle protagoniste annunciate ai playoff è Minnesota. Dietro i successi dei Vikings ci sono diverse storie da raccontare...
Gli americani questo tipo di storie le adorano. Forse non siamo esattamente al “Team of the Destiny”, ma quasi. I Minnesota Vikings di questa stagione assommano così tante vicende umane oltre ad un talento indiscutibile che pur partendo un po’ a fari spenti nel giochino dei pronostici di inizio stagione a forza di volare sotto i radar sono oggi una realtà apprezzata da tutti. Dodici vittorie in una stagione regolare NFL non arrivano mai per caso, ma quasi improvvisamente tutti si sono accorti di quanto sia forte la squadra di Mike Zimmer.
Mike Zimmer (61 anni), Head Coach dei Vikings dal 2014
Già l’Head Coach. Proprio lui è la grande storia umana di questi Vikings e il fattore decisivo per la crescita di questa squadra sotto vari aspetti. E’ un allenatore preparato che sta lasciando il suo marchio difensivo (allenatore delle difese tra Pro e College dal 1979 al 2013) su questa squadra, ma soprattutto la sua storia personale è quella che ha portato il suo gruppo di giocatori a dare più del 200% per lui. Ha aspettato 35 anni per un lavoro da capo allenatore e ha rischiato di veder volar via tutto come un foglio di carta. Anzi come un foglio di plastica quello che dal suo clipboard con gli schemi durante un Monday night a Chicago gli volato addosso e lo ha colpito sull’occhio destro. Sembrava nulla, ma è finita col distacco della retina e 8 operazioni (di cui 3 in 10 giorni) per provare a salvargli l’occhio.
Mike Zimmer subito dopo l'operazione all'occhio del 30 novembre 2016
Gli hanno imposto almeno 2 settimane di riposo totale nel suo ranch e lui aveva inizialmente accettato solo col la promessa che avrebbe visto a casa in diretta sul tablet tutti gli allenamenti dopo cui mandava sms e chiamava al telefono staff e giocatori. Ha resistito qualche giorno poi è tornato al campo dall’allenamento e a chi gli faceva notare che rischiava di perdere la vista da un occhio e che quello era il suo futuro per tutta la vita, ha risposto con un sorriso che di occhio intanto ne aveva un altro e che anche quel gruppo di giocatori erano la sua vita.
Il "caso" dei 4 QB e la scoperta Keenum
Parole che sono state riportate da ESPN e ora i suoi ragazzi si buttano nel fuoco per lui. Tra questi il nuovo Quarterback Case Keenum. Tra le squadre di successo Minnesota è l’unica che ha avuto ben 4 giocatori diversi in cabina di regia. Teddy Bridgewater ex titolare tornato quasi 2 anni dopo che gli si era sbriciolato in campo un ginocchio giusto in tempo per lanciare un intercetto, poi un cameo di Ryan Quigley e soprattutto quel Sam Bradford per cui al momento dell’infortunio di Bridgewater avevano organizzato rapidamente una trade con Philadelphia (che ha aperto lì le porte anche alla titolarità di Wentz per le Eagles) e a cui è saltato il ginocchio alla prima giornata di questo campionato e adesso a Minneapolis si parla addirittura di carriera e rischio. A quel punto Zimmer è stato costretto a dare fiducia a Keenum diventato adesso la grande rivelazione della stagione. Sempre titolare nelle sue fermate precedenti a Houston e con i Rams (sia a St Louis che a LA) mai davvero apprezzato nonostante numeri discreti. Quest’anno ritrovatosi in campo praticamente per caso si è forse sentito deresponsabilizzato e ha dato il meglio di se. Rating vicino al 100 con 21 td pass e solo 7 intercetti per più di 3300 yards.
Un attacco molto fisico quello a sua disposizione con un ricevitore (Thielen) di 1,91 e un tight end (Rudolph) di 1,98. In 2 hanno assommato 12 touchdown sfruttando anche le “bollicine” che i frizzanti Diggs, ricevitore veloce che sa andare in profondità e Latavius Murray running back da 6 TD e media corse di 3,7 a portata, hanno aggiunto al reparto offensivo. Nulla sarebbe però possibile senza la difesa di Zimmer con i 13 sacks e i 3 fumble causati da Everson Griffen o la velocità nelle coperture della secondaria con i cornerbacks (Rhodes e Waynes) e le safety (Smith e Sendejo)
La maledizione del Super Bowl in casa
Ah il Superbowl quest’anno si giocherà a Minneapolis nel nuovissimo US Bank Stadium. Nessuna squadra ha mai vinto nella storia un Superbowl in casa. Solo i 49ers hanno trionfato nell’84 sui Dolphins in California però a Stamford e non al loro Candlestick Park sono diciamo quelli che ci sono andati più vicini di tutti. Adesso per i Vikings una possibilità concreta di arrivarci dopo aver vinto la NFC North. Un QB non atteso, un allenatore pronto a sacrificare se stesso per il gruppo, un franchigia che ha giocato nella sua storia 4 Superbowl e li ha persi tutti, una tifoseria che ha finora sofferto troppe delusioni. Le storie ci sarebbero tutte e la squadra pure.