Mia, Tua: ora tocca a Tagovailoa

Più forte dello scetticismo. Più della sfortuna. Tua Tagovailoa da qualche giorno è ufficialmente uno dei quartebacks più pagati della storia della NFL e dello sport in generale, dopo un prolungamento di contratto che gli ha portato soldi e responsabilità con pochi precedenti. Ha firmato 4 anni per 212 milioni di dollari di cui 167 garantiti. Contratto impressionante di per sé, che diventa sorprendente viste le premesse e quasi stupefacente se ci si volta indietro di poco più di un anno. Nella offseason 2023 l’interrogativo non era sulla durata o l’entità di un eventuale rinnovo, ma sul dubbio se avrebbe fatto meglio, dopo la seconda brutta concussion , a proseguire o a ritirarsi. La fragilità per Tua è sempre stata un problema ricorrente. Dal College in poi gli infortuni lo hanno seguito quanto i cacciatori di autografi. Dito fratturato, spalla, due brutte commozioni cerebrali, rotula del ginocchio, due volte la caviglia e costole fratturate. Ce n’era abbastanza per pensare di andare più a Lourdes che sulla via di Canton Se media e tifosi erano nella migliore delle ipotesi divisi su di lui e il suo futuro, una persona non ha però mai dubitato su di lui e la possibilità che possa essere il QB con la capacità di riportare i Dolphins al Super Bowl: coach Mike Mc Daniel. La boa cui Tua s’è aggrappato. Durante l'inverno e la primavera 2023 ha seguito la riabilitazione medica per recupere dalla commozione cerebrale, perso peso e seguito corsi di arti marziali per imparare a cadere senza danni e assorbire meglio i contatti. Allora, non a caso, quella passata è stata la prima stagione in carriera dove ha giocato tutte le partite, tuffandosi in questa estate con potenzialità e numeri diversi per il rinnovo. La proprietà, intrigata dalle statistiche che lo vedevano Top 5 in quasi tutte le categorie nel ruolo e pressata da Mc Daniel , ha tentennato. Alla fine ha capito che per un’alternativa reale per una squadra che non deve iniziare, ma provare a concludere un percorso, non esistevano i tempi. Né per inserire un nuovo QB in un sistema già strutturato, né per individuare un vero e proprio candidato. Quindi dopo le paure, le critiche, le incertezze, è arrivato l’assegno pesante. In una versione più atletica e certamente meno sexy di Tom Cruise, durante il suo primo giorno di training camp, Tua è andato sotto la tribuna dei tifosi, ha preso il microfono e, prima di dare il benvenuto a tutti per la nuova stagione a nome della franchigia, ha intonato il classico "show me the money" tratto dalle scene di Jerry McGuire e dedicato anche al suo miglior ricevitore Tyreek Hill, che lo aveva sfidato a farlo. Ora, stiamo parlando di un QB la cui percezione è sempre stata quella del "wait and see guy", più che quella del campione che raccoglie ufficialmente l’eredità di Dan Marino . Tua non è e non potrà mai essere Marino, ma intanto guadagnerà al primo anno del suo nuovo contratto esattamente tutto quello che ha incassato Dan in tutta la sua carriera. Le prossime due stagioni poi diranno se riuscirà a portare oltre la franchigia 'Aqua and Orange'. La squadra per provare a farlo non gli manca. Il reparto ricevitori è il migliore della Lega con Hill, Waddle e Beckham, due ottimi running backs e un’ottima difesa soprattutto nei linebackers. Il punto interrogativo, enorme per i Dolphins, resta l’affidabilità della linea offensiva, che sarà anche uno dei primi fattori del rendimento dello stesso Tua per come verrà protetto e quanto tempo gli verrà dato per ogni giocata. Lui dovrà però aggiungere qualcosa di suo. Tra tante statistiche positive, quelle che emergono dalle partite contro squadre con un record vincente lo obbligano ad alzare il livello. Nella passata stagione in 7 partite contro team di questa categoria: 6 sconfitte con 8 touchdowns e 7 intercetti per una valutazione di rendimento di ruolo pari a 46. Nelle altre 11 di campionato contro squadre con un record inferiore al 50% sono arrivate invece 10 vittorie, 22 touchdown pass e 8 intercetti, con una valutazione di 66. Se Miami, che non vince una partita di playoff da 24 anni e il Super Bowl dal 1972, vuole cambiare il suo futuro deve avere un QB che trasformi il suo livello contro le grandi. Nel caso di Tua, deve dimostrare di poterlo fare anche in climi freddi e su campi pesanti, azzerando un altro suo tallone d’achille. La franchigia è solida, gestita benissimo e la fan base innamorata del suo Delfino. Gli investimenti sono stati fatti. Ora tocca a Tua.

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