Il 'ruba segnali' che ha stravolto il football americano universitario

Il football americano è meno complesso di quanto non sembri, soprattutto se si fa un minimo di attenzione ininterrotta allo sviluppo del gioco, ma resta uno sport con una intricatezza di schermi che contribuisce a renderlo intrigante, a volte misterioso, a volte bizzarro. La sua evoluzione tattica, del resto, è passata per periodi di impatto molto diverso. L’head coach, il capo allenatore, solo da alcuni decenni interviene a partita in corso: in precedenza, istruiva i giocatori in settimana poi lasciava che fosse il quarterback a scegliere gli schemi giusti. Un innovatore come Paul Brown fu il primo, negli anni Cinquanta, a mandare in campo lo schema per voce di due guardie, ovvero i giocatori incaricati di aprire la strada ai running back e proteggere i quarterback stessi, che si alternavano ad ogni azione. Brown sperimentò anche la trasmissione radio tra linea laterale e casco del qb, che venne poi approvata dalla NFL, la massima lega professionistica, solo nel 1994, ma con un’importante limitazione: la comunicazione può avvenire in un senso solo, dal coach al quarterback, che non può quindi rispondere a parole e può farlo solo a gesti. Dal 2008 la pratica è stata estesa alla difesa, con un coach e un giocatore designato, in genere un linebacker, ruolo centrale come responsabilità e posizione. Tutto, dunque, avviene nelle massime condizioni di sicurezza, anche se è vero che i vari assistenti allenatori della difesa, specialmente, comunicano ai giocatori dei vari reparti con segnali manuali. La curiosità è che giusto nel 2008 venne fuori che i New England Patriots, la squadra di maggior successo di questo secolo, avevano registrato da bordocampo proprio i segnali degli allenatori della difesa dei New York Jets, dando vita al cosiddetto 'Spygate' che portò poi ad una multa di mezzo milione di dollari al coach Bill Belichick, responsabile in quanto vertice della catena alimentare dello staff. Va sottolineato come la ripresa video dei segnali manuali non fosse vietata in sé ma solo se effettuata da bordo campo e se il materiale viene usato a partita in corso. Tutt’altro discorso al college, e qui bisogna prima di tutto ricordare che è lo sport universitario la vera passione degli americani, come testimonia il fatto che universitari siano gli stadi più grandi d’America, non a caso spesso utilizzati per ospitare amichevoli tra grandi squadre di calcio, ultimo esempio, Columbia, South Carolina, per Liverpool-Manchester United, 77.559 spettatori. Nel football universitario l’utilizzo delle comunicazioni radio è consentito solo da questa stagione, 2024, e il motivo è un personaggio diventato così famoso nel giro di dieci mesi da meritare anche un approfondimento su Netflix, in un documentario della serie Untold, 'Sign Stealer': il ladro di segnali. È la storia di Connor Stalions, un 29enne nato appena a nord di Detroit e, fin da bambino, fanatico tifoso della Michigan University, una delle grandi potenze dello sport di college, e tra l’altro squadra in cui giocò, quasi 30 anni fa, Tom Brady, prima di diventare una superstar della NFL. Ex Marine, che aveva frequentato Navy, ovvero la marina militare che è equiparata ad un college, per avere una disciplina e trasferirla al football, nel 2022 Stalions era riuscito ad ottenere il posto di lavoro dei suoi sogni: entrare nello staff di Michigan, con il ruolo di ‘player personnel analyst’ e uno stipendio di 56.100 dollari, nemmeno esaltante. Definizione, quella di responsabile dell’analisi del personale giocatori, fumosa come lo sono tante nel football, ma che nel caso di Stalions si è tradotta in compiti apparentemente diversi che lo hanno portato ad una situazione di scandalo e alle sue dimissioni, lo scorso 3 novembre, 13 giorni dopo la sua sospensione da parte del college: era emerso infatti che Stalions aveva acquistato e ceduto ad amici e conoscenti biglietti per assistere a partite di future avversarie di Michigan e riprendere in video i segnali degli allenatori. Secondo le regole della NCAA, l’organismo che gestisce lo sport universitario, non è vietato ai membri di uno staff acquistare biglietti per partite di altre squadre, ma è vietata qualsiasi forma di scouting, di osservazione, così come qualsiasi tipo di registrazione, audio o video, fatte di persona alle partite. Si può provare a decifrare le procedure degli avversari a gara in corso, dalla linea laterale opposta, o anche guardando le immagini televisive, ma sempre, appunto, senza una precedente presenza fisica a partite altrui. Molte squadre utilizzano un membro dello staff proprio come potenziale decifratore di gesti avversari, ma lo fanno in modo regolare, e si tratta di un compito per nulla semplice: capita infatti che alcuni team mettano a bordo campo un numero elevato di coach, anche sette o otto, con l’unico scopo di dare segnali falsi ai giocatori, che sanno invece di doversi fidare delle istruzioni di uno solo di loro, magari a rotazione. Anche per questo la figura di Stalions, che nel documentario dice "se uno schema lo fai due volte, stai sicuro che la seconda volta lo riconosco in anticipo", è stata fondamentale, rispondendo oltretutto ad un istinto e un intuito che si era accorto di avere già a Navy. Stalions lo scorso anno ammise di avere donato biglietti senza però aver mai chiesto a nessuno dei beneficiari di svolgere alcun compito ma, secondo l’accusa, non solo le circostanze fraudolente si erano verificate ma ad esse se n’era aggiunta una grottesca quando, vestito da membro dello staff di Central Michigan, aveva seguito da bordo campo la partita contro Michigan State per poter personalmente filmare, o comunque annotare, le comunicazioni gestuali della grande rivale di Michigan. E può non essere un caso che dopo una bella vittoria contro Iowa, nel 2022, il coach Jim Harbaugh avesse donato simbolicamente il pallone della partita proprio a Stalions: perché gratificare un membro apparentemente così oscuro dello staff? Ad aggravare il tutto c’è il fatto che lo scorso anno Michigan vinse il titolo universitario, e dunque il sospetto che il percorso verso il successo sia stato macchiato da scorrettezze di quel tipo. Harbaugh a fine stagione se n’è tornato nella NFL ad allenare i Los Angeles Chargers, quasi a lasciarsi alle spalle i guai, visto che all’emergere delle accuse la Big Ten, il raggruppamento di cui MU fa parte, lo aveva sospeso per le ultime tre partite di regular season, specificando che “Michigan da parecchi anni porta avanti un’operazione illegale di scouting personale che le ha dato un vantaggio disonesto, tale da compromettere l’equilibrio competitivo”. Il 25 agosto scorso, poi, la NCAA ha notificato a sette membri dello staff della stagione 2023 le accuse di violazione delle regole, e nei guai c’è anche l’attuale coach Sherrone Moore, che lo scorso anno aveva sostituito Harbaugh ad interim: Moore è accusato di aver partecipato alla truffa e pure di aver cancellato 52 messaggi di Stalions dal cellulare, pratica che puzza di illegale lontano un miglio. Nonostante tutto questo non c’è pericolo che ai Wolverines venga revocato il titolo vinto la scorsa stagione, ma fa impressione l’aria di subdolo spionaggio della vicenda, che uno strascico ulteriore lo ha avuto: anche se in precedenza abbiamo descritto le loro consuetudini usando verbi al presente, in realtà ora le squadre non hanno più bisogno di sistemare a bordo campo membri dello staff per comunicare ai giocatori gli schemi con gesti e cartelli: per quello che è stato definita 'Stalions Rule', noi diremmo 'Effetto Stalions', da questa stagione gli schemi possono essere comunicati via radio. In questo caso, il pericolo è al massimo che qualcuno intercetti la frequenza: era successo ai tempi di Paul Brown, sia in modo volontario, quando i New York Giants erano riusciti ad ascoltare le chiamate degli schemi e riferirli in tempo reale all’allenatore della difesa, il futuro leggendario coach di Dallas Tom Landry, sia in modo involontario, come quella volta in cui la voce di Brown arrivò non al quarterback ma ad un… centralino taxi delle vicinanze.