Come è nato il baseball? Dalle origini alla prima sfida fra le leghe Mlb

Non si hanno grandissime certezze sulle origini del baseball. Le prime tracce di una specie di divertimento giocato con una palla e una mazza risalgono addirittura all’antico Egitto e al British Museum di Londra , dove è esposta una sorta di palla che a detta degli esperti pare sia stata utilizzata ben più di duemila anni fa. Nell’antica Valacchia, separata dalla Moldavia dai fiumi Siret e Milcov, era in voga l’oina, in Russia la lapta, nell’antico Mediterraneo la lippa . Se già nel 1330 i monaci francesi si dilettavano con mazza e palla, non sfuggì a William Shakespeare e John Fletcher di citare più avanti in una commedia la frase “playing stool ball”, usandola come un eufemismo per indicare un comportamento sessuale, ma in realtà richiamando quello stoolball che - già attestato nel 1450 - era solito venire giocato nelle celebrazioni pasquali come passatempo di corteggiamento, ed era considerato uno “sport tradizionale di attacco e tiro”, identificato da più parti come un vero e proprio antenato del cricket , del baseball, del softball e del rounders. Un 'cricket in aria', giocato per tradizione dalle lattaie, che usavano i loro sgabelli da mungitura come “wicket” e il "bittle" come mazza, da cui il nome arcaico di bittle-battle. E non potevano certo mancare i tedeschi con il loro schlagball e le loro squadre composte da 12 giocatori, che ancora oggi viene praticato nell’area di Kiel. Per la verità il primo riferimento al rounders è del 1744 e compare in un libro per bambini stampato dall'editore britannico John Newbery e intitolato “A little pretty pocket book”. Il libro contiene anche una filastrocca molto popolare in cui i termini baseball e rounders vengono confusi. Ma sono davvero molto poche le prove che il baseball derivi proprio dal rounders, anche se in realtà un gioco che è un'evoluzione del rounders si giocava proprio in Nord America nel XVIII e XIX secolo e si chiamava town ball, o meglio Philadelphia town ball, un gioco di mazza e palla, con rifugio sicuro. L’ascendenza rispetto al baseball gli viene assegnata dal fatto che in altre regioni il gioco locale era chiamato “base”, “round ball”, o semplicemente “ball”. Dopo lo sviluppo del “gioco di New York” negli anni Quaranta dell'Ottocento, fu talvolta distinto come “gioco del New England” o “base round ball del Massachusetts”. Sicura era però l’origine del gioco, importato in Inghilterra nel XIV secolo dai pastori fiamminghi, esattamente come era avvenuto già per il cricket e che divenne poi uno sport codificato soltanto nel XVII secolo. Sorprende che vi siano prove evidenti che dimostrino che proprio in Inghilterra si giocasse a baseball nel XVIII secolo. Nel volume pubblicato postumo nel 1818 da Jane Austen, 'L'Abbazia di Northanger', la protagonista Catherine Morlan viene descritta come una donna che preferisce il cricket, il baseball a cavallo e le corse in campagna ai libri. Per essere onesti anche lo scrittore ed educatore tedesco Johann Christoph Friedrich GutsMuths, in un suo libro del 1796 sui passatempi popolari, menziona un gioco chiamato ‘English baseball’, ancora in voga in Galles tra squadre di 11 giocatori, con un lanciatore come nel cricket. Ma qualcosa deve essere accaduto alla fine del XVIII secolo, quando il gioco arrivò nelle colonie. Secondo Albert ‘Al’ Spalding, ex lanciatore e successivamente celebre produttore di articoli sportivi, sarebbe stato un ufficiale di carriera dell’esercito americano, eroe nelle campagne contro i Seminole e generale durante la guerra civile, tale Abner Doubleday, a inventre il gioco del baseball nel 1839 in una città chiamata Cooperstown, la prima degli Stati Uniti abitata solo da nativi. Una storia che lo stesso Doubleday non ha però mai rivendicato, al punto che più che credere a Doubleday inventore del baseball, sembrerebbe quasi il baseball un giorno abbia deciso di inventarsi Doubleday. Al quale tuttavia va riconosciuto il merito di aver ideato il campo inteso come un diamante, così come oggi lo conosciamo. Il vero inventore e codificatore delle regole del baseball moderno pare essere stato in realtà un libraio di New York, Alexander Joy Cartwright, dichiarato ufficialmente inventore del moderno gioco del baseball dall'83° Congresso degli Stati Uniti solo il 3 giugno 1953. Figlio di un capitano di mare mercantile, dapprima impiegato per un broker di Wall Street, poi presso la Union Bank di New York, volontario dei Vigili del Fuoco, fondatore di una squadra chiamata Knickerbockers nel 1839. Nel 1845 decise di scrivere le regole dello sport che amava e nel 1846 organizzò la prima partita negli Stati Uniti. Era il 19 giugno 1846 a Hoboken, nel New Jersey. Quella non fu però la prima giocata in Nord America. La prima partita di baseball giocata nel Nuovo Mondo risaliva infatti al giugno 1838, disputata in Canada, in Ontario. In pochi anni, il baseball divenne il primo vero sport giocato a livello professionistico. Nel 1850 nacque così la National Association of Baseball Players , mentre la National League la seguì nel 1876. Come sempre animati da manie di grandezza, gli americani cercarono subito di farne un gioco mondiale. Nel 1878 il giovane cubano Esteban Enrique Bellán, spedito negli Usa dal ricco padre a studiare nel Bronx, innamoratosi del baseball e diventato poi un giocatore professionista, esportò il gioco in patria . Da pochi anni lo sport delle mazze e delle palline era già giunto sulle coste del Giappone, in Corea e a Taiwan grazie al lavoro del professor Horace Wilson, docente di inglese alla Kaisei Gakko, convinto che introdusse al baseball i suoi studenti, convinto che avessero bisogno di più esercizio fisico, fino a indurre la scuola a sponsorizzare una partita di sette round tra gli studenti giapponesi e gli istruttori stranieri, fondando la prima squadra di baseball ufficiale nipponica nel 1878. Nel 1888 e nel 1889 furono organizzate partite in Australia, Nuova Zelanda e Sud Pacifico. Nel febbraio 1889 un tour organizzato da Albert Spalding portò il gioco anche in Italia. E un campionato fu disputato in Inghilterra alla fine del XVIII secolo. Nel XX secolo il baseball divenne veramente internazionale. Le leghe di baseball organizzate iniziarono a diffondersi in tutto il mondo. “La settimana delle World Series indica che il baseball è uno dei principali disturbi dell'America”. Così si espresse l'opinionista e umorista Arthur 'Bugs' Baer in “The Greatest World Series Games: Baseball Historians”. E in effetti il baseball non è per gli Stati Uniti solo un semplice sport ma è un vero e proprio patrimonio culturale, che muove miliardi di dollari e milioni di hot dog. E la Major League Baseball è l'organizzazione di baseball professionale degli Stati Uniti, chiamata a gestire e sovrintendere un movimento gigantesco e complicatissimo, composto da due leghe, l'American League e la National League. Al cui apice sono le World Series, il confronto annuale disputato tra i vincitori di ciascuna lega. Per molti anni si è creduto che il nome derivasse dal fatto che la serie originale post-season fosse sponsorizzata dal giornale New York World Telegram, diventando così nota come 'World's Series'. Tuttavia, per quanto popolare possa essere questa spiegazione, in realtà non è vera e sebbene il giornale riportasse i risultati delle partite, non aveva nulla a che fare con il nome della competizione. Infatti, la serie postseason tra i campioni dell'AL e della NL era originariamente nota come 'Championship of the World' o 'World's Championship Series'. Con l'uso è stata abbreviata in 'World's Series' e infine in 'World Series'. Tutto ebbe inizio quando Barney Dreyfuss, proprietario dei Pittsburgh Pirates, nel 1903 scrisse al proprietario dei Boston Americans sfidandoli a una “World's Championship Series”. I Pirates erano la squadra migliore della National League e i Red Sox la migliore dell'American League. Fu così che nel 1903, negli USA, l'American League iniziò a sfidare la National League nelle World Series. Ma la denominazione non fu una scelta del tutto originale. Già nella ‘Spalding's Base Ball Guide’ del 1887 venivano riportati i risultati della serie post-season del 1886 tra Chicago, campione della National League, e St. Louis, campione dell'American Association, sotto il titolo “The World's Championship”. In fondo entrambe le leghe esistenti si ritenevano depositarie del vero titolo nazionale americano, quindi era necessario un nome più altisonante per descrivere la sfida post-season tra i due team campioni degli Stati Uniti. Nel 1890 la stessa ‘Spalding's Base Ball Guide’ precisò che del resto era implicito pensare che “il campionato di baseball degli Stati Uniti comprende necessariamente quelli di tutto il mondo, anche se arriverà il momento in cui l'Australia entrerà come rivale, e dopo quel Paese arriverà la Gran Bretagna; ma tutto questo è per il futuro”. Quindi, campioni del mondo sia. A prescindere. Ovviamente nulla di tutto ciò accadde e il nome 'World's Championship Series' rimase. Nel riferire della prima serie di post-season moderna, di cui oggi ricorre il 121° anniversario, giocata il 1° ottobre del 1903, ovvero Americans -Pirates, la ‘Reach Guide’ del 1904 la chiamò “World's Championship Series”. Nel 1912, ancora nel titolo si parlava di “World's Series”, mentre il testo dell’articolo firmato dal redattore Francis Richter faceva ancora riferimento alle “World's Championship Series”. Così la ‘Reach Guide’ passò da “World's Series” a “World Series” nel 1931, mantenendo l'uso moderno fino alla fusione con la ‘Spalding Guide’ e all’ultimo numero uscito nel 1941. La ‘Spalding Guide’, edita separatamente, utilizzò ancora “World's Series” fino al 1916, passando a “World Series” un anno più tardi nell'edizione del 1917. Un quarto di secolo dopo, nel 1942, la ‘Spalding-Reach Guide’ fu sostituita come annuale semi-ufficiale della Major League Baseball dalla ‘Sporting News Guide’, che utilizzò “World's Series” fino al 1963, passando a “World Series” solo nell'edizione del 1964. In ogni caso, molti americani considerano le World Series come il campionato mondiale di baseball, poiché nella Major League di baseball giocano generalmente i migliori giocatori del mondo. Ciò la rende la lega più forte del mondo, composta da giocatori provenienti da oltre 20 Paesi. Ma ahimé i vincitori delle World Series non sono in alcun modo campioni del mondo: quelli sono i vincitori del World Baseball Classic, un torneo internazionale nato nel 2006. La Major League Baseball ha avuto diverse versioni di campionati post-stagionali prima della trasformazione che ancora oggi ci tramanda le World Series. Nel lontano 1884, i Providence Grays della National League superarono il New York Metropolitan Club dell'American Association in una serie di tre partite per quello che fu originariamente chiamato “The Championship of the United States”. Diversi quotidiani descrissero i Grays come i “campioni del mondo” e il nuovo titolo rimase. Nei sei anni successivi si susseguirono diverse varianti tra i vincitori dei campionati della National League e dell'American Association, con una durata variabile da sei a quindici partite. L'American Association si ritirò inaspettatamente dopo la stagione del 1891, costringendo a sospendere la serie. Nel 1892, la National League assorbì quattro delle ex franchigie dell'American Association con dodici squadre cercò di promuovere la crescita del baseball e mantenere l'interesse del pubblico. Si disputò una stagione divisa, in cui la vincitrice del primo tempo giocava contro la vincitrice del secondo tempo per il campionato. Molti tifosi non appoggiarono il nuovo sistema e la split season fu abbandonata nel 1893. Nel 1894, il proprietario di Pittsburgh William C. Temple offrì un trofeo per il campionato al vincitore di una serie al meglio delle sette partite tra la prima e la seconda squadra della National League e divise fra vincitori e perdenti il ricavato della vendita dei biglietti 65% e 35%. Un’idea che durò per un triennio. Nel 1901 fu istituita l'American League e ne nacque una sorta di 'guerra civile', poiché le due leghe rivali si contendevano fedeltà e attenzione dei tifosi. Nel 1903 venne sancita ufficialmente una tregua e resa nota come 'Accordo Nazionale', definendo i requisiti di impiego, salario e trasferta del baseball. Un vero e proprio compromesso che ha prodotto il progetto di business per il baseball della Major League e ha portato a una fusione che dura ancora fino ad oggi. Boston e Pittsburgh, le migliori squadre dell'American e della National League, si trovarono così a competere l'una contro l'altra nel tentativo di creare per davvero una “World Series”, anche se in realtà nessuna delle due leghe aveva finito di 'discutere' per intero il format della post-season, causando così l'annullamento della gara del 1904, quando i New York Giants della NL si rifiutarono di giocare. Le prime ‘World Series’ ufficiali si disputarono dunque nel 1905 e da allora solo una volta il ‘Fall Classic’ non è stato disputato. Anche se la prima vera partita riconosciuta come data di nascita –e per chi non conosce la Major League Baseball, potrebbe non avere molto senso- delle ‘World Series’ è proprio quell’incontro del 1° ottobre 1903, anno del grande “Accordo Nazionale”, posa della prima pietra semi-ufficiale di un progetto che oramai dura da più di un secolo. Dando ragione a Josh Leventhal, autore del libro ‘The World Series - An Illustrated Encyclopedia of the Fall Classic’, secondo il quale “enfatizzando il significato globale della partita, si sarebbe stati in grado di attirare più persone nei campi da gioco”. Del resto una definizione così fa sicuramente leva sul senso di patriottismo e sulla statura mondiale degli americani, come negarlo? Dunque sono le World Series a decidere il campione della MLB ogni ottobre. E questo potrebbe sembrare strano ai non addetti ai lavori, ma è una stranezza che dura da più di un secolo. Il primo club di baseball professionistico di cui si abbia notizia sono i Cincinnati Red Stockings, nati nel 1869. Membri della squadra avrebbero poi formato un altro team che gioca ancora oggi, gli Atlanta Braves. Prima del 1882, quando fu costituita l'American Association come seconda major league, la National Association of Professional Base Ball Players e poi la National League rappresentavano il massimo livello del baseball organizzato negli Stati Uniti. A promuovere il primo torneo indirizzato verso una finale ‘World Series’, avviato il 28 dicembre 1902, fu James ‘Jim’ Henry O’Rourke, originario del Connecticut, nato sportivamente nei Middletown Mansfields come catcher ribattezzato dai tifosi ‘Orator Jim’ per la sua verbosità in campo, forse derivante dalla sua formazione e dalla laurea in legge ottenuta a Yale, così poco comune in uno sport ritenuto piuttosto rude e da immigrati. Uomo di ampie vedute, a lui si dovrà -quando diventerà manager- l’ingaggio del primo afro americano di Bridgeport, Harry Herbert, nel 1895. Dunque, per restare ai fatti, se le prime “World Series” americane furono in realtà una partita di football professionistico. Dieci mesi dopo, il 1° ottobre 1903, la MLB disputò quella che possiamo pertanto considerare la prima partita delle moderne ‘World Series’. Facciamo un passo indietro, allora. Come detto, le World Series iniziarono nel 1903 dopo la cessazione del lungo biennio di ostilità tra la consolidata National League e la nascente American League, i due circuiti appianano le loro divergenze e si accordano per una serie di postseason per incoronare un campione dell'Interleague, una 'World's Championship Series' al meglio delle nove partite. La stagione 1903 dei Boston Americans fu la terza stagione della franchigia di baseball professionale, in seguito nota come Boston Red Sox. Gli Americans si classificarono primi nella American League con un record di 91 vittorie e 47 sconfitte, con 14+1⁄2 partite di vantaggio sui Philadelphia Athletics. La squadra giocava le partite interne all’Huntington Avenue American League Baseball Grounds, costruito per 35.000 dollari nell'attuale Northeastern University di Boston, Massachussets, all'epoca di fronte ai binari della New York, New Haven and Hartford Railroad dal South End Grounds, sede dei Boston Braves. Il team era diretto da Jimmy Joseph Collins, ex vecchia gloria dei modesti Boston Beneaters e dei Louisville Colonels prima di legarsi per sei stagioni ai Boston Americans come player and manager. La stagione 1902 di Collins fu limitata a 108 partite da un infortunio e gli Americans si classificarono terzi. Tuttavia, Collins realizzò il primo fuoricampo con grande slam all'interno del campo della squadra e la stagione successiva guidò gli Americans al loro primo pennant dell'American League, vincendo il campionato con 14+1⁄2 partite di vantaggio sui Philadelphia Athletics . Nella prima 'World Series' al meglio delle nove partite, Boston rappresentò il Junior Circuit. A ottobre 1902 chiese di acquistare l’outfielder George ‘Silent’ Stone dai semi-sconosciuti Omaha Omahogs, lasciando partire verso i NY Giants Jack Warner su richiesta del manager John McGraw, nonostante avesse già firmato un pre-contratto con Boston per due anni. Poi si accaparrò l’esperto catcher Charles ‘Duke’ Farrell dai Brooklyn Superbas. Prima della stagione regolare, la squadra tenne lo spring training a Macon, in Georgia, dove c’era la Mercer University del lanciatore Denton ‘Cy’ Young . I Boston Americans giocarono una partita di esibizione il 23 marzo vincendola per 13─2. Un mese più tardi li raggiunse anche il diplomando atleta dell'Università dell'Illinois Jake Stahl, convinto da un assegno da 500 dollari al mese firmatogli dal team owner di Boston Henry Killilea. Mentre Boston rifaceva la squadra per affermare la propria qualità e la propria supremazia, nell’altra lega i Pittsburgh Pirates puntavano a consolidare le proprie caratteristiche vincenti, consapevoli di essere tra le migliori squadre del baseball nei primi anni del 1900, vincendo tre campionati consecutivi della National League dal 1901 al 1903 e desiderosi di partecipare alle prime World Series moderne mai disputate per vincerle. Fondati come parte dell'American Association nel 1881 con il nome di Pittsburgh Alleghenys, erano entrati a far parte della National League nel 1887. In fondo il baseball professionistico nell'area di Pittsburgh era nato nel 1876 con l'organizzazione dell'Allegheny Base Ball Club, un club indipendente con sede in Allegheny City, al di là del fiume Allegheny. Il 15 ottobre 1881, il manager Denny McKnight tenne una riunione al St. Clair Hotel di Pittsburgh per organizzare un nuovo club che iniziò a giocare nel 1882 come membro fondatore dell'American Association col nome di Allegheny Base Ball Club of Pittsburgh. Nei report e nelle classifiche il team veniva indicato come 'Allegheny' o 'Alleghenys' o pure 'Alleghenies'. Dopo cinque stagioni mediocri, Pittsburgh divenne la prima squadra dell'A.A. a passare alla più vecchia National League nel 1887. Prima della stagione 1890, quasi tutti i migliori giocatori degli Alleghenys erano passati con i ‘Pittsburgh Burghers’ della Players' League, una lega che crollò a fine stagione. Dunque i giocatori furono autorizzati a tornare ai loro vecchi club. Ma gli Alleghenys, che avevano già acquistato anche la seconda base Lou Bierbauer, ex dei Philadelphia Athletics della A.A., pur non avendolo ancora incluso nella lista delle riserve, protestarono contro il ritorno dei figliol prodighi. In un reclamo ufficiale, però, un funzionario dell’A.A. sostenne che l'ingaggio di Bierbauer era stato un atto 'piratesco'. A seguito di ciò le leghe entrarono in urto. Ma quel presunto atto 'piratesco' fece guadagnare al team il soprannome occasionale di 'Pirati' a partire dal 1891, che prese piede tra i giornali di Pittsburgh e infine fu riconosciuto per la prima volta anche sulle divise della squadra nel 1912. Dopo una ventina di anni di alti e bassi, all’inizio del XX secolo i ‘Pirates’ incominciarono a vedere i frutti del loro lavoro. Acquistarono diversi campioni dai Louisville Colonels, destinati a essere eliminati quando la N.L. passò da 12 a 8 squadre, visto che le franchigie non si consolidarono formalmente e i trasferimenti furono transazioni separate. Tra questi giocatori c'era Honus Wagner, che sarebbe diventato uno dei primi ad essere inseriti nella Baseball Hall of Fame. Quando Americans e Pirates si affrontarono, in quel 1° ottobre di 121 anni fa, Boston sconfisse Pittsburgh per cinque partite a tre in una serie al meglio delle nove partite. Gli spettatori furono poco più di 100.000 e le quote di incasso dei giocatori furono di poco superiori a 1.000 dollari ciascuno. Dopo aver perso due partite su tre in casa per iniziare la serie, e poi aver perso la prima partita a Pittsburgh, gli Americans vinsero le tre successive a Pittsburgh, quindi tornarono a casa per vincere l'ottava partita a Boston e diventare i primi campioni delle World Series. Collins stesso batté .250 nella serie, con un paio di tripli e cinque punti segnati. L'attacco era guidato per la terza stagione consecutiva da Buck Freeman, che realizzò 13 fuoricampo e 104 RBI, e da Patsy Dougherty, con una media battuta di .331. Per Freeman fu anche la terza stagione consecutiva con almeno 100 RBI. Il corpo di lancio fu guidato da ‘Cy’ Young, che fece 40 apparizioni e lanciò 34 partite complete con un record di 28-9 e un'ERA di 2,08, mettendo a segno 176 strike out in 341+2⁄3 inning. La squadra ha avuto altri due vincitori di 20 partite: Bill Dinneen e Tom Hughes . In quella prima World Series era in gioco il futuro del baseball e probabilmente nessuno dei protagonisti in campo ne era consapevole. In gioco c'era la sopravvivenza del baseball come sport preminente in America, giocato da uomini che, se non fossero stati giocatori di baseball, avrebbero fatto in grande parte della classe operaia che costituiva in maggioranza gli spettatori, che era parte di loro. Al termine dell’ultima partita i giocatori di entrambe le squadre posarono per una foto insieme, a dimostrazione del fatto che consideravano le World Series un successo. In effetti, il proprietario dei Pirates apprezzò a tal punto gli sforzi della sua squadra perdente che donò la sua quota di vendita dei biglietti ai giocatori, permettendo a ciascuno di loro di ricevere un bonus di 1.316 dollari, ovvero 134 dollari in più di quanto ricevuto dagli americani in quanto campioni. Da parte loro, i giocatori di Boston erano scontenti del fatto che il loro proprietario si rifiutasse di estendere i loro stipendi alle World Series. La disputa sindacale che ne seguì contribuì a creare maggiore interesse per l'evento. Ebbe risonanza perché molti dei tifosi che andavano alle partite erano iscritti ai sindacati, e i sindacati erano una parte molto più importante della vita quotidiana in quel periodo, specialmente in una città sindacale come Boston. La prima World Series è stata parte di ciò che ha cambiato l'intera posizione della copertura sportiva nella stampa popolare: è diventato un affare più grande a causa di tutte le dimensioni di questo particolare evento. L'autore e storico Glenn Stout addirittura ipotizzò, in seguito, sulla base della scarsa qualità del gioco nelle partite iniziali, che i giocatori delle due squadre avessero persino cospirato per prolungare la serie, perché i loro guadagni si basavano proprio sulla vendita dei biglietti.