Un anno spettacolare: i 50 migliori colpi del 2024

Un lob calibrato con lo spin giusto, un tweener che prende una traiettoria imprevedibile. Un giro di polso che sfida le leggi della fisica, un istante impercettibile, come il tempo necessario per strizzare gli occhi e perdersi il momento perfetto. Il tennis vive di gesti bianchi, ma anche di frazioni di secondo, frazioni di secondo lunghe un punto, oppure 50. Su tutti, il protagonista, neanche a dirlo, è uno, anzi, IL numero 1. Oltre le 73 vittorie stagionali, oltre gli otto titoli vinti, oltre i record riscritti per il tennis italiano e internazionale, Jannik Sinner è stato anche inaspettato showman, tanto da strappare un sussulto più che mai divertito nel vederlo tentare – e riuscire – in un tweener a fondocampo a Wimbledon contro Shelton, vincendo poi il punto con un passante di dritto. Spoiler alert: comunque non vedrete questo momento in top 20. Dove però troverete altri cinque lampi di genio di Jannik. Inclusi tre in top 5, di cui due in top 3. I colpi italiani Lampi di genio a tutto campo, o per meglio dire, a tutta Italia. Liberatosi dalla dipendenza dalla terra rossa, Lorenzo Musetti ha incantato con il proprio rovescio a una mano sul cemento di New York e di Miami, ma soprattutto sull’erba di Wimbledon. Fabio Fognini, invece, ha regalato ruggiti d’esperienza sul Centrale di Roma, al chiaro di luna, dominando le zolle irregolari al Foro Italico con la propria mano senza tempo. E ancora, Berrettini ha dimostrato di potersi adattare a tutto, davvero a tutto. Non soltanto alle sfide di un fisico finalmente un po’ più affidabile, ma anche alla difficoltà di lavorare in chop sul cemento e con il rovescio a una mano sia sul cemento che sull’erba, mentre Matteo Arnaldi e Flavio Cobolli hanno regalato spettacolo tramutando la grinta in soluzioni tattiche mai estemporanee, sempre frutto di innegabili progressi tattici. Valutate voi se preferite la ‘veronica’ alla Adriano Panatta di Matteo a Barcellona o il tuffo alla Boris Becker di Flavio a Wimbledon. Non mancano i nomi evergreen, da decenni protagonisti in qualsiasi top colpi – indipendentemente dalla superficie, dalla categoria di torneo o dalla posizione in classifica: nessuno si stupirà di vedere Grigor Dimitrov e Gael Monfils comparire più e più volte, campioni di atletismo, fairplay e infiniti applausi. Di un’altra epoca anagrafica, ma non per tennis, Carlos Alcaraz si candida già a raccogliere il loro testimone: presente cinque volte in top 50, lo spagnolo ha mostrato tutto il proprio repertorio, tra lob, ‘banana shot’ di Nadaliana memoria e duetti che trasudano aura contro Sinner. A proposito di Nadal: nell’anno in cui re Rafa ha salutato il tennis, ma soprattutto il feudo terra rossa, non poteva mancare in top ten un’ultima, iconica, magia. Indovinate voi dove e quale. Top colpi per top player: tra i tweener di Casper Ruud, i lampi di genio da dietro la schiena di Hubert Hurkacz e i passanti geometrici di Sascha Zverev, il livello è sempre stellare, fino a raggiungere il picco tecnico-tattico in top ten. Tra un urlo di stupore e una standing ovation, però, non ci si stupisca di trovare, tra i volti più sorprendenti, Thiago Monteiro, Quentin Halys, Jan-Lennard Struff, Dominik Koepfer, Jakub Mensik, Hugo Gaston e il nostro Luciano Darderi. Un indizio: tutti e sette sono entrati in top 30, tre di loro in top 20 e addirittura uno di loro è sul podio. Non rimane che cliccare play e iniziare a guardare, lasciandosi trascinare dalla musica, dal suono sordo di ogni vincente, dagli applausi a scena aperta. In una parola, dal tennis.

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