Il 'metodo Sinner': gli obiettivi per il 2025

Migliorare la perfezione è impossibile, almeno per gli umani. Se però hai la mentalità di Jannik Sinner puoi addirittura riuscirci. È l'uomo da battere nel 2025: tutti vogliono il suo scalpo. Per questo, da n.1, non ha perso un solo minuto per adagiarsi sugli allori. Ha chiuso il sipario su un 2024 glorioso alzando da imbattuto la Coppa Davis. La fugacità di pochissimi giorni di break e già sudava sotto il sole calibrando i carichi di lavoro nella preparazione svolta sul cemento di Dubai. Teoricamente poteva permettersi uno stop di un mese dopo una stagione davvero massacrante. Un anno senza soste con 73 incontri vinti, solo 6 sconfitte e 8 trofei alzati in giro per il mondo. Ma il ‘metodo Sinner’ ha azzerato vacanze, Maldive o cerimonie trionfali. Voleva solo tornare prima possibile sul campo, a parte la brevissima sosta natalizia in famiglia. Tutto programmato. Compresa la preparazione con doppie sedute ad alta intensità circondato dalla sua squadra. Due settimane dure a Dubai per un ciclo di ricarica fisica con Marco Panichi e la cura dei muscoli con l'argentino Ulises Badio, specialista in agopuntura. Fissando sul campo nuovi passaggi tecnici con Simone Vagnozzi e tenendosi sempre in contatto con il guru paterno, Darren Cahill, che ritroverà in Australia nel suo primo appuntamento del 2025. Nel meraviglioso viaggio che ci apprestiamo a percorrere con Sinner nel nuovo anno cambiano obiettivi e avversari. Premessa doverosa. Degli obiettivi non parlerà mai pubblicamente Jannik. Troppo intelligente e umile per esporsi. Il mantra è ‘Continuare a lavorare e migliorare’. Giusto così. Ma c'è un cerchio che vorrebbe chiudere. Sono i tre grandi tornei che non ha ancora vinto: i due Slam che gli mancano, Wimbledon e Roland Garros, più gli Internazionali d'Italia. La sua programmazione modificherà qualcosa anche per questi nuovi obiettivo. Per vincere Roma e Parigi salterà il torneo di Montecarlo. Si prenderà più tempo per riabituarsi alla terra, dopo il massacrante tour sul cemento tra Australia-Doha-Indian Wells-Miami. Jannik è consapevole di non aver ancora vinto un grande torneo sul rosso in carriera, ma sa perfettamente sia solo una questione di tempo. Oggi ha acquisito più tenuta atletica e varietà nel palleggio per rompere il tabù. Più elementi tecnici e soluzioni tattiche utili sul rosso. Roma e Parigi sarebbe un'accoppiata da sogno e si programmerà per esprimersi al massimo nel segmento cruciale sulla terra battuta. Nel Tempio di Wimbledon ha finora già raggiunto due semifinali. Gli avversari Se non accuserà malori, come accaduto contro Medvedev nell'ultima edizione, può riproporsi una sfida bellissima contro Alcaraz. Lo spagnolo rimane il più forte e temibile rivale, talento purissimo e avversario capace di farsi amare per la correttezza e il rispetto con cui vive la sana rivalità con Jannik. Saranno sempre sfide epiche tra i due. Mentre su Djokovic, verso i 38 anni, la curiosità rimane il nuovo connubio tecnico con Murray come elisir contro il tempo. Attenzione a Zverev. Il tedesco rimane un ostacolo durissimo su tutte le superfici, ma ancora senza Slam malgrado due finali. Gli altri vanno rispettati ma sono tutti un gradino sotto. Si è visto anche alle Atp Finals, tutti dominati senza perdere un set. Non all'altezza di essere invece considerato un avversario credibile è Kyrgios, costretto ormai a parlare male di Sinner solo per farsi ancora notare. L'ossessione di un perdente che gioca senza stile fuori dal campo. ‘Non ti curar di loro ma guarda e passa’, la tattica migliore contro l'invidia. Sogno azzurro Per fortuna ci sono anche gli amici: come Berrettini e Musetti. Sarebbe meraviglioso vederli in finale da avversari di Sinner. Musetti al Foro Italico perse la sfida con un match-point non sfruttato nel 2019 contro Sinner. Una lotta di due ore e 40' nell'ultimo turno di pre-qualificazione. Erano due giovanissime promesse e, 6 anni dopo, una finale a Roma sarebbe un derby azzurro paradisiaco. Nella scorsa edizione di Wimbledon, Matteo ha giocato contro Jannik la migliore partita di sempre per potenza e qualità dei colpi tra due italiani. Vedere una finale tra loro due nel Tempio sacro del tennis sarebbe il regalo più emozionante di sempre per lo sport italiano. Pensieri onirici consentiti solo ai campioni. Migliorare la perfezione non è impossibile.

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