Sinner può vincere il Grande Slam?

La netta vittoria di Sinner agli Australian Open ha immediatamente aperto un dibattito tra addetti ai lavori e tifosi: quest’anno può puntare al Grande Slam? Conoscendo Jannik, non credo che si sia posto questo obiettivo. Il suo focus è sempre sul presente e sul continuare a migliorarsi. Lavora sempre su sé stesso con grande costanza e dedizione, il resto è una conseguenza. Di certo, non vive l’obiettivo Grande Slam come un’ossessione. E’ consapevole che nell’arco di una stagione possono cambiare tante cose e l’unica cosa che si può fare è lavorare giorno per giorno per arrivare al meglio nei grandi tornei. Detto questo, sicuramente la vittoria in Australia ha conclamato la differenza che al momento c’è tra lui e tutti gli altri. L’abbiamo vista noi, l’avrà percepita anche lui. In questo momento sa di essere una spanna sopra tutti. Ma guai a dare per scontata questa superiorità, tutto può cambiare in un attimo. Se dare una risposta oggi sulle chance di Grande Slam è difficile, è possibile invece fare un’analisi di ciò che può sfruttare a suo vantaggio per provarci e cosa invece potrebbe ostacolarlo. I punti di forza In questo momento, sicuramente la condizione fisica. Ha aumentato la copertura di campo con una stabilità eccezionale. Lo abbiamo visto in finale con Zverev: anche in difesa arrivava, si fermava con le gambe quasi in spaccata e trovava la spinta e la stabilità del corpo per contrattaccare. Questa è la sua certezza. Un tennista quando gioca vuole sentirsi solido, vale a dire avere la percezione che l’altro non ti può scalfire. E in questo momento Sinner ha sicuramente questa percezione. Ma questa solidità la percepiscono anche i suoi avversari. Si è vista l’impotenza di Zverev nel cercare di mettere in difficoltà Jannik. Altro punto di forza è che, paradossalmente, ha ancora margini di crescita a livello di forza e di corporatura. A livello tecnico e balistico è praticamente già perfetto: i colpi sono sempre centratissimi ed è difficile che ne sbagli uno. La chiusura della racchetta sulla palla è quasi sempre corretta e il colpo finisce quasi sempre vicino alle linee. In questo momento sta servendo anche molto bene, ha trovato il suo tempo e il suo movimento. E poi ha un tempo di reazione eccezionale, un altro fattore che fa grande differenza in campo. Infine, come non parlare della forza mentale. Ha tenuta e continuità, nonostante le problematiche che sta vivendo fuori dal campo. Ha un equilibrio perfetto, sa mettere da parte l’emotività. Non sbaglia un approccio, non sbaglia una partita. Sarò ripetitiva ma l’unica parola corretta per definirlo in questo aspetto è impressionante. Gli avversari Al momento è sotto gli occhi di tutti la superiorità di Sinner ma credo che in tanti sbaglino a considerare Alcaraz e Rune molto più indietro di Jannik. Intanto, ricordiamo che hanno due anni in meno di Jannik e, se pensiamo a dov’era il numero uno due anni fa, loro sono più avanti. Soprattutto Alcaraz, che ha già vinto quattro Slam. Ma, in generale, entrambi hanno dimostrato che al loro picco di gioco possono battere Sinner o almeno di poterci giocare alla pari. Quello che, al momento, non hanno è la sua continuità. Onestamente, penso che se Alcaraz avesse battuto Djokovic e fosse arrivato in finale a Melbourne, il risultato non sarebbe stato così scontato. Ma con i se e i ma non si fa la storia. Il ‘problema’ di Alcaraz e Rune è che per ora non riescono ad arrivare in fondo ai grandi tornei con la stessa continuità di Sinner. Lo spagnolo ha dei picchi di gioco altissimi, ma si perde con troppa facilità. Lui e Rune devono crescere a livello mentale e poi potranno insidiare seriamente Sinner. Il gap insomma è mentale più che tennistico. Poi c’è ancora Djokovic, che non va sottovalutato. Certo, oggi il serbo gioca con una velocità inferiore, sia di corpo che di palla. Non è più il giocatore di una volta ma ha una grandissima forza mentale e può ancora sorprendere. Zverev, invece, credo sia più indietro: ha un colpo su due, il suo dritto è troppo falloso e poco centrato; quando sale la pressione e la velocità dello scambio questo fa la differenza. Si è visto nella finale con Sinner. E deve migliorare anche in risposta. Non è al livello di Jannik, Djokovic e Alcaraz dal punto di vista tecnico e fisico. E’ molto resistente ma non ha il cambio di passo e la velocità di quei tre. Infine, ci sono Medvedev, Rublev, Tsitsipas e Fritz, che in qualche torneo possono sorprendere ma a livello tecnico sono molto più indietro. Chiaramente stiamo parlando di giocatori di altissimo livello, ma proprio perché parliamo di grandi campioni sono i piccoli dettagli a fare la differenza. Le superfici E’ un altro discorso importante. Sinner è cresciuto su un campo molto rapido, ha un baricentro molto basso e gioca in linea, per cui si sente ‘a casa sua’ su due superfici su tre . Nella sua maturazione tennistica, cioè da adolescente, ha giocato sulla terra, quindi conosce bene anche questa superficie. Non è un giocatore come Medvedev o come alcuni americani, che sulla terra proprio non rendono. Jannik può giocare bene anche lì e lo ha già dimostrato l’anno scorso al Roland Garros. In generale, circa l’80% dei tennisti e delle tenniste del mondo ‘peggiora’ sulla terra, perché quasi tutti sono cresciuti giocando indoor o outdoor sul cemento. Perché si dice che l’Us Open è il torneo più difficile da vincere? Perché ci sono più giocatori che giocano bene su quella superficie. Anche gli Australian Open sono sul cemento ma a Melbourne ci sono delle componenti di clima, luce e vento che complicano ulteriormente il gioco. In America, invece, è tutto talmente perfetto che bene o male tutti riescono a rendere al massimo delle proprie potenzialità. Per tornare a Jannik, lui è un tennista che gioca in linea e quindi è portato a giocare sul veloce. Il cemento per questo tipo di giocatori è la superficie perfetta. Ma già dai miei tempi il Rolland Garros non ha più una terra morbidissima e quindi anche lì si riesce a giocare ‘veloce’. La terra però esalta altre caratteristiche, in particolare quelle di Alcaraz. Lo spagnolo gioca di più in traiettorie, sporca la palla e la smorza spesso. Ha un gioco più vario di quello di Sinner e giocare sulla terra è un vantaggio per questo tipo di tennisti. Inoltre, Alcaraz – come anche Rune – ha più forza fisica di Sinner. Sul cemento la palla impatta molto bene ed è più facile darle velocità, sulla terra invece serve anche forza muscolare per darle più spinta e in questo lo spagnolo e il danese hanno un vantaggio. Alcaraz è più esplosivo di Jannik nel gioco di spinta o ‘corposo’ – se così possiamo chiamarlo – e fa girare molto di più la palla. Anche Rune ha un gioco vario e frusta la palla con più forza di Jannik. Per questi motivi, a parità di condizione fisica e mentale, credo che al Roland Garros Alcaraz e Rune possano mettere in difficoltà Sinner. Sull’erba e il cemento invece è imbattibile? No. Perché esistono avversari e imprevisti. L’anno scorso, ad esempio, per me era il favorito a Wimbledon ma si è sentito male e ha perso contro Medvedev. Ero lì, si vedeva che non era il ‘solito’ Jannik, sembrava un altro giocatore. Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Abbiamo detto che Alcaraz si esalta sulla terra, eppure ha vinto due Wimbledon e uno Us Open. La superficie è un fattore importante sì, ma ci sono anche altri aspetti da considerare… Pressione e fattori esterni Un altro aspetto importante da considerare è la pressione che un giocatore può sentire. In questo, fino a oggi, Jannik è sembrato quasi un alieno. E’ arrivato a ogni torneo solido e sereno, accompagnato da un team che gli trasmette tranquillità. Per il Sinner che abbiamo conosciuto fino a questo momento, la pressione sembra un qualcosa di sconosciuto, che non lo riguarda. Da questo punto di vista non credo che avvertirà un peso particolare nell’affrontare i prossimi Slam. Un possibile ostacolo, invece, può arrivare dall’esterno. Mi spiego meglio. Più vinci, più diventi famoso, più sei ‘costretto’ a fare anche altro. Tutti ti vogliono, tutti ti cercano. Alla lunga, questo può stancarti mentalmente. Squalifica? Infine, l’ultimo fattore da considerare è il caso clostebol e l’udienza al Tas. Innanzitutto, una precisazione: per me è chiaro che lui è totalmente estraneo ai fatti e si è trattato solamente di una ‘buccia di banana’. La sua innocenza è evidente. Una squalifica, oltre che ingiusta, sarebbe dannosissima. Giocare e vincere ti dà forza, restare fermo inevitabilmente ti indebolisce. E tornare subito al top non sarebbe né facile, né scontato. E’ un po’ come un infortunio, Jannik e il suo team dovrebbero essere bravi a non perdere il ritmo e – soprattutto – la tenuta mentale. Certo, non avrei dubbi sul fatto che tornerebbe sicuramente a vincere e a farci esultare. Squalifica o no, Grande Slam o no, quel che conta è che Sinner è un patrimonio per il tennis italiano e mondiale. Vederlo giocare è un privilegio, come lo è stato vivere negli anni del dominio di Federer e Nadal.

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Laura Golarsa