Quando Sarah Toscano era una (forte) tennista

Per dirla rimanendo in tema di pallina gialla e profumo di terra rossa, Sarah Toscano è la Joao Fonseca di Sanremo. Il paragone inizialmente strappa un sorriso, ma in realtà ha un perché. Classe 2006, proprio come Fonseca, tra l’altro, Toscano danza tra il palcoscenico e il campo da tennis. Un cammino lungo quattro anni, dalla seconda categoria raggiunta nel 2021 alla partecipazione ad Amici nel 2024, dalla hit 'Amarcord' alla personalità portata sull’Ariston, vetrina usata per conoscersi e farsi conoscere. E magari anche dare ulteriore popolarità al tennis. "Quando a quattro anni mi hanno chiesto chi volessi diventare da grande, ho risposto che volevo giocare a tennis e suonare il pianoforte", ha dichiarato in un’intervista alla vigilia di Sanremo. Note diverse, ritmo immacolato. Dal beat di una canzone pop che cattura l’orecchio al suono sordo di una pallina che impatta perfettamente sul piatto corde. Ne sa qualcosa Ugo Humbert, soprannominato 'Il pianista di Metz', attuale numero 17 ATP che nel tempo libero tra una partita e un’altra lascia muovere le dita tra i tasti bianchi. Sarah Toscano, va detto, non è arrivata così in alto, ma è comunque arrivata più in alto rispetto a chi nel tempo libero allena il proprio dritto e rovescio contro il muro. Attualmente con classifica 3.1 – per spiegarlo a chi non segue il tennis, così si schematizza il 'ranking' di chi sta un gradino sotto il professionismo – la diciottenne lombarda nel 2015 raggiunse la finale del Master Crevani nella categoria Under 10, vincendo poi i Campionati Provinciali. Il traguardo più grande, però, è arrivato nel 2020, l’anno in cui Toscano fu protagonista nel garantire la promozione in Serie C al Selva Alta Vigevano. In sintesi, chi ha la stessa classifica di Sarah Toscano ha successo – e tanto – nei campionati provinciali e regionali, arrivando anche ad arrivare in fondo negli 'Open', i tornei di categoria subito inferiore agli ITF. Addirittura, non ci stupiremo se, un giorno, vedremo Sarah essere sparring partner delle future Paolini o Cocciaretto. Riflettori sempre accesi, quindi, in campo e sul palco. Anche perché, diciamocelo, senza attitudine, senza personalità, senza 'it factor', non si va lontano. In campo e sul palco. Nella serata in cui Sarah Toscano avrà l’onore di chiudere le esibizioni per la giornata finale di Sanremo, Joao Fonseca proverà a raggiungere la prima finale ATP, a 18 anni. Entrambi in un ambiente ostile: lei cercando di emergere tra nomi che hanno scritto la storia contemporanea della musica italiana, da Simone Cristicchi a Giorgia, da Francesco Gabbani a Massimo Ranieri; lui mettendo in campo la propria grinta brasiliana nella 'garra' di Buenos Aires. Possibilità di vincere il Festival per Sarah? Non ne ha avute molte a dire il vero. Possibilità di Joao di trionfare in Argentina. Onestamente di più. Francisco Cerundolo permettendo. Comunque vada, sul palco e in campo, si va con fiducia: "Essere sicuri di sé stessi o, perlomeno, farlo percepire agli altri è molto importante. Penso sia proprio l’esibizione a diventare più convincente. E anche nel tennis, se ti dimostri fragile, chi sta dall’altra parte lo capisce e agisce di conseguenza". A fine serata la classifica – quella in note, non in titoli regionali – non conta. A essere importanti, piuttosto, saranno i numeri: quelli che corrispondono al 'ranking', sì, ma anche quelli accumulati su Youtube per il video nel quale Sarah Toscano duetta insieme a Ofenbach in un mash-up di “Overdrive” e “Be Mine”. Chi era a Parigi-Bercy tre mesi fa, sentendola scatenarsi energicamente mentre cantava: “I want to feel the love, I want to go into overdrive”, avrà sicuramente ripensato all’ingresso in campo di Giovanni Mpetshi Perricard contro Frances Tiafoe sul Centrale o a quello di Rune contro Arnaldi sul Campo 1. Tennis e Sanremo non sono mai stati così vicini. E, chissà, magari esiste davvero un filo rosso che unisce la Liguria con la Francia fino ad arrivare in Argentina.

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Michela Curcio