Vogliamo davvero rinunciare al doppio nel tennis?

“La miglior coppia di doppio al mondo? John McEnroe e chiunque altro”. Era l’inizio degli anni Ottanta e lo statunitense, il ragazzo che rivolgendosi al giudice di sedia urlava: you cannot be serious, era numero uno al mondo sia in singolare che nel doppio. Senza sacrifici né rinunce. Allenamenti? Pochini, per la verità. L’americano usava le sfide in coppia con il compagno Peter Fleming per prepararsi alle sfide contro Borg, Connors e Lendl. Giocare in squadra aiutava a vincere da soli. Altri tempi, tennis a bassa velocità, racchette in legno e tutto il tempo per il serve and volley, le discese a rete erano all’ordine dello scambio. In carriera, dal 1979 al 1992, John McEnroe ha vinto 16 titoli dello Slam, 7 in singolare e 9 in doppio. Ma il suo non era un caso isolato. In campo femminile e in tempi più recenti le sorelle Williams sono state numero uno al mondo entrambe contemporaneamente in entrambi i ranking, con 14 titoli major conquistati condividendo il campo e 3 ori olimpici, da Sydney 2000 a Londra 2012. L’ultima loro vittoria risale a Wimbledon 2016, quando Serena vinse anche il torneo di singolo, il suo ultimo titolo sull’erba. Nove anni fa si poteva essere campioni in entrambe le discipline, senza che un torneo pregiudicasse l’altro, e viceversa . Senza dover andare dall’altra parte dell’oceano, nel 2012 Sara Errani al Roland Garros ha raggiunto la finale in singolare e conquistato il titolo nel doppio in coppia con Roberta Vinci, un’impresa a cui quest’anno si è avvicinata anche Jasmine Paolini; sempre in coppia con l’eterna Errani, l’azzurra è arrivata in finale in entrambi i tornei. Nel doppio la coppia azzurra è stata sconfitta da Siniakova e Gauff, quest’ultima campionessa in doppio dopo aver già conquistato a New York un titolo in singolare. I successi italiani nelle competizioni a squadre devono molto al lavoro di gruppo e al fatto di avere, sia tra gli uomini sia tra le donne, due tra le coppie più forti al mondo. Paolini ed Errani e Bolelli e Vavassori, tutti qualificati per le Finals nel 2024 e tutti campioni del mondo a squadre. Alcuni dei momenti più belli del 2024 tennistico sono proprio legati alle vittorie con la maglia azzurra: la finale olimpica e la conquista dell’oro a Parigi 2024, la vittoria di Sara Errani e Andrea Vavassori a New York nel doppio misto, il debutto di Bolelli e Vavassori alle Nitto Atp Finals di Torino, la strana coppia Sinner e Berrettini nel match decisivo contro l’Argentina per un posto in semifinale di Davis. Questi successi e questi traguardi non sarebbero stati possibili senza un’educazione e una tradizione doppistica, valore aggiunto quando non determinante per vincere Davis e Billie Jean King Cup. Futuro incerto Nonostante i successi italiani vadano anche oltre il singolare, in tutto il mondo si discute da tempo sulle sorti del doppio, divenuto ormai una minuscola parte del circuito tennistico, trascurata dai top ten nel singolare. È delle ultime settimane la decisione da parte dell’organizzazione degli Us Open di fare delle modifiche al doppio misto e cioè di far durare il torneo soltanto due giorni e di farlo giocare durante la settimana di qualificazioni, quindi come anteprima dell’evento principale. Inoltre le coppie saranno dimezzate, da 32 a 16 , il montepremi aumenterà e si giocherà 2 set su 3 al meglio dei 4 game, tutte le partite verranno programmate sui campi principali. Holger Rune, generazione Z in purezza, ha salutato la novità definendola molto interessante . I campioni uscenti, invece, hanno commentato così la modifica del format: “Il torneo è diventato una pseudo esibizione, focalizzata unicamente sullo show. Mettere i soldi davanti al tennis non è mai una buona idea”. È vero che il misto è poco conosciuto, ha aggiunto Vavassori, ma anch’esso fa parte di uno Slam ed è unico. Dopo i cambiamenti, le critiche Reilly Opelka, numero 114 del ranking, ha parlato così del doppio sui suoi canali social: “Dovrebbero sbarazzarsene, è per singolaristi falliti. Non esistono gli specialisti nel doppio, non sono in grado di vendere biglietti”. Andrea Vavassori non era intenzionato a rispondere direttamente a Opelka . Il suo post pubblicato su Instagram ha colpito nel segno: “Ci sono tre discipline nel tennis, singolo, doppio e doppio misto. Ognuna di queste, se promossa e aiutata nel modo giusto, può portare gioia, passione e felicità agli occhi di chi la guarda. […] è una disciplina che può portarti a competere per una medaglia olimpica, o magari a vincere la coppa Davis per il tuo Paese, o a conquistare un torneo del Grande Slam”. Vavassori ricorda poi la conquista del Carreer Grand Slam da parte di Sara Errani e di Mate Pavic, un risultato importantissimo e poco ricordato perché poco promosso. Jamie Murray, fratello di Andy ed ex numero uno al mondo in doppio, nel corso di un podcast, Tennis Tribe, che si interroga dal 2016 sul futuro del tennis giocato in coppia, ha dato molte risposte interessanti su questo tema. Il britannico ha raccontato che ormai la maggior parte della popolazione guarda lo sport sui social network, dove il doppio praticamente non esiste poiché ad esso non è collegata nessuna strategia di marketing, nessun progetto per renderlo una competizione appetibile. Murray nel suo intervento ricorda anche che gli spettatori, quando partecipano agli eventi on site, vogliono consumare tennis, tennis in tutte le forme, vogliono vedere le star e vogliono vedere i locals. Non necessariamente nel singolare. Un esempio: alle Atp Finals di Torino le sessioni sold out del doppio sono state quelle in cui hanno giocato Kyrgios e Kokkinakis e quelle dello scorso anno in cui hanno giocato Bolelli e Vavassori. È interessante quello che dice Vavassori a proposito del padel: “Sono convinto che niente genera interesse se non viene gestito e promosso nella giusta maniera. Lo stiamo vedendo con il pickleball e il padel; anche se non possono minimamente competere con il doppio in termini di prestigio e tradizione, stanno ricevendo notevoli attenzioni, questo perché sono gestite in un certo modo e c’è un grande lavoro dietro per cercare di promuoverle e farle conoscere alla gente”. Anche Andy Roddick, nel suo podcast Served, si è inserito nel dibattito tentando di parlare “attraverso i fatti e non attraverso le emozioni”. L’ex numero uno al mondo nel suo intervento ha sottolineato che il doppio è una competizione presente nel circuito da decenni e dunque è conosciuta al pubblico, non ha bisogno di creare familiarità. Eppure il pubblico sceglie consapevolmente di non guardarla, i dati che cita nel corso della puntata rivelano che gli utenti del doppio sono circa il 5% di un normale evento di tennis. La verità, riconosciuta anche da Vavassori, è che nel corso degli anni ha perso appeal poiché ha perso i grandi nomi e ha una programmazione non favorevole. Come sempre accade, sono i grandi nomi a rendere grande lo sport. Alla vigilia del torneo di Indian Wells sui campi dove si giocherà il primo Masters 1000 della stagione andrà in scena l’Eisenhower Cup, un’esibizione a cui prenderanno parte otto coppie di campioni. Tra gli altri: Aryna Sabalenka e Taylor Fritz, Paula Badosa e Stefanos Tsitsipas e gli azzurri Lorenzo Musetti e Jasmine Paolini. Nel torneo vero e proprio, nel tabellone maschile, Matteo Berrettini ha scelto di giocare oltre al singolo anche il doppio in coppia con Lorenzo Sonego. Un buon modo per scommettere sul futuro di questa competizione e della nostra Coppa Davis.

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