Andreeva batte Sabalenka a Indian Wells: il tennis femminile ha trovato una nuova stella

Mirra Andreeva non si ferma più. Ha vinto a Dubai, dopo tanti sacrifici, e ora replica a Indian Wells. Con il secondo 1000 consecutivo, raggiunge la sesta posizione mondiale superando, in una finale intrigante, Aryna Sabalenka con il punteggio di 2-6, 6-4, 6-3. Due generazioni a confronto, ma una classe e una padronanza che ha reso spettacolare questa finale al femminile. Probabilmente, la migliore possibile. “Ho corso come un coniglio” dirà esausta, ma sorridente, Mirra alla fine. È stato in effetti così, soprattutto all’inizio partita. Come annullare Sabalenka Sabalenka, come aveva fatto a gennaio a Brisbane e agli Australian Open lasciandole pochi games, aveva impostato la partita colpendo duro. Anzi, possiamo essere anche più specifici: ‘tirando proiettili’, sfruttando cioè la sua capacità di dominare lo scambio con colpi pesanti. Nel primo set sembrava che il copione sarebbe stato lo stesso. Ma il valore della strategia e lo studio dell’avversario servono sempre. Dopo una piccola pausa negli spogliatoi, Mirra è tornata in campo con le idee chiare: questa volta avrebbe mosso meglio le gambe; avrebbe sfruttato quello splendido rovescio lungolinea che aveva sorpreso in semifinale anche la numero 2 mondiale Iva Swiatek; sarebbe stata più precisa con il servizio. In poche parole, avrebbe fatto correre lei Aryna in tutte le zone del campo. E così è stato. Cambi di ritmo, palle corte, chopdi diritto . Sabalenka ha cominciato a macinare metri su metri arrivando alla fine esausta, con le polveri del suo fucile bagnate. Niente proiettili, questa volta. Il percorso di Mirra è solo all’inizio. Con una allenatrice come Conchita Martinez, che nel mondo è stata anche numero 2 e cheorastaplasmando la giovane russa, la sua crescita è assicurata. I margini sono molto chiari: Andreeva è sempre sembrata molto solida sin dall’inizio della sua carriera,ma poco incline a fare punti soprattutto quando serve. A ogni torneo, però, il lavoro quotidiano emerge: si aggiungono quei piccoli particolari che fanno la differenza. Quali? Il servizio comincia a raggiungere velocità importantie diventa più preciso; la risposta profonda offensiva è sempre più efficace, soprattutto di rovescio; la difesa diventa offesa; l’attacco e le volée continuano a perfezionarsi. Anche quel libricino dove scrive a mano, sotto il nome di ogni avversaria, i punti forti e quelli deboli , è il segnale di una 17enne che non lascia nulla al caso. È sicuramente un grande talento, perché saper gestire i momenti importanti come fa lei senza timore e con determinazione fanno parte del suo bagaglio iniziale. Sappiamo che queste qualità permettono di arrivare prima di altri in certe situazioni di gioco, ma se non si applica il lavoro quotidianonon diventano sicure, non vengono sedimentate, non vengono migliorate. E si possono, alla lunga, perdere. Ciò che non si allena, si dimentica e questo la sua allenatrice lo sa bene. O non avremmo visto una finale così divertente. Sorprendente? Forse. Ma nemmeno troppo.

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