I sei giorni di Jannik Sinner al Foro Italico: com'è andato il mini torneo di preprazione

Il ritorno di Jannik Sinner è cominciato lunedì 5 maggio alle ore 19 sul campo Centrale del Foro Italico. Cento giorni dopo l’ultima volta, il numero uno al mondo è tornato in campo sotto gli occhi di cinquemila spettatori. L’ultima volta era stata lo scorso 27 gennaio a Melbourne, in finale agli Australian Open. Dal cemento alla terra rossa, da una finale Slam a un allenamento, contro Jiri Lehecka . C’era ruggine da togliere e consuetudini da ritrovare. Tutto uguale ma tutto da riconquistare. E così nel primo giorno di conto alla rovescia per il come back, Sinner, che si presenta irrobustito nella parte alta delle gambe, ha dovuto faticare un po’ per ritrovare il ritmo contro un giocatore che di ritmo ne concede poco, e a ritrovare il giusto impatto sulla palla, soprattutto nel dritto. Il rovescio, invece, è quasi come prima. Il numero uno al mondo, che nella conferenza stampa con cui si è presentato al pubblico dopo tre mesi aveva dichiarato di non aver preso in mano la racchetta per circa 30 giorni , è stato sconfitto in due set dal giocatore ceco. Qualche errore di troppo e un po’ di ritardo nelle preparazioni. Mai come in questo caso il punteggio non contava, serviva sciogliere il braccio. Ha ragione Simone Vagnozzi quando dice che lo stop non è stato un vantaggio. “Non scherziamo”, ha detto il coach. Il day 2 di warm up, sotto il sole e dentro i nuovi campi del circolo, è ancora più complicato. L’avversario di giornata è Lorenzo Sonego , il suo sparring partner nei giorni della ripresa a Monte-Carlo. Durante il match entrambi i giocatori concedono molto, palline steccate e sguardi attenti del team. Bella l’ovazione del pubblico all’ingresso in campo della testa di serie numero 1. L’olè olè con cui è stato accolto ha fatto sorridere i giocatori, l’impressione di quel pomeriggio è però che la strada sia lunga e gli ostacoli molti. Lui lo sapeva fin dall’inizio, quando ha annunciato che l’obiettivo è il Roland Garros: “A Roma vediamo quello che accade”. È questione di giorni. Il terzo giorno c’e di nuovo il sole su Roma, Sinner comincia a ritrovare i suoi colpi, sempre meglio dritto e rovescio, il suono della pallina somiglia a quello dello scorso gennaio, a Taylor Fritz capita di andare fuori giri, ogni tanto si volta verso il suo coach come se volesse dirgli: “È sempre il solito Jannik”. Anche lo staff di Sinner è più disteso, prima dell’inizio dell’allenamento Vagnozzi e Cahill hanno improvvisato una gara di golf con le racchette al posto delle mazze. Ricerca di normalità. Manca sempre meno all’esordio, giovedì pomeriggio è la vigilia della vigilia. A dividere il campo con lui è Casper Ruud, neo campione del Masters 1000 di Madrid e settimo nel ranking ATP. Il braccio è sempre più sciolto, l’abitudine paga, il team scherza prima dell’allenamento. Gli errori gratuiti sono dimezzati. Il norvegese è l’avversario giusto per uno stress test, lui sì che dà il ritmo che serve e che mancava. Vince l’azzurro al tie break il primo set. Erano settimane che non si vedeva questo Sinner. Anche l’atteggiamento è quello giusto. Giorno meno uno, la vigilia del suo esordio stagionale su terra rossa. L’azzurro comincia la sua giornata al Young Village palleggiando con bambini e bambine promettenti. A loro dice: “Auguro a tutti voi di farvi la vostra carriera, quella che vi piace”. L’ultimo sparring di questa road to Foro Italico è l’argentino Francisco Cerundolo , l’ultimo avversario ad averlo battuto agli Internazionali, agli ottavi di finale nel 2023. L’impressione finale è che si sia lavorato day by day, ogni giorno un passo in più rispetto a quello precedente. Rispetto a 24 ore prima molto meglio il servizio, con aces e percentuali positive. Fase difensiva e fase offensiva ricordano da vicino il miglior Sinner, che conquista subito spazio con i piedi dentro il campo. Cerundolo, che a Madrid era stato bravo a mandare fuori giri gli avversari, oggi non ci riesce. Di fronte a lui c’è il ragazzo che ama mandare fuori di giri gli avversari. Tutti. La ruggine c’era e si sta lavorando per togliersela di dosso. Il pubblico di Roma dà una mano, ogni tanto partono spontanei dei cori: “olè olè olè”. Cahill in un angolo guarda con attenzione, Vagnozzi ogni tanto applaude, soprattutto dopo le discese a rete vincenti. Prima del match point il coach australiano gli dice a bassa voce: “Alè Jan”, come se fosse una partita vera. Finisce con un drop shot, uno dei tanti winner della partita. Sabato alle 19 sul campo Centrale ci sarà l’esordio contro l’argentino Mariano Navone, 24 anni e numero 99 del ranking, che al primo turno ha battuto l’azzurrino Federico Cinà. È tutto pronto per il ritorno del Re. Soprattutto il Re.

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Giorgia Mecca