Tennis Heroes – Martina Navratilova

Lei è grata al tennis per averle insegnato a essere giusta e umile. Noi siamo grati a lei, Martina Navratilova, per tutto quello che ha fatto. Tra palle colpite, prima bianche poi gialle, e lotte sociali. Raccontarla una volta in più aiuta a fissare un personaggio che anche i più giovani hanno il dovere di conoscere. Adriano & Paolo, da anni premiatissima ditta, ci aiutano a tratteggiare il profilo di quella che, per loro confessione, rimane la giocatrice più completa di tutte sia dal punto di vista tecnico sia sotto il profilo atletico. Una sorta di Rod Laver al femminile, mancino lui e mancina lei, a voler rendere il concetto persino più netto. Navratilova ha messo a frutto un talento fuori dal comune, spalmandolo su una carriera durata oltre tre decenni. Ripercorrere le immagini dei suoi match, le prime inevitabilmente ingiallite, significa apprezzare un tennis verticale sempre più desueto, fatto di proiezioni verso la rete e magnifiche soluzioni di volo. Una macchina da Slam in singolare e in doppio, ma non solo: in un tempo ormai distante da quello attuale, MN ha avuto la forza d’animo di battersi per la parità salariale, tra maschile e femminile, e più in generale per l’uguaglianza di pensiero ad ampio spettro. Adriano e Paolo, faccia a faccia, seduti sulle poltroncine dello studio Sky Sport, si alternano tra commenti e aneddoti, senza disdegnare qualche variazione sul tema che porta lontano dallo spartito. Il filo conduttore c’è, ma non mancano quei guizzi jazz che sono il tocco in più di un format arrivato alla quarta puntata. Viene fuori un ritratto delizioso di una donna molto decisa ma allo stesso tempo infinitamente dolce. Prodotto tennistico di una scuola, quella ceca, che storicamente “insegna a giocare a tennis” permettendo di assemblare al meglio l’intera gamma dei colpi. Una tradizione che ha sfornato e continua a produrre giocatori e giocatrici di grandissimo valore. Con lei a fare da esponente di spicco, dotata di quella facilità di esecuzione, praticamente innata, che stagione dopo stagione le ha consentito di allargare la forbice delle possibili variazioni. Tutto il resto lo hanno aggiunto quelle doti di competitività e cattiveria agonistica fondamentali per arrivare, prima, e poi per confermarsi. Non manca, come nei precedenti episodi, il ruolo vagamente provocatorio degli spunti che l’intelligenza artificiale partorisce e Stefano Meloccaro riporta. Guardando ai primati di Martina, per esempio, Adriano e Paolo ritengono una totale ingiustizia tennistica il fatto che la mancina nata a Praga abbia vinto sei Major su otto tra 1983 e 1984 ma senza riuscire a completare il Grande Slam, ossia a vincerli tutti all’interno della stessa stagione. Sì, l’avrebbe decisamente meritato. Ma allo sport spesso accade di non essere riconoscente. I suoi numeri in ogni caso rimangono impressionanti: 167 trofei, 59 dello Slam considerando anche il doppio, 74 vittorie di fila come striscia positiva più lunga e più in generale la capacità di spalmare i suoi successi su quattro decadi, sempre a livello professionistico. Molti dei quali, 43 per la precisione, centrati contro Chris Evert, la rivale più rivale di tutte. Un confronto che le ha spinte a migliorarsi vicendevolmente, e che - più in generale - è stato un boost per la crescita complessiva del movimento femminile. Una sorta di duopolio, quello istituito da Martina e Chris, fatto di 80 partite tra cui 60 finali. Poca storia a Wimbledon, con Evert sempre battuta dalle spiccate capacità 'erbivore' di Navratilova. Due mondi dentro un campo da tennis e 18 Slam di singolare per parte messi in bacheca a fine percorso. Tra un aneddoto e l’altro, Panatta e Bertolucci, tirano fuori dall’album anche qualche ricordo più personale che li lega alla protagonista di questa nuova storia, alcuni dei quali riportano direttamente ai campi verdi dei Championships. Il posto nel mondo dove il tennis vive dentro una sorta di bolla sacra, dove si andava avanti seguendo non solo la prima ma anche la seconda palla di servizio e dove un tempo l’erba consumandosi lasciava spazio a una sorta di solco scavato verso la rete. Eccolo il tennis di Martina, tutto sommato molto simile a quello vissuto da Adriano e Paolo. Quando tutto era un po’ più umano, e forse anche un filo più epico. Un mondo antico popolato da personaggi mitologici, come lei e come loro, ai quali è doveroso riconoscere il ruolo di ambasciatori di uno sport, il tennis, dove personalità di grande calibro, stagione dopo stagione, mancano sempre un po’ di più.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Tennis Heroes – Martina Navratilova

Matteo Renzoni