I 4 moschettieri che hanno sorpreso Wimbledon

Ci perdoneranno gli inglesi se usiamo un titolo che è un orgoglio francese. E peraltro tra i quattro di francese non ce n’è nemmeno uno. Ma loro sono l’emblema di un torneo mai così sorprendente. Perché Wimbledon è indimenticabile se lo si vive per la prima volta da spettatore, da giornalista, figuriamoci per chi ha la fortuna di entrarci dalle porte principali dei campi. E magari di vincere qualche partita in maniera del tutto inaspettata. A volte addirittura clamorosa. Difficile trovare un aggettivo diverso per quello che è successo a Oliver Tarvet. Ha avuto bisogno di una wild card, non per entrare nel tabellone principale, ma in quello delle qualificazioni. Dal basso del suo numero 733 della classifica, ha saputo superare Atmane, Galarneau e Block, non certo fenomeni, ma di sicuro tutti giocatori già noti nel circuito. Avrebbe potuto fermarsi lì, e l’ingresso nel main draw sarebbe stato comunque un grande traguardo. Ma Oliver è andato oltre, ha battuto al primo turno anche lo svizzero Riedi e si è regalato un addio sul centrale contro il bicampione in carica Alcaraz. La storia sarebbe già bellissima così. Ma diventa almeno per metà quasi magica se si pensa che Tarvet è inglese di Saint Albans. E un inglese su quei prati per gli inglesi diventa qualcosa di quasi sacro. Non è più giovanissimo, almeno nel senso sportivo dell’accezione. Ha 21 anni e per partecipare al primo Slam non è certo un’età precoce. Ma qui arriva l’altra metà della magia: Tarvet è uno studente dell’Università di San Diego, facoltà giurisprudenza e comunicazione. Per le regole Ncaa uno studente non può avere più di 10.000 dollari di profitti l’anno. A Wimbledon Tarvet ne ha teoricamente guadagnati almeno 100 mila in più. Si è sommessamente limitato a far notare che magari quel regolamento sarebbe da cambiare, ma per ora i soldi dovrà lasciarli. Il ricordo di questo Wimbledon invece gli resterà per sempre. E’ andata meglio a ‘Cinderella Man’, come viene chiamato August Holmgren. Anche lui ha studiato a San Diego, ma prima di Tarvet. Infatti è laureato in Arte e performance del teatro. In Inghilterra il teatro dei sogni è un altro , ma il palcoscenico preferito di August è decisamente quello dell’All England Club. Ci ha messo piede per la prima volta a 27 anni. Anzi, è stata la sua prima volta in assoluto in un tabellone Slam a 27 anni. Arrivato da lontano anche lui, da tre turni di qualificazioni in cui ha sempre dovuto rimontare nel punteggio e anche annullare match point a Watanuki. Poi il bruco Homlgren è diventato improvvisamente farfalla. Prima ha battuto Halys, poi dopo una lotta assurda ha superato in oltre 4 ore e mezza e dopo 5 set il ceco Machac. Si è fermato al terzo turno contro De Minaur, ma la cosa non gli rovinerà di certo il suo Wimbledon. Holmgren si è sempre fatto guidare da una filosofia che non mette necessariamente lo sport al centro di tutto: “al college ho imparato che devo trovare un equilibrio tra il tennis e la mia vita fuori campo – ha detto –, devo essere felice, se voglio giocare bene”. Per lui la felicità ha tante forme: a San Diego c’era molto altro oltre il tennis, dal ballo con i corsi di salsa alle giornate passate a fare surf. Ora la felicità avrà anche il verde del prato dei campi di Wimbledon. Un posto che ha scoperto per la prima volta un paio di anni fa la turca Zeynep Sonmez. “Ma non mi era piaciuto per niente” ha confidato. Quest’anno la 23 enne turca ci è tornata è l’impatto è stato sicuramente migliore. Lei era già tra le prime cento del mondo e qualche mese fa ha anche vinto il suo primo titolo Wta. Ma quello che ha combinato a Wimbledon le ha regalato una specie di gloria eterna in Turchia. Arrivando al terzo turno è diventata la prima atleta del suo Paese a riuscirci in uno Slam nell’era open. Eguagliando quello che era riuscita a fare nel 1950 Bahtiye Muluoglu al Roland Garros. Le vittorie con Cristian e Wang le sono valse le congratulazioni del Ministro per lo sport e l’educazione che ha parlato di “risultato storico” e di lei come di una “gloria nazionale”. Capace di trasformare il suo viso dolce in una maschera di grinta ed aggressività quando gioca, capace di trascinare il pubblico sulle tribune, ora spera di spingere tanti giovani turchi a praticare il suo sport. In Argentina il tennis è invece già popolarissimo. Ma Solana Sierra ancora è poco conosciuta a grandi livelli. Eppure in un torneo di Wimbledon pieno di storie particolari, la storia delle storie è sicuramente la sua. 21 anni, ex finalista junior al Roland Garros, una partita giocata su erba prima di quest’anno. Poi ne sono arrivate tre nelle qualificazioni di Wimbledon, da cui era uscita all’ultimo turno. Bene, a Londra era stato un bel soggiorno per lei e la mamma. Stavano pranzano nel ristorante degli atleti all’All England Club prima di fare le valigie e imbarcarsi su un volo di ritorno per Buenos Aires. Lì, le è arrivata la telefonata che le ha cambiato se non la vita, almeno il 2025. “Greet Minnen si è ritirata, tocca a te entrare in tabellone come lucky loser”. “Quando gioco?” “Tra quindici minuti inizia il riscaldamento”. Il testo è immaginario, ma il tono della telefonata non è stato troppo distante da questo. Insomma, invece delle valigie, ha preparato il borsone e si è presentata in campo contro Gadecki. La vittoria ha portato tanta gioia e un piccolo problema. Lei e la mamma avevano lasciato la casa che avevano preso e hanno dovuto trovarne un’altra per un paio di giorni. Perché al secondo turno contro l’idolo di casa Katie Boulter, Solana era pronta a salutare con onore il torneo. Invece altra vittoria, clamorosa e in rimonta. E altra casa da trovare. A quel punto meglio fermarla fino a fine torneo. Che per Sierra è arrivata agli ottavi di finale, dopo aver superato anche Bucsa. Una telefonata che ha migliorato il suo conto in banca il suo prestigio, prima lucky loser dell’Era Open ad arrivare agli Ottavi a Wimbledon al punto da meritarsi non una telefonata ma due messaggini di complimenti da pezzi di storia sportiva argentina come Gabriela Sabatini e David Nalbandian, e ovviamente la sua classifica, passata dalla posizione 101 alla 63. Quando è proprio il caso di dire una telefonata ti allunga Wimbledon e ti rende più bella la vita .

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Alessandro Sugoni