Sinner: "4 italiani a Torino sarebbe un risultato straordinario"

“Quanto stanno Bolelli e Vavassori?” Prima di arrivare ai nostri microfoni, Jannik Sinner ci chiede il risultato del doppio. Ancora l’audio non era pulito, non si poteva andare in onda. Questione di pochissimi secondi e l’intervista sarebbe cominciata. “Hanno vinto, vanno alle Finals”. “Oh! Molto bene!”, dice. Sorride, guarda in camera e si prepara a rispondere. L’intervista, ora sì, può cominciare. Jannik, da Vienna a Parigi la strada non è lunghissima. Ma prima di chiederti di te, apriamo proprio da Bolelli e Vavassori: una bella notizia per il nostro tennis. “Sì! L’ho appena chiesto perché sapevo che stavano giocando e che la partita fosse quasi alla fine. Sono molto contento per il tennis italiano: per Torino alle Finals avere una coppia in doppio è molto, molto importante. Ora speriamo che Lorenzo possa andare avanti: è a un ottimo punto. E poi ci sono io. Avere quattro giocatori italiani a Torino sarebbe veramente fantastico” E arriviamo a te. Arrivi da un ennesimo titolo, vinto a Vienna contro Zverev. Una partita tosta, molto difficile soprattutto nel secondo set: così ci hai confermato tu nei giorni scorsi. Come hai recuperato, come ti senti? “Il corpo sta molto bene. Sono un po’ stanco me penso che sia normale: ho fatto 5 partite di fila. Non ho avuto tanto tempo di riposarmi, perché sono arrivato ieri e la sera sono andato subito al campo per vederlo: lo conosco poco e va studiato. Le sensazioni sono diverse, perché questo campo è tanto diverso rispetto a Vienna. In più, ho sempre fatto molta fatica a giocare a Parigi: sono venuto qui per capire come posso giocare su questi campi e per questo sono molto contento di essere qui. È un torneo importante per me, sia per questa ma anche, se non soprattutto, per la prossima stagione” Parliamo proprio del campo: la superficie è più lenta, ce lo confermi? “Non ci ho ancora giocato tanto. Non posso dare un feedback profondo, perché bisogna giocare la partita su questi campi per capirlo davvero” Non hai giocato qui tanto, dici che non hai mai fatto tanto bene a Parigi. Ma ti diamo noi un dato: la tua prima partita contro Alcaraz a livello ATP è stata qui. A Bercy, non a La Defense, ha vinto lui 7-5, 7-6. Era il 2021. Che ricordo hai di quella partita? Hai mai pensato che quel dualismo sarebbe arrivato a questo punto? “Ero sicuro che lui fosse molto forte . E che sarebbe arrivato a quel livello. Io mica tanto! Me lo ricordo ancora quel match: campo 1 a Bercy. È stata una partita bella ed equilibrata. Io ero in una situazione per cui mi sarebbe servito giocare un torneo incredibile per riuscire a fare punti e a qualificarmi a Torino. In realtà poi non ce l’ho fatta, quell’anno, ma è stata una partita davvero molto bella. Prima Carlos e io avevamo giocato in un Challenger sulla terra, quella di Parigi è stata la nostra primissima sfida in un ATP. Si vedeva subito che lui era molto talentuoso e che avrebbe fatto strada. Sono contento che ci ritroviamo qui. Dove tutto questo è iniziato”

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Sinner: "4 italiani a Torino sarebbe un risultato straordinario"

Paolo Aghemo