Il papà delle figurine fra gli immortali della pallavolo

"Quanto ha fatto la Panini?" Per anni a Modena, dall’immediato dopo guerra fino agli anni Duemila almeno, il risultato che volevi subito conoscere nei giorni di campionato era quello della Panini: la squadra di pallavolo maschile. Non c’era calcio, basket, nulla , che raccogliesse così tanto interesse e amore. Per tutti, anche per i più giovani c’era e c’è “la Panini”. Anche se poi, da quasi 30 anni, è cambiata la denominazione e si sono succeduti diversi proprietari. La Panini c’è! Nella capitale della pallavolo, 23 scudetti solo al maschile, PANINI è sinonimo di pallavolo di altissimo livello, di successi entusiasmanti, di grandi campioni e tradizione vincenti... e la 'colpa' è in gran parte sua, del 'Commendatore': alias Giuseppe Panini. Giuseppe Panini , imprenditore, collezionista, mecenate modenese che ci ha lasciato il 18 ottobre di 28 anni fa, è l’uomo che ha inventato le famose figurine. L’uomo che, insieme ai fratelli Cosimo Umberto e Benito, ha dato vita a una impresa editoriale senza precedenti, divenuta leader in tutto il mondo, partendo da una base umilissima e da un azzardo: l’acquisto, nel gennaio del ‘45 di un'edicola in difficoltà all’angolo fra Corso Duomo e la via Emilia, a fianco della cattedrale di Wiligelmo, ai piedi della torre della Ghirlandina, simbolo di Modena. Grande intuizione, quella di mamma Olga. Quella della pallavolo, e prima ancora del gruppo sportivo Panini nato nel 1966, è invece farina del suo sacco. Prima l’atletica, poi le ragazze, ma il cuore del progetto è la squadra di pallavolo maschile. Modena in quegli anni aveva già vinto 11 scudetti consecutivi, con squadre come Avia Pervia, Villa d’oro, Minelli. Squadroni di…quartiere della citta del volley, tanto era il talento che abbondava lungo la via Emilia. Da due, tre anni però Firenze e Bologna erano le nuove regine. Che fare allora? Ci pensò Giuseppe. L’azienda andava a gonfie vele, grazie alle figurine, le raccolte, gli almanacchi. Su tutto e tutti imperava il calcio, ma i Panini vollero investire nella pallavolo. Scelsero, come ebbe a dire Peppino anni dopo, il settore che più di altri permetteva di cogliere il valore sociale dell’impegno di una famiglia intera, simbolo di un’ Italia che forse non c’è più: coraggiosa e solidale. I Panini sono stati l'espressione di una terra dove i sogni sono possibili, dove la creatività si unisce alla concretezza e alla laboriosità, con successo. Le figurine Panini per noi sono state il fantastico, l’immaginario, una via per la Felicita, l’ottimismo al potere. "Allora…si può!" Nel dopoguerra diedero il loro contributo al paese, e ora quella stessa spinta a volare alto senza dimenticare il valore delle radici, Peppino e i suoi fratelli la volevano nella pallavolo, per quella valenza sociale dell’impegno sottorete. Decisivo a meta degli anni ‘60 l’incontro con un Signore del Volley italiano: il professor Anderlini, modenese, già più volte tricolore con l’Avia Pervia. Fu amore a prima vista: le idee, le scelte e le scommesse poi vinte. I primi grandi mostri dell’est europeo, Musil e Skorek, a Modena, per esempio. Giganti che permisero ai giovani modenesi di crescere e maturare, dal palleggiatore Dall’Olio ai vari Lucchetta, Bernardi, Cantagalli: la 'generazione dei Fenomeni' nasce da queste parti. Peppino guardava avanti. Dal ‘70 al ‘76, i 4 scudetti degli anni pari. La Panini vince e si guadagna pure l’etichetta di 'Juventus del volley'. Poi qualche stagione di passaggio a vuoto. La squadra arriva in alto, il pubblico c’è, il gioco pure, ma vincono gli altri. Peppino ci mise le mani e scelse per il nuovo corso un giovanotto di bell’eloquio che arriva dall’argentina: Julio Velasco. Accanto a lui il suo secondo, un giovanissimo modenese, Massimo Barbolini. A Velasco consegna una squadra che per 4 volte consecutive vince, vince, vince e vince! Nuovo palasport sempre esaurito, spettacolo, rivoluzione nelle metodologie di allenamento e buona comunicazione. La via è tracciata: altri 4 scudetti vinti e le coppe europee . Si vuole volare, ancora più alto: “Allora… si può”! Ed ecco che arriva per Julio Velasco la chiamata della Nazionale. Peppino, nel nome del movimento, diventa per 8 anni anche presidente della lega di serie A che aveva promosso, intuisce la svolta, il grande futuro che attende il suo allenatore e la pallavolo italiana. Julio proprio a Modena, nella hall dell’Hotel Ritz, un tre stelle appena fuori dal centro storico, convoca una derelitta nazionale. E in poco tempo ne fa una squadra vera. Campione d’Europa nell’89 e del mondo nel '90. Molti 'Modenesi' nel sestetto titolare così come in panchina. Quei successi aprono nuovi orizzonti e la fama tv: il volley è in paradiso. Arrivano i grandi gruppi: Berlusconi, Ferruzzi, Benetton, pioggie di miliardi. I giocatori moltiplicano il loro prezzo di 10/15 volte, guadagnano stipendi da calciatori, i piu grandi scelgono Ravenna. Tutto è immensamente più grande e più bello. Peppino lo sa, bisogna stare con i piedi per terra, perché quel nuovo corso non è economicamente sostenibile a lungo nemmeno per amore. Per amore non riesce a trattenere i suoi ragazzi: Lucchetta e Bertoli andranno a Milano, Bernardi e Cantagalli a Treviso, Vullo, il più grande regista del momento, a Ravenna… è giusto così. Ma non molla. Con il marchio Philips, e l’azienda Panini ormai in mani straniere, Peppino riesce a regalare ancora grandi campionati, e un sogno. 11 marzo 1990, la prima Champions League ad Amstelveen, sobborgo di Amsterdam. In finale contro i francesi del Frejus, vittoria al tie break 15-9 per la Philips Modena, ma tutto il palezzetto inneggia alla Panini!!! Ormai la squadra e la famiglia sono e resteranno come una sorta di Wess e Dori Ghezzi del volley mondiale: "UN CORPO ED UN’ANIMA!" Bello vedere la squadra di Conte e Kantor, allenata da Jankovic, sollevare quel trofeo che nel ‘66, quando dominavano le corazzate dell’Est, i mezzi dilettanti italiani di Modena nemmeno osavano immaginare. Bella storia Commendatore. Peppino sul finire del '93 vende la societa ad un imprenditore ceramico, Giovanni Vandelli, già presidente della Reggiana calcio. Con lui Modena, marchio Daytona, tornerà a vincere, con i Panini comunque presenti da tifosi a bordocampo . Peppino se ne è andato il 18 ottobre 1996. 28 anni ed un giorno dopo, il 19 ottobre, entrerà ufficialmente nella Hall of Fame del volley a Holyoke, in Massachusetts. E sarà buona in compagnia, perché di Modena ce n'è già tantissima da quelle parti: Andrea Giani, Julio Velasco, Lorenzo Bernardi, Bernard Rajzman, Bernardo Rezende, Edward Skorek, Hugo Conte. Tutti partiti da una piccola edicola, sotto la torre della Ghirlandina.