Caso ginnaste, Vanessa Ferrari su Instagram: "Non sono sorpresa, io ricoverata a 19 anni"

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La campionessa italiana rompe il silenzio e attraverso i social dice la sua sul caso delle denunce di violenze psicologiche da parte di alcune ginnaste: "Non sono sorpresa, io a 19 anni fui ricoverata in una clinica per disturbi alimentari. Spiace che si verifichino ancora questi orrori, bisogna denunciare e farsi aiutare"

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Dopo il caso scoppiato nel mondo della ginnastica, con l'esposto di due giovani atlete bresciane che hanno denunciato anni di presunti maltrattamenti psicologici, Vanessa Ferrari ha scelto di dire la sua attraverso i social, raccontando la propria esperienza con un lungo post su Instagram.

"Spiace che ancora oggi ci siano certi orrori"

"Penso sia arrivato il momento di esprimere il mio pensiero sui recenti avvenimenti…", scrive la campionessa italiana e medaglia olimpica a Tokyo 2020. Ho rifiutato interviste per evitare strumentalizzazioni delle mie parole. Quando sono comparse le prime notizie sulle denunce, da parte dei ginnasti di Ritmica e Aerobica, non sono rimasta affatto sorpresa... Anzi, anni fa scrissi un libro nel quale parlai anche di alcuni di questi aspetti. All'alba dei 32 anni, di cui 25 passati nel mondo della ginnastica, voglio dire che ho vissuto tante esperienze positive ma anche tante negative. Durante la mia carriera fortunatamente però ho vissuto anche qualche cambiamento nel mio ambiente e mi spiace che ancora oggi ci siano luoghi dove si verificano questi orrori".

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"Bisogna denunciare e farsi aiutare"

"Conosco perfettamente questi aspetti, l'ho detto più volte, come tanti altri ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari e all'età di 19 anni mi mandarono in una clinica a Verona e grazie al supporto di esperti e dopo un paio di anni di percorso sono riuscita a guarire. Quindi invito chiunque ne soffra a farsi aiutare perché è davvero fondamentale. Ho avuto modo di confrontarmi anche con il pensiero di altri ginnasti ed ex ginnasti e spero che finalmente si possa intervenire definitivamente affinché la ginnastica, lo sport che amiamo, senza distinzione di sezioni o di livello sia pulito. Crediamo a quello che è stato denunciato e siamo vicini a tutti voi, lo sport è fatto di sacrifici e di rinunce ma prima di tutto, prima di qualsiasi risultato, vengono le persone e la loro salute. Quindi faccio appello all'umanità delle persone perché penso che debba esserci un confine netto tra severità in ottica di disciplina e cattiveria. Detto ciò non sto cercando colpevoli e probabilmente nel profondo le persone non cambieranno mai, ma parlandone costantemente e denunciando tempestivamente spero che si possa far ragionare chi commette queste azioni e scegliere il modo migliore di agire. Concludo invitando a non demonizzare la ginnastica, non è prendendo le distanze da un ambiente che le cose cambiano, perché la ginnastica è un mondo magnifico benché complesso, quindi non rendiamolo ancora più difficile, sta a noi il compito di proteggerlo".

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