Il giamaicano, alla sua ultima prova individuale della carriera, non va oltre il terzo posto nella gara regina, chiudendo in 9”95 dietro agli statunitensi Gatlin e Coleman. "Sono molto deluso, volevo vincere. Non cambio idea, mi ritiro"
Usain Bolt abdica definitivamente nella gara che lo ha consacrato l’uomo più veloce della terra. Il giamaicano ha conquistato la medaglia di bronzo nella finale dei 100 metri ai Mondiali di Londra, ultima prova individuale della carriera. In uno Stadio Olimpico impazzito, lo sprinter caraibico ha fermato il tempo in 9"95, preceduto dagli statunitensi Gatlin (9"92) e Coleman (9"94). Bolt, che chiuderà la carriera sabato prossimo con la staffetta 4x100 m, ha centrato la 14^ medaglia iridata (11 ori), fallendo l’appuntamento con i 100 metri per la seconda volta in carriera dopo la clamorosa squalifica di Daegu 2011. Clamorosa la rimonta in ottava corsia di Justin Gatlin, che nessuno dava tra i favoriti alla vigilia. Partito a fari spenti, lo statunitense ha dimostrato a 35 anni di vivere una seconda (se non terza) giovinezza, precedendo anche il connazionale classe 1996 Coleman. Per Bolt, pochi rimpianti: il fulmine giamaicano vale attualmente il tempo corso sulla pista londinese. Nonostante questo, il caraibico è stato l'indiscusso protagonista della serata, come dimostrano i tantissimi giri di campo celebrativi al termine di una gara che lo ha visto conquistare il primo bronzo iridato della carriera. Anche questo, a suo modo, è un piccolo record.
La sorpresa Gatlin
Clamoroso quanto accaduto allo stadio Olimpico. Tutti gli occhi erano puntati su Usain Bolt, all'ultima esibizione nei 100 metri della carriera e sul suo erede designato, Christian Coleman, dieci anni in meno sulla carta d'identità, che in stagione aveva dimostrato di poter competere con il giamaicano. Alla fine, da vero sprinter, è spuntato Justin Gatlin, che a 35 anni ha zittito i fischi a lui riservati dal pubblico inglese, andando a conquistare il secondo oro nei 100 metri ai Mondiali dopo quello centrato a Helsinki nel 2005. L'americano, che in carriera ha subito una squalifica di 4 anni per doping dal 2006 al 2010, era reduce dall'argento olimpico di Rio, quando chiuse in 9"89. Molto bello l'abbraccio a fine gara con Bolt, un omaggio al campione che dirà addio al termine di questi Mondiali. “Ero in ottava corsia, sono arrivato molto concentrato a questa gara - ha detto Gatlin a fine gara -. E’ una cosa eccezionale, mi sono reso conto subito di aver vinto. E’ pazzesco. Bolt è stato ispirazione per tutti noi, ha guidato la disciplina per tanti anni. Devo ringraziare lui se ho corso così bene. Ho lavorato duro per arrivare fino a qui, credo di essermelo meritato”.
Bolt: "Sono deluso, volevo vincere"
E' un Bolt che ha poca voglia di sorridere quello che si presenta davanti ai microfoni a fine gara: “Sono ovviamente molto deluso, mi aspettavo di vincere - ha spiegato il giamaicano -. Sono partito ancora male, sapevo di non aver fatto una buona partenza. Poi ci ho provato, ma non è andata bene. Non sono uscito bene dai blocchi, sapevo che senza una bella partenza non ce l’avrei fatta". La reazione in partenza del giamaicano (0.183) in effetti è la seconda peggiore della gara, seconda solo quella del cinese Su. Bolt ammette la superiorità degli avversari e in particolare di Justin Gatlin: "E' un grande avversario, un lottatore, ha sempre dato il massimo - ha detto -. Così come questa sera. Il ritiro? Non ho cambiato idea, ormai ho deciso”.
Quello sguardo in semifinale a Coleman…
Bolt si era qualificato per la finale grazie al 9"98 fatto segnare nella terza semifinale, in cui era stato preceduto di appena 1 centesimo dallo statunitense Christian Coleman (9”97). I due sono stati gli unici a essere rimasti sotto i 10". Bolt, aveva sofferto la partenza sprint dell'avversario, mollando vistosamente negli ultimi 20 metri, a qualificazione ottenuta. Da sottolineare lo sguardo beffardo che il caraibico aveva riservato sul traguardo a Coleman, che comunque non aveva mai abbassato gli occhi. E’ stato quello il preludio a finale entrata poi nella leggenda, essendo stata l’ultima dei 100 metri dello sprinter più forte di tutti i tempi, quella della beffa. Per il congedo finale, appuntamento a sabato per la staffetta 4x100 con la nazionale giamaicana.