La storia di Super Mario Bollini: "Ho 74 anni e corro ancora la maratona di New York"

“La corsa è una medicina”. Lo è sicuramente per Mario Bollini. 74 anni. 37 maratone di New York. 78 in carriera. In pratica sono più le maratone che ha corso degli anni che ha vissuto. La storia del 74 enne di Giulianova ha fatto il giro del mondo: a New York ha completato i 42,195 km nonostante un infortunio al ginocchio. Ci ha messo 10 ore, 1 minuto e 47 secondi, ma soprattutto ha concluso entro le 10 di sera, orario massimo di arrivo per essere considerato nella lista degli arrivati. E se uno non avesse saputo le regole avrebbe potuto tranquillamente pensare che Mario fosse arrivato in cima a quella lista, non in fondo: in tanti lo hanno aspettato per festeggiarlo all’arrivo, anche il direttore dell’evento, felice che Bollini detenga il primato di partecipazioni alla sua maratona, 37. “La mia prima volta è stata nel 1984 con la RoMaratona, da lì in poi non mi sono mai fermato – racconta a Sky Sport Insider Bollini – anzi ho iniziato a correrne due o tre all’anno”. Troviamo il contatto telefonico di Mario grazie alla Fidal e a Luigi Chiodi, il presidente di A.P.D. ECOLOGICA 'G', l’attuale società di Bollini, con sede in Abruzzo in provincia di Teramo a Giulianova. Il presidente Chiodi ci dice: “Sì certo, provi pure a chiamarlo…le do il numero: 085…”, “Ah ma sul telefono fisso?!”, rispondiamo. “Sì, se è fortunata lo trova a casa”. Bollini non ha lo smartphone e neanche il cellulare, non ama queste distrazioni moderne. Tanto che tutte le interviste delle ultime settimane con i vari media italiani e non solo gliele organizza il suo presidente. Siamo stati fortunati, non solo perché l’abbiamo trovato a casa, ma perché il suo modo di raccontare è intrattenimento puro. Appena gli chiediamo di rivivere la sua giornata nella Grande Mela si mette a ridere trasmettendo un entusiasmo contagioso: “Tutti sono interessati alla mia storia”. Dopo la prima maratona nell’84, Bollini viene contattato dal gruppo della rivista ‘Correre’ di Franco Fava con la proposta di partecipare insieme a loro a quella di New York: “Una cosa mai vista prima – racconta Bollini -. Correre in mezzo a quel pubblico è un’esperienza unica. I newyorkesi sono molto calorosi, tifano come fossi un campione e tu ti senti un atleta diverso. Mai visto da nessun’altra parte”. Bollini diede un’opportunità ai 42 km di Firenze nell’86, ma “dall’87 non ho più lasciato New York”. Neanche quando, a metà 2024, gli è tornato il fastidio al ginocchio dovuto alla rotula infiammata. Un fastidio che, dopo la maratona di Roma, la mezza di San Benedetto e una 10 km ad aprile aveva convinto Bollini a fermarsi fino a due settimane prima dell’appuntamento statunitense. “Dovevo finire a tutti i costi la mia 37 esima volta nella mia città preferita – assicura Mario e lo sentiamo sorridere –. Alla partenza, appena ho alzato il piede ho detto: ‘non ce la faccio’, quindi ho iniziato a camminare. A tutti i costi dovevo arrivare alla fine”. Con un’andatura lenta e costante ha iniziato l’impresa ed è a quel punto che la tanto adorata umanità newyorkese gli ha dato quell’affetto che il più affezionato corridore si meritava di avere. “Al 15esimo km ho iniziato a parlare con una signora che mi ha accompagnato per qualche centinaio di metri incitandomi – ricorda Mario -. Poi ho fatto altri 10 km con dei ragazzi che mi hanno ricordato l’importanza di arrivare entro le 10 pm . ‘Aspettatemi’, ho risposto allora io”. E Bollini ride felice al telefono: “A un certo punto incontro un ragazzo in bicicletta che scopro essere italiano e di Senigallia, che vive e lavora come architetto a New York. Io sono di Giulianova, era destino che fosse proprio lui ad accompagnarmi nell’ultima parte. Lui che mi dice anche: ‘Ti stanno aspettando! Ti fanno la festa!’ E così è successo…all’arrivo c’erano gli organizzatori della maratona e poi subito i giornalisti a intervistarmi”. Tutti attorno al recordman di partecipazioni. “È stata l’ultima?”, gli chiedo. “Beh sì, per quest’anno…” Intendevo l’ultima volta a New York. “NOOO! Assolutamente no – ci ferma subito Mario -. Bisogna tornare l’anno prossimo”. D’altronde la corsa e più in generale lo sport sono stati la vita per lui fin da piccolo: “Ci sono nato con lo sport. Fin dalle gare scolastiche, in cui ero molto bravo”. La vita lo ha portato a essere maresciallo dell’aeronautica militare, ma questo non gli ha impedito di allenarsi, di competere e di essere sempre tra i migliori di categoria, ovvero tra i suoi coetanei. “Ho vinto un po’ dappertutto – dice con fierezza Mario -. Sono arrivato nono a Roma, e ventesimo di categoria a New York. Nel 2006 feci la mia prestazione newyorkese più bella con il miglior piazzamento: 200esimo su 30.000 in totale. Nel 2023 l’ho corsa in 7 ore e mezza”. E nel 2024, nonostante il dolore, ma grazie al tifo della Grande Mela è riuscito ad arrivare mezz’ora prima delle 10 di sera: “Non so come abbia fatto”. Ce l’ha fatta grazie ai valori di cui lui stesso ci ha parlato: omaggiare la vita, amare lo sport e dare soddisfazioni alla famiglia. Mario Bollini ha tre fratelli che dopo la sua ultima impresa sportiva si sono detti “entusiasti e orgogliosi per quello che ho fatto”, assicura. Poi aggiunge: “Voglio invitare i più giovani a fare sport, per non stare troppe ore attaccati a uno schermo e per vivere emozioni impareggiabili”. Ribattezzato dai profili social della NYC Marathon ‘Super Mario’ è diventato un’icona per i runner della città americana e un patrimonio per gli abruzzesi e per tutti gli italiani. E quando diciamo tutti è perché lo abbiamo chiesto anche al nostro Eroe di Maratona. Cosa ne pensa Stefano Baldini della storia di Mario Bollini? “Lo sport non ha età e la maratona è alla portata di tutti!”, ci scrive l’Oro di Atene consegnando una virtuale medaglia al valore a Super Mario Bollini da Giulianova.

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