A cento giorni dal primo caso e dopo due mesi di lockdown, a New York si torna gradualmente alla normalità. Riaprono le attività commerciali e di costruzioni: si stima che circa 400mila persone torneranno al lavoro
Cento giorni dopo il primo caso confermato di coronavirus, New York “riapre”. Oggi, 8 giugno, è scattata la “fase 1”, che prevede un graduale ritorno alla normalità per quella che è stata la città epicentro della pandemia negli Stati Uniti
Dopo due mesi di lockdown, il sindaco Bill de Blasio ha confermato che la situazione nella più grande metropoli del Paese rientra ormai nei parametri fissati per avviare la ripartenza
Riaprono quindi le aziende che si occupano di costruzioni e di commercio, sia all'ingrosso che al dettaglio. Si stima che siano tornate al lavoro circa 400mila persone in 16 mila attività commerciali e 3.700 manifatture
Riapertura anche per le migliaia di cantieri presenti in città
Con 211 mila casi e 21 mila morti, New York è stata la città più colpita negli Stati Uniti
New York City, come altre nove regioni dello Stato di New York, ha dovuto soddisfare diversi parametri imposti dal governatore per poter riaprire. In altre regioni si è già passati alla fase 2, con la riapertura di diversi uffici e negozi (sempre nel rispetto di norme come il distanziamento e la capacità di accoglienza limitata)
E naturalmente sono tornate a riempirsi – con tutte le precauzioni necessarie – le linee della metropolitana: controlli, cartelli, distribuzione di gel e mascherine, distanziamento sociale
Tra i primi “passeggeri” anche il governatore Andrew Cuomo, che ha parlato di “un'inversione di rotta che finirà nei libri di storia”
Anche nelle ultime ore, intanto, sono proseguite – a New York come in tutti gli Stati Uniti – le manifestazioni in nome di George Floyd, con il sindaco che ha annunciato la fine del coprifuoco (che durava dalle 8 di sera alle 5 di mattina), decretato dopo le prime devastazioni
Nella Grande Mela una marea di manifestanti ha marciato pacificamente sul Manhattan Bridge