Mario Draghi e le sue passioni sportive: la Roma, Totti e il basket

CRISI DI GOVERNO

Alfredo Corallo

©Getty
mattarella draghi

L'uomo scelto dal presidente Mattarella per formare il nuovo governo ha giocato a pallacanestro ai tempi della scuola e ha il cuore giallorosso, grande ammiratore di Francesco Totti. Accostato a Pirlo dal New York Times e a "Super Mario" Balotelli dopo i due gol alla Germania nel 2012, quando Draghi era al vertice della Bce

DRAGHI: LA CONFERENZA DEL 16 APRILE LIVE

 

Il giovane Mario Draghi era incantato dalla classe di Bill Bradley, stella dei New York Knicks e oro olimpico di basket nel 1964 con gli States ai Giochi di Tokyo, nonché campione d'Europa un paio d'anni più tardi con la Simmenthal Milano. "Aveva un bel tiro", ricordano dell'uomo scelto dal Capo dello Stato per formare il nuovo esecutivo i vecchi compagni del Liceo (tra gli altri l'ex numero uno della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo). Non per niente, nel 2009, l'allora Governatore della Banca d'Italia - che oggi si diletta principalmente nel golf - è stato anche insignito del premio cestistico "La Retìna d'Oro", conferito all'economista "per la riconosciuta passione verso la pallacanestro che ne fa un importante ambasciatore di questo sport, anche in virtù dei suoi trascorsi agonistici". Draghi - come tutti gli appassionati di Nba dell'epoca - era ipnotizzato dalla visione di gioco fuori dal comune di Bradley, una sorta di "Pirlo" del parquet. Non a caso, nel 2012, Roger Cohen - "columnist" del New York Times innamorato del soccer - accostò il campione bresciano (reduce dalla vittoria con la Germania e dal grande Europeo dei ragazzi di Cesare Prandelli) al presidente della BCE in carica, definito "un maestro della verticalizzazione, un fantasista che colpisce gli intransigenti banchieri della Bundesbank con eccezionale precisione". Era l'Italia di Pirlo, Buffon, Cassano e soprattutto di Balotelli, l'altro Super Mario...

 

Super Mario power

Erano tre, in realtà: Draghi, appunto, che un mese dopo quegli Europei pronuncerà il celebre discorso con il suo marchio di fabbrica Whatever it takes ("costi quel che costi") in riferimento alle azioni che la BCE avrebbe intrapreso per difendere l'euro dalla crisi economica; l'attaccante del Manchester City, fresco campione d'Inghilterra e in stato di grazia, protagonista assoluto a Varsavia con la doppietta a Neuer che proietta gli azzurri in finale; e il premier di quel governo (tecnico) italiano, Monti, che all'indomani dell'ennesimo schiaffo ai teutonici della nostra Nazionale  - sei anni dopo la sfida mondiale di Dortmund, confermandosi ancora la loro bestia nera - si abbandonò a una delle sue rinomate freddure: "Se c'è un articolo che non manca nel commercio in Italia è quello dei Super Mario. Potremmo emettere un statement congiunto con il prof Draghi, il cui contenuto potrebbe essere: ci siamo anche noi". 

Draghi, Monti e Balotelli
Il trio dei "Super Mario" nell'estate del 2012: Draghi, Monti e Balotelli - ©Ansa

 

Totti e la Roma nel cuore di Draghi

Milanista, Monti. Come Enrico Letta e Silvio Berlusconi. Romanista invece il premier dimissionario Giuseppe Conte, che lascerebbe così in buone mani - nella capitale direbbero è in una botte de' fero, in cassaforte - la "corona" giallorossa al suo candidato successore a Palazzo Chigi, lupacchiotto della prima ora (come in passato Giulio Andreotti e Massimo D'Alema). Già, dagli anni della formazione gesuita all'Istituto Massimiliano Massimo - quelli degli eroi capitolini Giacomo Losi e "Piedone" Manfredini - alle magie di Falcao e Giuseppe Giannini, fino al "regno" di Francesco Totti, il preferito di Draghi, per sua stessa ammissione. Un retroscena svelato dal quotidiano spagnolo El Pais che nel dicembre del 2016 riportò il "making of" della chiacchierata informale capitata in una pausa dell'intervista al giornale iberico su temi finanziari, in cui l'accademico romano si divertì a scambiare due battute sulla sua fede calcistica (e non solo) con il giornalista Xavier Vidal-Folch, catalano di Barcellona."Messi? Che fuoriclasse. Se dovessi scegliere tra il Capitano o il Principe? Ah, Giannini, che giocatore. Ma Totti è il migliore della sua generazione. Un talento unico. Un filosofo del calcio! Forse il più grande nella storia della Roma". Parola di Super Mario Draghi.

Giuseppe Giannini e Francesco Totti
©Ansa