Elena Sedina e la guerra Ucraina Russia: "Dobbiamo fermare questo conflitto"
guerra ucrainaIntervista a Elena Sedina, 53 anni, grande maestro femminile di scacchi: nata a Kiev, dove vivono ancora i genitori e la sorella, è in Italia dal '95. Con la nazionale azzurra ha preso parte a numerose edizioni delle Olimpiadi e ha vinto due volte il Campionato italiano
Elena Sedina è la campionessa italiana di Scacchi. Ha in programma una gara in Germania nel prossimo weekend, ma cuore e testa sono in questi giorni a Kiev, dove la Sedina è nata e ha vissuto per 27 anni, prima di trascorrere i suoi successivi 27 anni in Italia. E dall’Italia segue con angoscia le notizie che le arrivano dalla sua famiglia: padre russo di Rostov, mamma ucraina, una sorella con marito e una nipote. Una famiglia che avrebbe voluto con se in questa situazione difficile: “Mamma e papà sono ultraottantenni, sono costretti come molti a Kiev a vivere in garage o sotterranei, al freddo. Mia mamma ha la febbre e i sintomi del Covid, spero possa avere un’assistenza medica. Mia sorella non se la sente di partire per non abbandonarli e mia nipote vuole fare la volontaria per assistere le persone e difendere il nostro paese.”
Gli ucraini stanno mostrando tutto il loro orgoglio di appartenenza ad un paese giovane, ma con forti radici. “Il popolo ucraino con la sua storia e la sua cultura non può essere cancellato dai carri armati di Putin – racconta Elena Sedina - Sono sicura che la città di Kiev sarà difesa”.
Anche il mondo degli scacchi ha preso posizione contro la Russia accogliendo l’invito del CIO a tutte le Federazioni, anche se scacchisti importanti come Sergei Karjakin, avversario del campione del mondo Magnus Carlsen nella sfida del 2016, ha invece appoggiato l’invasione. Anche se è nato in Ucraina ed è diventato russo poi in seguito. Non è mancata invece la voce del mito Garri Kasparov, più volte campione del mondo e considerato uno dei più forti giocatori della storia, che ora risiede negli Stati Uniti e che è sempre stato un forte oppositore di Putin. Da Kasparov è arrivato l’invito ai russi a ribellarsi.
“Vorrei ricordare il motto della FIDE, la Federazione Internazionale di scacchi: Gens una sumus, siamo una sola famiglia. Siamo uniti, anche nel condannare questi tragici eventi. Dobbiamo isolare gli sportivi russi, anche se sappiamo che essere russo non vuol dire sostenere Putin. Non vedo altre possibilità in questo momento, dobbiamo fermare questo conflitto”.