50 anni di 'The Dark Side of the Moon', tra musica e sport

l'anniversario

Franco Bovaio e Daniele Sesti

In occasione dell’anniversario del leggendario album dei Pink Floyd un musicologo e un esperto di sport spiegano cosa può succedere quando il lato oscuro della luna esce dall’ombra e prende il sopravvento su quello in luce. Nella vita come in uno stadio di calcio

C’è sempre un lato oscuro della luna. Il lato che non brilla. Quello che nessuno vede perché è nascosto dall’altro, luminoso e splendente agli occhi di tutti. Il lato oscuro può essere più bello o più brutto di quello appariscente. Chi lo sa? Come nessuno sa (né può sapere) la realtà che si cela dentro ognuno di noi. Quella che ciascun essere umano può decidere di nascondere agli altri con i suoi comportamenti e il suo modo di fare. Quel lato buio di ognuno di noi che spesso nessun altro riesce a scoprire per tutta la vita e che a volte risulta incomprensibile anche a noi stessi.

I primi 50 anni di 'The Dark Side of the Moon'

Di questo ci parlano i Pink Floyd nelle strofe di uno dei loro album più famosi, “The Dark Side of the Moon”, che è stato pubblicato l’1 marzo del 1973 e che, dunque, celebra ora i suoi primi cinquant’anni. Mezzo secolo di vita, un mondo fa, ci viene da dire, tanto è cambiata la società in questi cinque decenni che sono trascorsi da allora attraverso quella rivoluzione digitale e informatica che stiamo ancora vivendo. Tante e tali sono le innovazioni tecnologiche che si susseguono ancora a ritmi sempre più frenetici all’interno di una società e di una umanità che hanno anch’esse il loro lato oscuro. E che inseguono o finiscono con l’essere schiave delle stesse cose di cui i Pink Floyd ci parlano nel loro mitico album: il denaro, il tempo, i conflitti interiori dei singoli individui che a volte li portano all’alienazione mentale, i rapporti conflittuali con gli altri e quello con la morte“The Dark Side of the Moon” è tutto questo, ma è anche il primo album nel quale la band inglese dà più spazio ai testi (scritti da Roger Waters) che alle parti musicali e strumentali dei brani. Perché è attraverso i testi che Waters e i suoi compagni volevano provare a mettere a nudo quegli aspetti di ogni singolo essere umano che sfuggono al controllo razionale degli altri e, a volte, anche di lui stesso. Sono questi il lato oscuro di ognuno di noi. La parte buia della luna, che viene presa come metafora per spiegare che nel guardare agli altri e a noi stessi ci accade spesso la stessa cosa di quando rivolgiamo gli occhi a lei. Vediamo quello che ci appare luminoso e immediato, non quello che si cela dietro quell’apparenza. Non vediamo l’altro lato del pianeta. Quello nascosto, perché sta dietro.

Pink Floyd
©Getty

L'album che ha cambiato la storia della musica

L'album ha segnato anche una svolta nella storia della musica, per le innovazioni tecniche, l’utilizzo di sonorità elettroniche, la sperimentazione. Come ha scritto Sean Murphy: "The Dark Side of the Moon” sta alla musica progressiva come “Sgt.Pepper's Lonely Hearts Club Band” al rock 'n' roll”.

Pink Floyd e il Toro di Radice

Dei Pink Floyd abbiamo trattato nel libro “Rock&Gol” (pubblicato a novembre dalle Edizioni Eraclea). Un libro di calcio e musica nel quale ognuna delle trentadue squadre che abbiamo raccontato è abbinata ad un cantante o ad una band. Ai Pink Floyd è abbinato il Torino di Radice, dei gemelli del gol Pulici e Graziani, di Claudio Sala e Zaccarelli, di Eraldone Pecci e “giaguaro” Castellini. Perché come questo fu rivoluzionario nel calcio italiano, in cui riuscì ad uscire dal lato oscuro di Torino, nel quale era stato relegato dai successi dell’altra faccia della città, la Juventus, strappando proprio a quest’ultima la copertina grazie ad uno storico scudetto, così i Pink Floyd furono rivoluzionari nel mondo della musica. 

Torino
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Protagonisti degli anni '70

Entrambi diventarono grandi protagonisti di quegli anni ’70. Nei quali la band inglese arrivò al successo planetario con album indimenticabili come, appunto, “The Dark Side of the Moon”, che ebbe un successo immediato e che è universalmente considerato come uno degli album più belli di tutti i tempi. E nei quali, al termine del campionato 1975-76, il Torino salì alla ribalta nazionale tornando a vincere quel tricolore che gli mancava dai tempi della mitica squadra perita nel disastro aereo di Superga.