Il tecnico bresciano ha raccontato a Sky Sport i suoi tre mesi incredibili, tra il titolo mondiale vinto con la Spagna pochi giorni fa e il titolo NBA sulla panchina dei Toronto Raptors: "Il tiro di Leonardo contro Philadelphia e gli ultimi 4 minuti contro l’Italia sono stati i momenti chiave dei trionfi"
SCARIOLO DOPO IL SUCCESSO MONDIALE: "IL BASKET PREMIA CHI LOTTA"
Sono stati tre mesi incredibili per Sergio Scariole, che a giugno ha vinto il titolo NBA come assistente dei Toronto Raptors e a settembre il titolo mondiale alla guida della Spagna. Ciò nonostante a tre giorni dal trionfo a Pechino il tecnico bresciano è già al lavoro a Madrid per programmare il futuro della nazionale spagnola, e proprio dagli uffici della federazione ha parlato in esclusiva con Sky Sport. “Di sicuro faccio in modo che l’ispirazione mi colga lavorando” ha spiegato il Ct spagnolo, che ha anche la supervisione e la responsabilità del settore giovanile. “C’è tutta una stagione che deve partire e che culminerà con le Olimpiadi della prima squadra. In questo momento è importante definire gli staff tecnici, il manuale tecnico-tattico e stabilire le date di lavoro di tutte le nazionali giovanili per le competizioni. Essendo per me questa una parte molto importante del mio lavoro, prima di andarmene dalla Spagna [per tornare a Toronto] voglio essere sicuro che le cose vengano messe sul binario giusto”.
Gli incredibili tre mesi tra titolo NBA e trofeo mondiale
Scariolo ha raccontato quali sono state le sue sensazioni dopo un’estate 2019 davvero memorabile: “Questi grandi risultati sono frutto di incastri che vanno nella giusta direzione, di dettagli che possono andare a destra invece che a sinistra. In entrambe le squadre abbiamo avuto un gruppo di giocatori fantastico, che hanno saputo mettere il ‘noi’ davanti all’‘io’, che ha lavorato con serietà e sacrifici importanti, oltre a staff tecnici che hanno fatto il loro lavoro”. Il percorso ovviamente non è stato semplice: “Abbiamo avuto momenti difficili in ogni serie con Toronto e in almeno un paio di partite con la Spagna, tra cui quella con l’Italia e poi la semifinale con l’Australia. Difficile sceglierne due in particolare. Per Toronto direi il tiro di Kawhi Leonard contro Philadelphia in gara-7, un momento di fortuna, ma che poi è la sintesi dello sport: devi avere la forza di recuperare una situazione di punteggio difficile, e noi ci siamo guadagnati la possibilità di prenderci quel tiro. Per quanto riguarda la Spagna il momento che ricorderò sono gli ultimi 4 minuti contro l’Italia sotto di 4 punti: durante il timeout la squadra mi ha dato la sensazione di non essere per nulla impaurita o nervosa, ma voleva solo ascoltare quello che avevo da dire. Sono stati loro a darmi la fiducia di poterla ribaltare anche tatticamente".
Le differenze tra il sistema spagnolo e quello italiano
Dalla sua esperienza come responsabile del settore giovanile ha spiegato qual è il metodo di lavoro e di crescita impostato in Spagna rispetto a quello italiano: “Difficile fare paragoni senza vivere le situazioni dal di dentro. Da diversi anni qui stiamo portando avanti un lavoro che sta dando dei frutti, anche se i risultati delle squadre non sono l’unico aspetto importante. Quest’anno abbiamo vinto l’europeo under 16, quello under 18 e abbiamo perso solo in finale in quello under 20, vincendo 28 partite su 29. La sensazione di essere un tutt’uno dall’under 12 alla prima squadra non è solo teorica, è qualcosa su cui lavoriamo. A livello tattico è un programma unico che ogni anno aggiunge una sofisticazione sempre maggiore in base alla crescita dell’età. A volte capita che un ragazzino dell’under 16 guardi una giocata della prima squadra e ci si riconosca, e organizziamo spesso momenti in cui le giovanili stanno con la prima squadra. Tutte cose che servono per appartenere alla stessa squadra: a livello morale vale la pena rinunciare alle vacanze estive per esserci".
L’esperienza del figlio "italo-spagnolo"
Scariolo non parla solo in qualità di responsabile ma anche di padre, visto che il figlio Alessandro fa parte delle selezioni giovanili spagnole, vincendo anche il titolo under-18: “Non ho detto io a mio figlio di scegliere, è stato lui ad essere convocato dalla nazionale spagnola fin dall’under-12. Quest’anno si è tolto una bella soddisfazione dopo che due anni fa non era andata tanto bene con l’under-16. Lui si sente veramente metà italiano e metà spagnolo, visto che parla perfettamente entrambe le lingue, e per il momento non ha dovuto fare una scelta personale tra i due paesi, mentre da quello sportivo o giochi da una parte o giochi dall’altra. Nel momento in cui ha vissuto in Spagna per tutti questi anni per lui è stata una scelta naturale”.
Scariolo: "Inter? Non mi abbatto e non mi esalto, il lavoro è appena cominciato"
Inevitabile un’ultima battuta sull’Inter, una grande passione del tecnico bresciano: “Ho visto l’Inter contro lo Slavia Praga ma non con grande attenzione perché stavo lavorando, ma l’iPad sulla scrivania comunque c’era [ride, ndr]. È molto presto per fare delle valutazioni: non ero così euforico per il primato in classifica e non sono così preoccupato per una partita non particolarmente esaltante. Il lavoro è appena cominciato e la squadra deve completarsi anche nel futuro: è un ciclo che è appena cominciato con un allenatore nuovo e una dirigenza nuova fin dall’inizio. Conte mi sembra un grande professionista con una capacità di analisi del dettaglio tecnico-tattico e di leadership emozionale di alto livello. Il suo passato parla per lui: non puoi aver vinto tanto se non sei un grande allenatore. Ho fiducia per il futuro”.