Eurolega, un passaggio fondamentale verso l’NBA

Come un’estate ti può cambiare la vita, o meglio, come un’Olimpiade può cambiarti la vita. Guerschon Yabusele è stato senza dubbio, stelle americane a parte, il miglior giocatore del torneo di Parigi. E se non bastano i 14 punti, 6 assist e 5 rimbalzi a partita a dimostrarlo, si possono citare i 22 punti nei quarti contro il Canada dei tanti giocatori NBA oppure i 20 punti della finale contro USA Team con tanto di schiacciata devastante sulla testa di Lebron James. Queste prestazioni hanno riacceso i riflettori NBA sull’ormai ex Real Madrid, l’uomo che a Boston si è meritato il titolo di Orso Ballerino, per la sua capacità, insospettabile, di portare in giro il suo fisico da culturista con straordinaria leggerezza e agilità. Perché Yabusele l’NBA l’ha già conosciuta: 90 partite tra 2017 e il 2019 ai Celtics con poco più di 2 punti a partita. Poi, dopo il Giappone e dopo il Covid, è arrivata l’Europa, o meglio l’Eurolega con Asvel e soprattutto Real Madrid. Lì, con i Blancos, Yabusele ha dato il meglio di sé . Ora se ne torna in NBA con questo bagaglio di conoscenze in più, conoscenze non solo tecniche ma soprattutto quelle che trovi tra le righe delle partite, del regolamento, del gioco stesso, un patrimonio preziosissimo che solo un’esperienza europea ad alto livello ti può dare. Insomma, chi va in NBA dopo una buona esperienza di Eurolega, meglio se prolungata e condita da playoff e Final 4, non può che essere un giocatore più impattante; attenzione non più forte in assoluto ma più vincente, più di impatto nelle vittorie della propria squadra. Di esempi ce ne sono tanti: Luka Doncic, a Dallas dopo quattro stagioni al Real con un’Eurolega vinta da MVP, per non parlare dell’Europeo vinto con la Slovenia; Manu Ginobili, in NBA dopo l’esperienza europea e l’Eurolega vinta con la Virtus; Toni Kukoc, tre volte campione con Chicago dopo i tre titoli di Eurolega vinti a Spalato. E c’è anche forse un esempio opposto: Victor Wembanyama, di sicuro giocatore fantastico, che cambierà la storia del gioco per struttura fisica e capacità tecnica, spesso immarcabile ma, nonostante i numeri, non ancora così di impatto nelle vittorie della propria squadra. Lo dice la stagione di San Antonio, dove i numeri super di Wemby non sono bastati ad elevare il livello della squadra, lo dice soprattutto il torneo olimpico. Wembanyama ha giocato la sua miglior partita contro gli Stati Uniti, lì ha guidato la propria nazionale vicino ad una vittoria che sarebbe stata storica; prima, invece, non è stato così di impatto nelle vittorie della propria nazionale, sarà un caso? La finale la Francia l’ha conquistata con Yabusele, Cordinier, Lessort, tutti uomini con consumata esperienza di Eurolega, cosa che Wemby non ha mai vissuto, almeno ad alto livello. Wemby non ha mai combattuto contro i trucchetti dei califfi dell’Eurolega, contro i loro gomiti e le loro spinte, contro le aree intasate da gente in aiuto, un patrimonio che nessuno ti può insegnare se non le provi sulla tua pelle. Vedremo cosa combinerà Yabusele a Philadelphia, forse non raggiungerà i livelli massimi toccati da Doncic, Ginobili e Kukoc; di sicuro, però, sarà un giocatore più di impatto anche e soprattutto quando nella stagione NBA arriveranno le partite che contano per davvero. A dimostrarlo, per il momento, c’è il poster con Lebron James dalla parte sbagliata della foto.