Il rigore non concesso a Cavani e i fischi del proprio pubblico sono soltanto gli ultimi momenti di tensione tra Neymar e il Psg. In realtà i problemi sono stati costanti, almeno uno al mese per la stella brasiliana. Litigi in campo, un’espulsione e un malcontento generale. Il riepilogo del suo turbolento esordio in Francia
PSG, NEYMAR NEGA IL RIGORE (DA RECORD) A CAVANI
LIGUE 1, RISULTATI E CLASSIFICA
Che Neymar non fosse un calciatore come tutti gli altri era chiaro già da molti anni. Innanzitutto il talento puro di un fuoriclasse che vuole prendere in mano il calcio europeo dopo il dominio incontrastato di Messi e Ronaldo degli ultimi anni. Ma anche il carattere che fa di lui un personaggio sopra le righe e quei 222 milioni di euro spesi dal Psg che lo hanno reso l’uomo dei record del mercato. Poi i gol, tantissimi e bellissimi, già segnati con la maglia dei parigini: 24 gol in 23 partite, con l'aggiunta (per non farsi mancare nulla) di 16 assist. Un fenomeno assoluto, un marchio universale, uno sponsor vivente che il Psg si vorrà tenere stretto per tantissimi anni a venire. Anche se... Eh sì, perché nonostante l'investimento, i risultati in campo e gli introiti del merchandising i primi 6 mesi di convivenza tra Neymar e il psg non sono stati tutti rose e fiori. Anzi. Basti pensare all’ultima partita di Ligue 1 contro il Dijon: 8-0, record assoluto per il Psg; quattro gol e due assist per il brasiliano, record assoluto anche per lui, eppure sono piovuti fischi. Già, per quel rigore all’83’ che Neymar non ha concesso a Cavani, con il Matador che sarebbe potuto diventare il miglior marcatore di sempre del club superando Zlatan Ibrahimovic. Attriti su attriti, fin da subito, e nonostante le smentite. Ma a complicare, o quantomeno a lasciare un punto interrogativo, sul futuro del brasiliano a Parigi non c'è solo la difficile convivenza con l'uruguaiano. Rivediamo insieme tutti gli episodia, a partire dalla telenovela degli undici metri.
Il rigore con Cavani (metà settembre)
La partita era Psg-Lione del 17 settembre, appena il sesto turno di campionato per una corazzata già lanciata verso il primo posto. È lì che inizia tutto, il primo screzio: con Neymar e Cavani a litigarsi il pallone in due occasioni. Prima c’è una punizione dal limite, da una zona che a due con la loro tecnica non può che far gola. Il primo a fiondarsi sul pallone è Dani Alves, tra i migliori amici di Ney in squadra, Cavani arriva subito dopo sul punto di battuta e reclama la sfera. Risposta? Alves se la tiene stretta, allontana l’uruguaiano e consegna il pallone al connazionale, con tanti saluti al Matador a cui toccherà farsene una ragione. Quella punizione Neymar la spedirà contro il portiere Lopes, ma è a dieci minuti dalla fine della partita che la scena si ripete, ma in piena area. Il pallone questa volta se lo prende Cavani, i due parlano un po’ e Neymar si allontana visibilmente scocciato. Risultato? Rigore parato, ma il Psg vincerà lo stesso. “Risolveranno loro questi problemi - disse Emery nel post partita - queste non devono essere preoccupazioni per noi. Se oggi ha tirato Cavani il prossimo spetterà a Neymar”.
L’espulsione contro il Marsiglia (metà ottobre)
Passa in realtà appena un mese dal primo screzio quando Neymar verrà espulso contro il Marsiglia. Un nuovo momento di incertezza, ma soprattutto di poca calma. Prima espulsione, dopo appena 10 partite, eguagliando già il numero di rossi in tutta la sua avventura al Barcellona. Quella partita segna il secondo stop per i francesi, già fermati sul pari dal Montpellier qualche turno prima. Eppure quando Neymar si vede sventolare in faccia il secondo giallo per un fallo di reazione sull’ex Milan Lucas Ocampos, il Psg sta perdendo. Sotto 2-1, e mancano tre minuti alla fine. Non certo il momento migliore per perdere la calma. Il match finirà 2-2, con pareggio acciuffato all’ultimo respiro al 93’. Da chi? Cavani, ovviamente. Che “grazia” il brasiliano nonostante quel continuare a contendersi sia le punizioni che i rigori.
Le sessioni video di Emery (fine ottobre)
Un nuovo segno di mancanza di tranquillità si ha poi quando nel finale di ottobre filtra la notizia dai media brasiliani che Neymar sia terribilmente annoiato dalle sessioni video di Emery. Durata? 30 minuti almeno, e ripetute molto spesso nell’arco della settimana. Con il brasiliano che avrebbe comunicato tempestivamente il proprio disagio sia ai compagni di squadra sia alla dirigenza del club francese. Già, ma Emery smentisce: “Neymar è molto attento alla metodologia di lavoro. Spesso è seduto in prima fila. Tutti i giocatori sanno l’importanza di queste sedute”.
Le lacrime col Brasile (metà novembre)
Certo, piangere è normale, lasciarsi andare e veder crollare sotto i propri occhi un po’ di tensione fa parte del gioco. Ovvio, ma qualcosa deve pur esserci. A novembre Neymar è con la sua nazionale, e siede in conferenza vicino al Ct del Brasile Tite. Le domande sulle presunte difficoltà con compagni e allenatore del Psg si susseguono in sala stampa. Prende allora parola propio l’allenatore verde-oro: "Ci conosciamo da tempo. Hanno detto che abbiamo avuto problemi tra noi, ma io sono stanco di sentirlo ripetere". Poi Tite aggiunge: "Io posso parlare. Io so che cuore grande ha questo ragazzo”. Neymar allora si commuove, quasi a scrollarsi dal corpo tutta quella tensione che - forse - sta accumulando in Francia.
Pace fatta (metà dicembre)
Eppure lo stesso Neymar lo ripete più volte nel corso del tempo: ”Stanno inventando molte storie che non sono vere, non ho problemi con il mio allenatore e nemmeno con Cavani”. In più le parti sembrano riavvicinarsi quando il Psg decide di dare il permesso a Neymar di recarsi in Brasile per risolvere alcuni "problemi personali”. Siamo nello scorso dicembre, a metà mese. Emery commenta sottolineando quanto sia “importante per lui la parte umana del calciatore, e come, a volte, il lavoro passi in secondo piano”.
Il nuovo rigore e i numeri (metà gennaio)
Già, ma le lancette tornano dunque al presente, e quel rigore non lasciato tirare a Cavani che rappresenta un nuovo caso. Coi fischi piovuti dal Parco dei Principi a non essere andati giù a Neymar: non dal suo pubblico, non dopo quella prestazione da incorniciare. Il brasiliano, infatti, dopo il triplice fischio finale ha lasciato il campo scuro in volto senza fermarsi a festeggiare con i compagni e rinunciando anche all’intervista flash a bordocampo. “Abbiamo tanti grandi giocatori, il nostro leader in campo è Neymar - ha detto dunque Emery - credo che abbia deciso di battere il rigore perché è stata una grande serata per lui, e ne siamo felici. Ci saranno ancora tante occasioni per Cavani per segnare ancor più gol in futuro”. Già, occasioni sempre ghiotte per il gol, quelle per una squadra che non ha nemmeno lontanamente rivali nel proprio campionato. Neymar di gol in Ligue 1 ne ha già fatti 15, in 15 partite, uno ogni 90 minuti. Sei in sei partite in Champions, con identica media di una rete ogni 90 minuti precisi. Stessa discorso per la Coppa di Lega: una partita e un gol. Più due reti, ma in una sola gara, in Coppa di Francia. E poi ci sarebbero anche quei 16 assist complessivi (11 in campionato), nessuno più di lui nei cinque principali campionati europei. Numeri stratosferici, nonostante qualche tensione di troppo. Ma le due cose possono compensarsi a vicenda?