Caressa: "Ventura, dopo un anno i comportamenti si ripetono. Mancini ha un obiettivo, serve ottimismo"
CalcioSi è detto che il calcio italiano fosse morto, invece oggi abbiamo CR7 e tutte le nostre squadre sono in corsa per in Europa. La Nazionale era in cortocircuito e Ventura ha gestito come peggio non poteva, un anno dopo al Chievo ha ripetuto questi comportamenti. Mancini? Ha un obiettivo e serve ottimismo
VENTURA SPIEGA L'ADDIO AL CHIEVO: "BASTA MENZOGNE"
Dal 13 novembre 2017 al 13 novembre 2018: è passato un anno esatto da quella disastrosa notte di Milano, in cui l'Italia pareggiò 0-0 contro la Svezia fallendo la qualificazione ai Mondiali di Russia. Un disastro che ha segnato il calcio italiano, portando poi all'esonero del Commissario tecnico Gian Piero Ventura. Ma com'è cambiato lo scenario un anno dopo? L'Italia sta proseguendo il percorso di crescita con Roberto Mancini. Ventura, invece, esattamente un anno dopo il disastro Mondiale, è stato ufficialmente sostituito da Mimmo Di Carlo sulla panchina del Chievo dopo essersi dimesso in seguito al 2-2 contro il Bologna. Ne ha parlato Fabio Caressa a Sky Sport 24.
"È passato un anno da uno dei momenti più tristi del calcio italiano. Resta un sapore misto, perché dopo quella serata drammatica si è detto che il calcio italiano fosse in crisi profonda. Ora siamo in una situazione diversa, la Nazionale sembra essersi ripresa e abbiamo la possibilità di portare avanti tutte le squadre in Champions e in Europa League. E non credo che un anno sia sufficiente a cambiare le sorti calcistiche di un paese. Un anno fa, pur avendo il nostro calcio dei problemi, non siamo usciti per i problemi del calcio italiano, ma per un cortocircuito all'intero della Nazionale, che ha portato a un blackout. Ci voleva un buon elettricista, che permettesse all'Italia di evitare questo smacco. Poi in 12 mesi è arrivato Cristiano Ronaldo e stiamo facendo bene nelle coppe, ma è giusto che resti questo ricordo per far sì che non si ripeta più. I comportamenti di Ventura mi sembrano un po' ripetuti, è un uomo in difficoltà almeno professionalmente. Non ho niente contro di lui, è un uomo che rispetto e non voglio aggiungere nulla a questo stato di frustrazione. Si è trovato a gestire con la Nazionale una situazione che non era in grado di gestire, non aveva l'esperienza per farlo. L'ha gestita come peggio non si poteva, questa cosa è rimasta nel cuore dei giocatori e credo sia arrivato al Chievo e si sia accorto che non ci fosse un clima idilliaco nei suoi confronti. Lui ha anche espresso apprezzamenti nei confronti dei calciatori, però poi se n'è andato".
"Mancini ha un obiettivo, serve ottimismo"
Sul nuovo corso della Nazionale: "Ho difeso Mancini dopo le prime due partite, in maniera anche un po' arrabbiata. Nell'analisi delle situazioni non bisogna farsi trascinare dalle cose che hai visto un giorno prima o dal risultato. Mancini ha un obiettivo, che non è la Nations League ma la qualificazione e l'Europeo, per provare a fare qualcosa d'importante. Segretamente Mancini sogna di vincerlo, per migliorare quindi hai bisogno di queste partite. Mancini non ha ancora parlato di stage, in realtà non serve a niente. Il giocatore te lo vai a vedere sul campo d'allenamento come fa lui e poi devi valutarlo nel contesto. Lo stage non serve, o meglio non serve a valutare quelli nuovi bensì a cementare il gruppo di quelli che già hai. Quindi lui ha a disposizione queste partite per crearsi il gruppo ed è la cosa più importante. Zaniolo lo aveva chiamato perché non era riuscito a vederlo in campo, quindi ha provato a vederlo nel contesto del gruppo. Sotto questo punto di vista sta facendo un ottimo lavoro, sono molto ottimista sulla Nazionale".