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Stop per coronavirus, tagli agli ingaggi dei calciatori in Ligue1, Bundesliga e Svizzera

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Alessandro Alciato

©Getty

Dalla disoccupazione parziale in Francia alla cassa integrazione in Svizzera, fino al gesto dei giocatori del Borussia Monchengladbach, che si sono decurtati lo stipendio per aiutare i dipendendi del club. Ecco le normative applicate al calcio in alcuni Paesi europei

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In Francia i club hanno iniziato a pagare il 70% lordo dello stipendio ai propri calciatori. In Germania i giocatori del Borussia Monchengladbach sono stati i primi, in tutta la Bundesliga, ad autoridursi l’ingaggio. In Svizzera il presidente del Sion ha licenziato alcuni tesserati, rei di non aver accettato la cassa integrazione. Il calcio ai tempi del coronavirus è anche questo, perché certi conti, a causa dello stop prolungato, cominciano a farsi pesanti.

 

In particolare in Ligue1 le società si stanno allineando, e tutte applicheranno la disoccupazione parziale, concetto riformato il 16 marzo dal governo di Parigi. In Francia i calciatori sono equiparati a qualsiasi altro tipo di lavoratore, da questo punto di vista non esistono leggi specifiche per lo sport. I campioni non si allenano, non giocano, quindi vengono pagati di meno. Per il periodo della sosta forzata, il 70% lordo.  Le aziende – compresi i club di calcio – hanno trenta giorni per dichiarare la propria attività parziale, con effetto retroattivo, poi potranno chiedere un indennizzo allo Stato, in base a quanto guadagnano i dipendenti.

 

In Svizzera, invece, dove esiste una cassa integrazione speciale per le situazioni in cui un lavoratore non possa offrire prestazione per colpa di terzi, molti club hanno adeguato gli stipendi dei propri tesserati. A Sion, i calciatori che hanno rifiutato la cassa integrazione, sono stati licenziati. Discorso diverso per il Borussia Monchengladbach in Germania. I calciatori si sono tagliati l’ingaggio, per aiutare economicamente i dipendenti del club in difficoltà.

 

In Bielorussia, intanto, è ufficialmente iniziato il campionato di calcio, a porte aperte, con la sconfitta del Bate Borisov e con gli stipendi pieni. Il presidente Lukashenko ha raccomandato alla popolazione di fare la sauna e soprattutto di bere tanta vodka per uccidere il virus. A quanto pare, il primo a cominciare, è stato lui.