
Viva Vasco Rossi: i suoi 70 anni da "Maradona del rock"
Un tuffo nella "vita spericolata" del leggendario rocker emiliano che oggi compie 70 anni: i suoi più grandi successi riletti in chiave sportiva, dal tifo per l'Inter alla passione del 'Blasco' per le auto, l'amicizia con Valentino e il titolo iridato in 125 del suo Vasco Rossi Racing team
di Alfredo Corallo

Il 7 febbraio del 1952 nasceva a Zocca, in provincia di Modena, una leggenda vivente della musica: Vasco Rossi! "L'unico che è riuscito a portare la canzone d'autore nel rock", diceva Fabrizio De André. Non è mai stato uno sportivo praticante... il "Blasco": ma non ha neanche mai nascosto la sua fede interista e l'ammirazione per Maradona; più noto, invece, il suo debole per i motori: tifoso numero uno e grande amico dell'altro "signor Rossi", Valentino, ha persino vinto un Mondiale con una sua scuderia. E alla Ferrari è di casa...

COLPA D'ALFREDO. "Ti porterei anche in America! Ho comperato la macchina apposta...". Quell'auto era (è!) una Fiat Ritmo 65 'grigio jet', la prima di Vasco, pagata 5 milioni e 320mila lire nel 1979 con i guadagni dell'album "Albachiara" e oggi rimessa a nuovo da un meccanico di Sassuolo. L'altra mitica 'fuoriserie' dei suoi inizi fu una Uno Turbo rossa: "Per ora c'ho il rosso Ferrari - scherzò con Red Ronnie (chi, sennò?) - poi magari c'avrò anche la Ferrari...".

MODENA PARK. In realtà Vasco avrà molto di più di una 'semplice' Rossa, sarà il re di due luoghi sacri intitolati a Enzo Ferrari: l'Autodromo di Imola e il parco modenese menzionato in "Colpa d'Alfredo" (nell'album considerato il primo di stampo rock nella musica italiana), teatro - il 1° luglio 2017, per i suoi 40 anni di carriera - del megashow che detiene il primato mondiale del concerto con il più alto numero di spettatori paganti (225.173 biglietti!).
DEVIAZIONI. Intese come svolte... pericolose: nel 1983 - durante il tour di "Bollicine" - Vasco e il suo manager Guido Elmi rischiarono grosso sulle strade di Bormio, prima di un concerto. "Fu la Quattroporte a salvarmi - ammetterà il rocker – su una qualsiasi altra macchina sarei morto". Una Maserati disegnata da Giorgetto Giugiaro e fabbricata sempre a Modena, la preferita di Rossi e... dell'allora Capo dello Stato, Sandro Pertini, che la volle come auto presidenziale (con portacenere e relativo portapipa incorporati!).

CANZONE. La passione per i motori la ereditò dal babbo, camionista, cui ha dedicato i primi versi di "Canzone": Giovanni Carlo Rossi, antifascista come Pertini e deportato nel lager nazista di Dortmund, sopravvissuto grazie al compagno di prigionia Vasco, il nome che sceglierà per il figlio insieme alla moglie Novella in segno di gratidudine verso l'uomo che lo aveva salvato. 'Carlino' - come lo chiamavano a Zocca - morì per un infarto nel 1979. "Mio padre non ha sentito neppure 'Jenny', ma so che sarebbe stato orgoglioso di me".

"Pensavo a lui mentre la scrivevo - rammenta il cantante - era morto da poco e nell'aria c'era ancora il suo odore. Poi il discorso lo avevo dirottato sul ricordo di una donna. Non volevo parlare di mio padre. Ma la profondità e l'intensità dell'emozione veniva da lì". Dal 1999, dalla scomparsa del suo chitarrista Massimo Riva, che per lui era come un fratello, Vasco dedica "Canzone" all'amico in ogni concerto, un momento sempre molto commovente: "Ciao Massimo! Sei sempre con noi: viva Massimo Riva!".

VITA SPERICOLATA. La morte del padre segna profondamente Vasco, che deve fare i conti con gli anni più 'turbolenti' della sua carriera, ma anche quelli della sua ascesa. 'Scandalizza' per l'anticonformismo dell'esibizione al Festival di Sanremo con "Vado al massimo" e nell'agosto dello stesso 1982 - con l'Italia di Bearzot e di un altro Rossi, Pablito, reduce dal trionfo ai Mondiali di Spagna - dipinge il manifesto di un'intera generazione, ispirato - come l'urlo di Tardelli - dalla magia di un prato verde...

"Eravamo a Cagliari per suonare - la genesi di 'Vita spericolata' secondo Vasco - ricordo che mi trovavo in un campo sportivo e veniva giù una pioggia torrenziale. Il concerto era stato annullato e mi misi in macchina, dove per l'ennesima volta ascoltai la musica composta da Tullio Ferro che da qualche mese mi faceva impazzire perché non riuscivo a trovare le parole giuste per quella melodia. Dentro quell'automobile, invece, mi uscì 'voglio una vita'... e come la voglio? A quel punto la vita la potevo volere in mille modi, come minimo piena di guai...".

"Vita spericolata" è anche la canzone che, per Vasco, si adatta di più al suo amico Valentino Rossi. "Perché è intesa proprio in quel senso: voglio una vita al limite, però stando in piedi. Lo dico sempre riprendendo una frase di De Gregori nella sua 'Bufalo Bill': Vale è uno che non corre tanto per vincere, ma per essere il migliore. È un tale fenomeno che non so neanche più come descriverlo, gli voglio molto bene, è un ragazzo eccezionale. E sono contento che ascolti la mia musica: non può cambiare il mondo, ma può cambiare l'umore di una giornata".

NESSUN PERICOLO... PER TE. È il pezzo che Valentino ascolta(va) prima di ogni GP. Inciso da Vasco nel 1996, quando il Dottore esordì e vinse la sua prima gara nel Motomondiale. Il loro primissimo incontro a cavallo del 2000, per un premio. "Hai un bel cognome... e vedrai che anche nelle moto più grosse andrai da Dio", gli profetizzò il 'Komandante' (che ogni tanto se lo ritrovava in prima fila ai suoi concerti).
REWIND. "Perché tu vai, vai veloce come il vento...". Se Valentino confermava in pieno le aspettative inanellando un Mondiale dietro l'altro, non erano da meno le "espressioni di godimento" sul volto del cantante, allora proprietario di una scuderia motociclistica privata collegata all'Aprilia, la Vasco Rossi Racing, che nel 2000 vince il campionato del mondo in 125 con Roberto Locatelli.
STANDING OVATION. Sono anni "fenomenali", da applausi per i Rossi e di grandi sogni per l'Inter, un'altra delle passioni che li ha sempre legati. "In pista, durante la gara - diceva ancora Vasco di Valentino - sembra che corra solo lui e che gli altri facciano una corsa a parte. Come Ronaldo, no?".

La simpatia di Vasco per l'Inter affonda nelle sfumature. "Per una semplice questione di colori e di eleganza - confessò qualche anno fa - fin da piccolo preferivo il nerazzurro al rossonero. E al bianconero".

UN SENSO. Ma se per il pilota e Vasco la marcia verso la gloria procede spedita, i sogni dell'Inter di Ronaldo & Vieri s'infrangono in quel surreale 5 maggio del 2002, roba da esistenzialisti: "Voglio trovare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l'ha...".

T'IMMAGINI. Ronaldo 'scappa' via spezzando i cuori dei tifosi nerazzurri, ma l'Inter sopravviverà: "Quest'è un amore grande sì, ma io non sono come te... Ciao, sai cosa ti dico, ciao! Io posso stare senza te...". Sarà la bufera scatenata da Calciopoli nell'estate del 2006 a rilanciare le ambizioni degli interisti, con la 'benedizione' di Vasco. "Il presidente Moratti mi piace perché è un elegante signore all'antica. Anche se oggi forse è un difetto in questo mondo arrembante e pieno di arroganti".

BUONI O CATTIVI. È l'Inter di Roberto Mancini, di capitan Javier Zanetti e di Marco Materazzi, che svela di avere quasi tutto il testo di "Sally" tatuato sul corpo. "Vasco è uno che unisce - assicura 'Matrix' - io purtroppo spesso ho diviso. Sono fiero di avere un amico così".

SALLY. L'epoca d'oro di una squadra vincente, ma anche da "10, 20 gocce di Valium", morattianamante "simpatica" come una Domenica Lunatica, "pazza" come Jenny. Ma è soprattutto l'Inter della partita infinita di Sally e del verso più 'nietzschiano' di Vasco, forse il più bello mai scritto in una canzone: "Perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia".

COME NELLE FAVOLE. "Quello che potremmo fare io e te... non si può neanche immaginare". I nerazzurri stravincono in Italia, ma i più giovani sono stanchi di sentirsi ripetere le vecchie filastrocche degli anni '60, vogliono una 'loro' Grande Inter: "Sai che ho pensato sempre, quasi continuamente, che non sei mai stata mia...". Fino all'avvento di Mourinho, che al Bernabeu realizza l'impensabile: dopo 45 anni l'FC Internazionale è campione d'Europa.

ALBACHIARA. Mourinho resta a Madrid, ma alle 6 del mattino il Meazza è in estasi come per un concerto di Vasco: in 40mila accolgono gli 'eroi' del Triplete con la Coppa, "e tutto il mondo fuori...".

SPLENDIDA GIORNATA. Alla 'sbornia' del Triplete segue un decennio avaro di soddisfazioni per i tifosi interisti e l'attesa per la vittoria del titolo ha 'snervato' anche Vasco che, il 2 maggio del 2021, può esultare su Instagram: "Finalmente INTER!".

INCREDIBILE ROMANTICA. Ma dopo Mourinho, anche Antonio Conte lascia l'Inter. "Come fai adesso che sei rimasta solo te a sperare in qualche cosa di migliore, a pensare anche al grande amore. Sei un'inguaribile romantica. Un po' isterica. Però simpatica. Certo unica. Come fai adesso che non c'è neanche più lui con te. Lui che aveva grandi cose per la testa. Lui che poi un giorno come niente ha detto 'basta'. Sei un'incredibile romantica. Un po' nevrotica. Ma non patetica. Certo unica". Sembra scritta apposta...

VIVERE. Eppure l'Inter sembra aver trovato l'allenatore giusto: Simone Inzaghi riporta la squadra agli ottavi di Champions e prima in campionato, anche se l'ultimo derby potrebbe aver rimesso tutto in discussione. Ma la soluzione per i tifosi interisti la offre ancora Vasco, è nella coreografia scelta dalla Curva Nord in un altro Inter-Milan: "... e sorridere dei guai, proprio come non hai fatto mai. E poi pensare che domani sarà sempre meglio...".
SIAMO SOLO NOI. Da lassù, sarà stato felice Marco Simoncelli, che era un tifoso milanista oltre che un grande fan di Vasco. "Siamo solo noi" era la sua canzone preferita e accompagnò il Sic nel suo ultimo viaggio. "Marco era un ragazzo simpatico e pieno di entusiasmo che per una maledettissima disgrazia ha perso la vita", il ricordo del cantante nel giorno della morte del pilota . "Correre in moto era la sua passione e ha tenuto 'aperto' fino alla fine. Onore a lui che continuerà a vivere nei nostri cuori".

ANIMA FRAGILE. "Il calcio mi piace quando è giocato dai grandi fantasisti, come Maradona. Una volta l'ho visto al ristorante, con la moglie. Volevo avvicinarmi per un autografo, ma prima di decidermi mi è arrivata al tavolo una bottiglia di champagne. Me la mandava lui". Né santi né eroi, l'argentino e l'emiliano, ma così amati. E quando il Pibe è morto, Vasco lo ha salutato a modo suo: "Ciao Diego, Mito indiscusso. Incantatore di palloni. Impareggiabile e indomabile. In una parola sola... Maradona. Wiva Diego Armando Maradona!".

IL MARADONA DEL ROCK. Se tutto andrà come nelle previsioni, dal 20 maggio i fan del rocker di Zocca potranno riabbracciare il loro beniamino, da Milano alla stessa Napoli, nello stadio intitolato a Diego, a casa del loro comune amico Pino Daniele. Il ritorno del "Maradona del Rock": Wiva Vasco Rossi!