Insider Mbappé: il debutto col Real visto da vicino

Debuttare, segnare, alzare il primo trofeo. Missione compiuta per Kilian Mbappé. Storie di ordinaria follia. O, forse, ordinarie e basta quando sei uno dei giocatori più forti del mondo e giochi la prima al Real Madrid dopo un’attesa durata quasi una vita. Mbappé non si vede in campo per il giro di ricognizione preriscaldamento. I primi a uscire sono Tchouameni e Bellingham, una tradizione per l’inglese. Ancora non sa che sarà MVP questa notte. I tifosi blancos allo stadio Nazionale di Varsavia e quelli a casa devono aspettare ancora un po’ per vedere Mbappé entrare in campo alla prima con il Real Madrid. Qualche minuto di attesa anche per Florentino Pérez, il suo presidente. Che lo ha voluto, corteggiato e aspettato. Che non ha accantonato il suo sogno nemmeno quando in campo è sceso un altro presidente, Macron, per convincerlo a restare a Parigi. Cose del passato che sembrano lontanissime. Il presente dice che Ancelotti deve trovare il modo di mettere in campo il poker d assi: Bellingham, Vinicius, Rodrigo e Mbappé, l’ultimo arrivato. Si fa per dire. Contro l’Atalanta li schiera tutti perché, come ha raccontato lo stesso Ancelotti ai nostri microfoni alla vigilia “Non serve Einstein, quando hai giocatori buoni non è un problema inserirli”. E Mbappé rientra sicuramente nella categoria. Al suo ingresso in campo è boato. Al primo tocco di palla è boato. In giro si vedono decine di bambini con striscioni e cartelloni dedicati a Mbappé in cui gli chiedono la maglia. Si scaldano insieme, Mbappé e Bellingham. Lanci lunghi e grande classe. Più corto ma sempre di classe l’assist che Jude gli farà poco più tardi per il suo primo gol in maglia blanca. E’ concentrato. Sa che gli occhi di tutti sono per lui. Dei compagni. Del suo allenatore. Dei tifosi. Degli avversari. Sa che il Real Madrid vinceva anche prima, quando poteva solo guardarlo da lontano. Deve dimostrare che il Real Madrid vince, anche, con lui. E’ l’ultimo a calciare in porta prima di rientrare negli spogliatoi. Serio, concentrato. Non toglie mai gli occhi dal pallone. Il resto è storia: gol al debutto con il Real Madrid, come Bellingham, Ronaldo e il suo idolo Cristiano. Gol in cui tutti e 4 ci mettono qualcosa. Rodrigo, Vinicius, Bellingham e infine il timbro del più atteso: Mbappé. E’ il primo trofeo di Modric da capitano. Alza la coppa e la passa al secondo capitano del Real Madrid Carvajal che dopo qualche istante la consegna a Mbappé. In fondo lui è abituato. In 74 giorni ha vinto Champions, Europeo e Supercoppa. Per Kylian è il primo fuori dai confini francesi. Quando arriva da noi per l’intervista è sorridente, ci mostra la medaglia e parla in italiano. Per gioco. "Ciao, come va?", "Vuoi fare l'intervista in italiano?". "Magari la prossima volta ". Poi continua con il suo spagnolo perfetto che aveva impressionato tutti già nel giorno della presentazione al Bernabeu. Per un attaccante non c’è miglior biglietto da visita del gol. Ci racconta che Ancelotti gli ha chiesto movimento e dato libertà. Si è vista tutta. Quando lo stadio è praticamente vuoto siamo rimasti solo noi di Sky a bordocampo e qualche tifoso sugli spalti. Mbappé torna in campo da solo . Assapora il silenzio, attraversa il campo e va a festeggiare con amici e familiari. Sul terreno di gioco i segni della festa. Il Real Madrid inizia come aveva chiuso, alzando un trofeo. Per Mbappé invece è iniziata una nuova era.

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