Quella volta in cui Ronaldo il Fenomeno fu messo in ombra dal centravanti del Bhutan

I ricordi legati alla Coppa del Mondo del 2002 sono molteplici: impossibile elencarli tutti. Da Byron Moreno al Senegal di Bouba Diop. Dalla caduta della Francia Campione in carica che saluta tutti ai gironi senza neppure un gol segnato, al rigore di Beckham che condanna l’Argentina. Fino al trionfo di Ronaldo e del 'suo' Brasile. In pochi però ricordano le grandi assenti dal Mondiale di Corea e Giappone. Per parlare della nostra storia serve riavvolgere il nastro e tornare al 1° di ottobre del 2001, ultima giornata del round di qualificazione del Gruppo 2. All’Olanda serve un miracolo per non rimanere a casa. Seedorf e compagni sono infatti terzi, dietro a Portogallo e Irlanda. Il problema dell’Olanda non è battere Andorra, ma sperare che una tra Estoria e Cipro vinca a domicilio contro le prime due del raggruppamento. Le prime stravincono e gli Oranje, ancora prima di scendere in campo, sono già aritmeticamente 'sul divano' a guardare il successivo Campionato del Mondo. Tra coloro che non hanno potuto tifare l’Olanda ai mondiali 2002 c’erano anche il regista Johan Kramer e il suo amico Matthijs de Jonghe. Non si sa bene quando i due decisero di mettere in piedi 'l’altra finale', ma lo fecero. E non fu una passeggiata: “Perché non organizziamo una sfida tra le ultime due del ranking FIFA per stabilire la peggior nazionale del mondo?” pensò uno dei due. Rapido sguardo su internet, che nel 2001 non era ancora il prodigio che conosciamo oggi in quanto a velocità e ricchezza di informazioni, ed ecco le due finaliste: Montserrat da una parte e Bhutan dall’altra . Sulla carta c'è tutto, ma organizzare sul serio l'evento non fu così semplice. Intanto per la location. L'impianto scelto fu lo Stadio Changlimithang, che sorge in un’area di grande valore storico per lo stato. Avrebbe dovuto essere Montserrat, ultima in classifica, ad avere il fattore campo a proprio favore, ma nell’isola non uno stadio non esiste più, colpa di un’eruzione vulcanica avvenuta qualche anno prima che aveva comportato anche l’evacuazione di buona parte degli abitanti. A Montserrat ogni attività sportiva era impraticabile in quel periodo. I due organizzatori contattarono le rispettive federazioni, ottenendo l’ok: 'L’altra finale' si sarebbe giocata lo stesso giorno di Germania-Brasile e avrebbe avuto una copertura mediatica totale. Kramer e de Jonghe infatti ci avrebbero girato un documentario, uscito nel 2003 e premiato al Festival di Avignone come miglior della sua categoria. La parte più complicata fu portare i 'giocatori' ospiti alla partita . Parlando di 'viaggio della speranza': i ragazzi di Monserrat dovettero affrontare 7 scali e qualche problema tecnico. Alla fine sbarcarono in Bhutan accolti come vere star, con tanto di doni e richieste di autografi. L’entusiasmo fu contagioso anche perché si parla del Bhutan, lo Stato che nel 2003 ufficializzerà l’indice FIL, ovvero la 'felicità interna lorda' in cui si piazzò, come prevedibile, al primo posto: questa politica fu introdotta da Re Jigme Singye Wanchuck che, curiosamente, i sudditi non possono guardare negli occhi. Si arrivò al 30 giugno 2002. Il resto del mondo è concentrato sull’imminente ultimo atto del Mondiale, mentre qualche migliaio di tifosi invece sono in fibrillazione per 'l’altra finale'. Si giocò al mattino, e il direttore di gara fu Steve Bennett, inglese, che qualche anno dopo diresse la prima finale disputata nel nuovo Wembley. La cornice fu spettacolare: lo stadio al tempo era incastrato tra le montagne, con tutto intorno tribune e piccoli edifici in classico stile bhutanese. La nota forse più 'lieta' e insolita fu la completa mancanza di marchi, nonostante la notizia dell’altra finale fosse girata eccome tra i media. Qualche sponsor si fece avanti ma la volontà dei registi fu solo quella di sponsirizzare lo sport. Un paese devastato e in ricostruzione, unito al paese più felice del mondo, il tutto grazie a un pallone e un campo da calcio. Nient'altro. Anche le magliette furono senza scritte, così come il pallone, tutto bianco senza 'segni'. In un calcio che nel 2002 stava iniziando a commercializzare la qualunque, si voleva restare fedeli al gioco. Quel 30 giugno 2002 Wangyel Dorji, attaccante del Bhutan, portò i suoi alla vittoria. Fu un 4-0 senza quasi storia. Ronaldo contro la Germania fece due gol. Poche ore prima Dorji ne fece tre al Monserrat, che divenne così la nazione calcisticamente più scarsa del pianeta. A fine partita le celebrazioni. Il trofeo fu doppio: una coppa esattamente divisa in due. Una metà per i vincitori, l’altra metà per gli sconfitti. La giornata finì con tutte e due le squadre riunite in una sala per assistere alla finale, quella 'vera'. In palio c’era il tetto del mondo, il posto calcisticamente più distante da Monserrat.