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Müller difende Ancelotti: "I problemi sono della squadra, non sia il capro espiatorio"

Bundesliga

Parole a sorpresa quelle di Thomas Muller, al Bayern Monaco finito ai margini del progetto tecnico di Carlo Ancelotti e ritenuto, insieme ad altri senatori del club, uno dei principali artefici dell’allontanamento dell’allenatore italiano. Intervenuto a margine di un evento commerciale, l’attaccante tedesco ha addossato le colpe dei cattivi risultati alla squadra e difeso l’ex allenatore.

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"Non è giusto considerare Carlo Ancelotti il capro espiatorio dei nostri problemi". Parole che fanno rumore, soprattutto perché pronunciate da Thomas Muller. L’attaccante tedesco è stato infatti considerato dalla stampa tedesca e dall’opinione pubblica uno dei principali responsabili dell’esonero dell’allenatore italiano dalla panchina del Bayern Monaco. Insieme ad altri big come Robben, Ribery e Boateng, Muller era stato sempre meno impiegato da Ancelotti, che prima dell’esonero aveva affermato come nessuno con lui potesse avere il posto garantito, senatori compresi.

La difesa di Ancelotti 

La difesa di Ancelotti da parte di Thomas Muller è arrivata a sorpresa: "Molti dei nostri problemi sono creati dalla squadra – ha detto l’attaccante classe ’89 a margine di un evento commerciale riferendosi al non esaltante inizio di stagione della società bavarese -. La squadra non ha mostrato il livello che le persone si aspettano. Dobbiamo essere onesti e realistici. E Carlo Ancelotti non dovrebbe essere considerato il capro espiatorio di questa situazione". Sguardo anche al futuro per Muller, che ha parlato della nuova gestione Heyncknes: "Adesso la nostra speranza è che con il cambio di allenatore possano arrivare risultati migliori rispetto a quelli ottenuti finora. Il cambio in panchina è avvenuto per questo motivo. Heynckes? Con lui abbiamo ottimi ricordi, è un allenatore con il quale abbiamo vinto il triplete. Però dobbiamo essere consapevoli del fatto che alcune nostre prestazioni potrebbero essere criticate. Adesso dobbiamo pensare a fare un passo dopo l'altro, non possiamo pensare di giocare all’improvviso un calcio spaziale".